Venafro 2005 � sabato 17 settembre ( pomeriggio)
Caro diario,
siamo alla conclusione di una giornata fantastica trascorsa insieme a conoscerci, parlare e fotografare, una di quelle giornate che rimarranno impresse nel cuore e nella mente.
Purtroppo il tempo non ha collaborato (forse � colpa del 17 che porta sf..a?) ed il cielo coperto spegne i colori degli splendidi paesaggi dell�
appennino molisano.
Chiss� se Francesco Martini riuscir� comunque e dipingercene uno.
Siamo nel sito archeologico dell�anfiteatro sannitico, nei pressi di Pietrabbondante e ci aggiriamo in
ordine sparso alla ricerca comunque di
spunti fotografici. Sergio scruta sconsolato nella borsa, indeciso su quale
obiettivo montare.
L�antica vocazione religiosa del sito attrae l�attenzione di Santa Veronica, protettrice dei fotografi che ha sempre un occhio di riguardo per i Nikonisti. Ci vede e mossa a compassione, compie il miracolo.
Sull�erba appare una
mantide (ovviamente religiosa) ed in una frazione di secondo la notizia fa il giro dell�anfiteatro.
E qui, caro diario, si vede cosa succede quando la classe non � acqua:
Le pietre millenarie rimandano l�eco metallico dei �click� degli innesto dei vetri macro ed in pochi secondi si allestisce un perfetto set per macrofotografia degno del miglior John Shaw.
Lambretta assume la direzione delle luci, setta rapidamente in �remote� il suo SB800 e lo orienta con maestria,
verso il soggetto.
I Macrofotografi, sistemate le macchine, assumono la canonica
posizione di scatto.
Caro diario, devi sapere che la macro, non � solo una tecnica fotografica ma una vera e propria esperienza interiore alla cui attuazione si arriva solo dopo una lunga ed accurata preparazione.
Il macrofotografo maturo riesce ad essere un tutt�uno con il soggetto ed in questa simbiosi, agevolata anche da opportune posture, egli tende a stimolare le proprie terminazioni nervose affinch� escano dal corpo e si innestino in quelle del soggetto, creando con esso una continuit� sinaptica.
In questo modo il soggetto � condizionato ad assumere le pose pi� consone, tramite semplici comandi impartiti dal fotografo, del tipo:
<<ma come ca..o ti metti! E girati verso di me una buona volta, mannaggia>>
Purtroppo in questa fase il macrofotografo � estremamente vulnerabile, avulso dal mondo, egli perde completamente la percezione dell�ambiente circostante e non si accorge di nulla quando uno scriteriato gli tende un
agguato alle spalle.
Caro diario, termino qui e spero che gli amici inquadrati, ancorch� si riconoscano nelle mie pessime foto compresse a 90kb, le considerino con la stessa simpatia che nutro per loro e non inoltrino alcuna denuncia penale alle forze dell�ordine.