Risultato della ricerca: cicerone
gruperto
Come il volto è l'immagine dell'anima, gli occhi ne sono gli interpreti. Marco Tullio Cicerone, De oratore, 55 a.e.c.
gruperto
Come il volto è l'immagine dell'anima, gli occhi ne sono gli interpreti. Marco Tullio Cicerone, De oratore, 55 a.e.c.
A.R.T
Tecnica MORTALNIGHT per la base e 90 scatti per lo startrail
Maricetta
Fulvia (moglie di Marcantonio) cuce la lingua a Cicerone o per meglio dire, alla sua testa.
Andrea Pace
L’Astura romana era un approdo alla foce del fiume omonimo posto lungo la via Severiana, sede di ville già dal I secolo a.C. Una tra queste fu di Cicerone. Nel sito venne realizzata, in età imperiale, una villa strutturata in parte in terraferma e in parte su un’isola artificiale, dotata di una vasta peschiera, i cui resti sono ancora in parte visibili (sulle murature in mare fu poi realizzato il castello)[2]. Nel 1193 il sito venne in possesso dei Frangipane, che per proteggersi dai Saraceni vi costruirono una fortezza marittima con una torre a pianta pentagonale circondata dalle acque e collegata alla terraferma da un ponte ad arcate in laterizio. Nella zona che la circonda si trova una pineta dove scorre il fiume Astura. Nel 1268 Corradino di Svevia, sconfitto a Tagliacozzo, si rifugiò ad Astura, nell’omonima torre, ma Giovanni Frangipane, signore di questa terra lo consegnò a Carlo d’Angiò, re di Napoli, cosicché fu decapitato a Campo Moricino, l’attuale Piazza del Mercato di Napoli. Nel 1426, dopo essere stato feudo dei Caetani e degli Orsini, passò sotto i Colonna, i quali ristrutturarono il castello, dandogli l’attuale aspetto, e lo vendettero nel 1594 a Clemente VIII Aldobrandini. Da questi, finita la famiglia Aldobrandini, passò ai Borghese, dai quali fu ceduta al Comune di Nettuno negli anni settanta. Da Torre Astura lo sguardo spazia dal Circeo ad Anzio e fino alla bonifica il sito rimase immerso nella foresta paludosa che occupava l’agro pontino immediatamente alle spalle della duna costiera. Come notava Gregorovius nel 1854, «Con Nettuno cessa la civiltà umana su questa costa, perché immediatamente alle spalle della città comincia il deserto pontino. La macchia si estende fino a Terracina.». Questa posizione, insieme alla natura selvaggia dei luoghi, abitati e frequentati abitualmente solo da contadini poveri, butteri e bufali, briganti e sbirri, sollecitò vivamente la fantasia dei pochi viaggiatori letterati che li percorrevano nel XIX secolo. Si devono a Gregorovius e a Gabriele D’Annunzio descrizioni affascinanti del luogo nella seconda metà del secolo. In tempi più vicini a noi il castello è stato utilizzato come ambientazione per diversi film (dal “Pinocchio” televisivo sino a “Brancaleone alle Crociate”).
Massimo_2015
Formia: sua ultima dimora...
carmeloincorvaia
Mosaico rinvenuto nei pressi dell\'area archeologica lilybeum- Marsala
maurizio.formati
Lo spettacolo che offre Siracusa al tramonto è più unico che raro. mi rendo sempre più conto di quanto avesse ragione Cicerone, il quale riteneva che il tramonto di Siracusa fosse una delle sette meraviglie del mondo. I lucchetti a simboleggiare l'amore senza fine e il sole che fa capolino all'orizzonte a sottolineare il termine di una giornata.
alpacigno
Quella volta in cui, girando per il centro storico, aspettando che arrivava il momento giusto per scattare e imprimere un ricordo. In realtà è stato un attimo, un dettaglio visibile e non visibile. Forse avevo un filtro polarizzatore, non ricordo esattamente. Una foto scovata in un archivio "alternativo", ogni tanto conservavo le copie in una pendrive USB da inserire sullo smartphone. In quei giorni ero andato in giro come un "cicerone" per quel poco che sapevo su certi angoli. In prossimità di un "portone", qui è un piccolo angolo laterale alla chiesa più importante di Marsala. Uno spiazzo utilizzato da uno dei tanti piccoli ristorantini. Forse quel che rimane di una bottega (non ricordo esattamente, ci dovrebbe essere una insegna turistica almeno a quei tempi). I ricordi si perdono nel passato, ma ricordo esattamente come ho fatto questa fotografia.
SilkyLo
cioè il dominio su tutto il mare, fu affidato a Nettuno che la tradizione vuole fratello di Giove ed il cui nome è un ampliamento del verbo nare… [Marco Tullio Cicerone, De natura deorum]
anghellos
anche i monumenti hanno un volto.... (notare sul lato sx della foto sembrano due occhi....)
fotoMaurizioFRANZINI
pendone della manifestazione. luce al tramonto e controluce, l'ombra del soggetto è quella dell'artista che ha creato e disegnato il logo, come pure la scenografia della manifestazione. Tomba di Cicerone
en.giuliani
Il tempio ritratto nella fotografia è quello di Ercole (o Eracle), la cui attribuzione si deve a una testimonianza di Cicerone ritenuta generalmente attendibile, è il più antico dei templi di Agrigento e si data nella sua fase originale alla fine del VI sec. a.C. L'edificio, costruito in calcarenite locale, è di stile dorico e poggia su un basamento di tre gradini e presenta sei colonne sui lati brevi e quindici sui lati lunghi.
Mareadjrock
La struttura originaria del Monastero dei Padri Olivetani, fa parte del Rione X Campitelli e del Rione XII Ripa, di questo bizzarro edificio è costituita da un casale che faceva parte degli Orti Farnesiani sulle falde del Palatino, dove è stata eretta nel tardo Seicento la facciata tutt'ora esistente, che funziona come mascheramento del precedente edificio risultando un autentico fondale scenografico. Il prospetto è in un gioco architettonico di pieni e di vuoti che si sviluppa tra le finestre di varia geometria e le due porte laterali tutte incorniciate a stuccocon i gigli farnesiani, il simbolo della mano che caratterizza il coronamento arcuato al centro del motivo ad oculi del cornicione, lo ha fatto soprannominare "Mano di Cicerone". L'edificio oggi fa parte del monastero dei Padri Benedettini Olivetani, della Congregazione costituita nel 1313 a Monte Olivetano Maggiore, presso Siena, il Monastero è annesso alla adiacente Basilica di Sant'Anastasia che si trova a Piazza Sant'Anastasia.
LuVi
Il mio sindaco preferito ritratto mentre fa da cicerone a delle scolaresche, all'interno dei Musei Capitolini, Roma.
Nikon D70 + 50 mm F1.8 + B&W convert pro