QUOTE(Manlio M. @ Jan 29 2009, 11:48 AM)

NOO no no � il contrario....pi� � lunga la fase "bagnata" dallo sviluppo alla fine del lavaggio pi� sar� difficile spianare la baritata.
e il modo migliore per asciugare � rack di zanzariere intelaiate dove si mettono a riposare le stampe con l'emulsione verso il basso e poi ad asciugatura quasi ultimata una bella passata sotto una pressa tipo hermes a 90gradi.
vengono fuori come se fossero delle politenate o quasi parlando di planearit�.
QUOTE(giannizadra @ Jan 29 2009, 11:51 AM)

Certo, una turbolavatrice sarebbe il massimo. Se riesci a trovarne una usata e a pochi soldi (non � impossibile, nell'era digitale, causa riconversione di camere oscure), prendila.
I suoi costi, all'epoca, erano tuttavia molto elevati e giustifcati solo in caso di adeguati flussi di lavoro. Vale a dire per una camera oscura professionale.
I metodi alternativi che sono stati indicati in questo thread sono tutti piuttosto efficaci.
Fondamentale evitare che i fogli si attacchino l'un l'altro.
Ho ancora le mie prime stampe 30x40cm del 1960 senza traccia di residui chimici.
ciao gianni...io l'ho presa qualche hanno fa, nuova.....tipo qualcosa 400 euri...
un mio amico l'ha presa ora usata (la stessa) a 250.
sono indistruttibili e anche se usate non si "usurano"
in internet ce ne sono tante che si fanno chiamare "turbolavatrici" ma che pi� che fare "casino" non fanno, ovvero immettono acqua in modo scorretto, creando zone stagne e zone in cui l'acqua gira vorticosamente senza venire riciclata in modo corretto.