Ciao Rugantino.
Molte volte � stato affrontato questo problema,
ma prima di elaborarlo in post produzione ritengo sia interessante capire come evitarlo o almeno ridurne gli effetti prima dello scatto.
Allego sotto un interessante Post pubblicato non molto tempo fa:
L'effetto moir�, � ben noto anche in natura.
Si tratta di un effetto fisico che si manifesta con una nuova trama frutto della somma di altre due.
L'imperfezione tipica della natura rende difficile il manifestarsi ma l'interferenza tra due specifiche trame di tessuto o altro materiale genera inevitabilmente l'effetto.
Per meglio comprendere basta guardarsi attorno osservando l'effetto visibile sulle tende di casa. Se le tende in tessuto semitrasparente manifestano una visibile trama, nella zona di accavallamento della piega, manifesteranno l'effetto moir� visibile ad occhio nudo. Lo stesso effetto � visibile in "quei" cestini portacarte fatti di metallo traforato. Guardando il cestino in trasparenza, sar� visibile l'interferenza delle due trame che ne gerano una nuova.
Insomma una maggiore attenzione visiva nella vita di tutti i giorni ci aiuta a scovare interessanti effetti fisici normali e presenti nelle riprese televisive di ogni giorno. Provate a guardare con maggiore attenzione eventuali scalinate presenti sui palcoscenici, la rete della porta nelle partite di calcio riprese da lontano (dipende dalla dimensione in pollici del TV preso in esame oltre alla risoluzione della telecamera professionale utilizzata). Ma anche la giacca dei giornalisti inquadrati nei telegiornali, le cravatte dei presentatori ecc. ecc. ecc
Nei filmati � dunque lo stesso anche se, in questo caso, magari presente solo su pochi consecutivi fotogrammi. In fotografia, invece, l'eventuale effetto resta "fissato" sull'unico fotogramma preso in esame ed analizzato pixel per pixel.
Il moir� � dunque inevitabile e frutto della somma di due trame geometricamente ripetute ed accavallate. E' un effetto ben noto nella stampa tipografica che deve lottare con l'interferenza di retino che di fatto introduce una nuova vera e propria trama. La stampa fotografica � esente in quanto a tono continuo, anche se l'adeguamento della risoluzione dell'immagine alla reale risoluzione della tecnologia di stampa, aiuta alla maggiore nitidezza possibile.
Un'altro esempio tipico, � simulabile visualizzando un'immagine con trama fitta su un monitor e "meglio" (peggio) ancora su LCD. Variando la dimensione di visione si noter� il moir� comparire o scomparire sul monitor in base al rapporto di divisibilit� della trama dell'immagine con la trama dei pixel del monitor. Per questa ragione si richiede una visione al 100% per applicare e valutare gli effetti dell'eventuale maschera di contrasto da applicare alla specifica immagine.
Nelle fotocamere digitali il discorso � dunque lo stesso e con qualunque modello preso in esame. Un sensore, a differenza della pellicola, registra le informazioni di dettaglio all'interno di una ben precisa trama geometricamente ripetuta e questo indifferentemente dalla dimensione del sensore o dalla forma assegnata al pixel. Nella ripresa digitale si sommano dunque tre distinte trame costituite da quella del soggetto inquadrato, dal potere risolvente dell'obiettivo utilizzato (nelle specifiche impostazioni zoom, diaframma e distanza) e quella del sensore.
Per meglio comprendere baster� prendere qualunque fotocamera digitale e puntarla su un piano inclinato ricco di una ripetuta trama geometrica. Un esempio potrebbe essere ritrovato inquadrando una lunga ringhiera con sbarre verticali ripetute ed inquadrata di lato. L'inclinazione richiesta consentir� di aumentare la frequenza della trama man mano che ci si allontana dalla fotocamera. Di certo, qualunque fotocamera, presenter� un punto di interferenza moir� pi� o meno vicina corrispondente alle variabili coinvolte dalla risoluzione, dimensione del sensore, ingrandimento ottico ecc. ecc.
Si aggiunge poi l'interferenza moir� cromatica che complica la cosa in base all'algoritmo colore utilizzato.
Qualunque sensore monta davanti un filtro IR che assume anche un compito dedicato alla riduzione dell'insorgenza moir�. Il filtro al niobato di litio montato davanti al sensore sulle reflex Nikon ha infatti il compito di rimuovere (sfuocandolo) tutto il dettaglio proiettato sul sensore ma non compatibile con la divisione matematica del potere risolvente offerto dalla densit� tra i pixel. Ci� malgrado risulta impossibile la completa rimozione frutto delle variabili ottiche dell'obiettivo impiegato, del rapporto d'ingrandimento adottato, dalla trama geometrica del soggetto coinvolto, dalle differenti inclinazioni possibili nelle due dimensioni dello spazio tra pixel verticali, orizzontali, diagonali ma soprattutto motivata dal fatto che l'assoluta cautela anti moir� porta inevitabilmente ad un decadimento di nitidezza. Il calcolo delle frequenze di "taglio" assegnate al filtro al niobato di litio, sono dunque fatte nella forma pi� complessa ma soprattutto genericamente calcolate sull'ideale compromesso possibile.
La possibilt� di "registrare" effetti come quelli indicati risulta rarissima ma non impossibile e ci� con qualunque fotocamera digitale. Il responsabile dell'effetto � la trama delle veneziane inquadrate, con quella specifica inclinazione e con quel preciso rapporto d'ingrandimento e densit�.
Per ottenere lo stesso effetto con un'altra fotocamera baster� fare delle prove per ricercare l'interferenza legata alla risoluzione e l'ingrandimento specifico della nuova combinazione presa in esame. Lo stesso con la D70 impiegata. Un secondo scatto fatto con uno spostamento della fotocamera anche solo di un millimetro avrebbe portato alla totale assenza. Idem inclinando la fotocamera anche solo di mezzo grado.
Ma tra le variabili ancora coinvolte sono da verificare i responsabili della creazione dell'immagine. Se si salva in JPG direttamente dalla fotocamera sar� l'algoritmo interno della fotocamera abbinato all'impostazione di Nitidezza richiesta. Se lo scatto � in RAW-NEF il "responsabile" della creazione sar� il software impiegato. In altre parole, l'effetto potrebbe comparire utilizzando il Camera RAW di Photoshop ma non con Nikon Capture o viceversa. Ricordo che la creazione di un'immagine da file RAW avviene attraverso complessi algoritmi in grado anche di scongiurare o comunque ridurre ai minimi termini l'insorgenza dell'effetto.
Nikon Capture 4 primeggia anche da questo punto di vista. La versione 4.1 introduce una dedicata funzione di riduzione moir� assolutamente evoluta e "superiore" a tanti plug-in presenti sul mercato come il famoso della Quantum...
Un cordiale saluto, Marco