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NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON F 35mm e Scanner
Hannibal
Allora, correggetemi se sbaglio:
da quanto ho capito la distanza iperfocale la trovo su tabelle di quell'obiettivo , e vale solo per quello, in base al diaframma.
Secondo poi , la posso utilizzare per qualsiasi situazione per ottenere la massima nitidezza ? o ci son situazioni prestabilite dove utilizzarla? Cioe' vale per soggetti che si trovano ad una certa distanza? o anche se voglio ottenerela massima nitidezza da un soggetto vicinissimo in poi?
Scusate ma mi sto un po' fissando su questa cosa.
Grazie
Annibale
maurizioricceri
Anche io è da poco che stò cimentandomi con le distanze iperfocali,ma credo che sei in errore se pensi alla "massina nitidezza"piuttosto ad uno scenario in cui dalla metà della distanza iperfocale all'infinito si ha una messa a fuoco percettibilmente accettabibile.Qualcuno più esperto mi correggerà se ho scritto cavolate.
giannizadra
La massima nitidezza si ottiene solo sul piano di messa a fuoco.

L'iperfocale serve ad altro: a ottenere la massima estensione della profondità di campo fino all'infinito.

Varia in funzione di distanza di messa a fuoco, focale e diaframma.
Hannibal
ok perfetto, mi son espresso male, serve per ottenere la massima estensone di profondita' di campo e varia in base ad obiettivo, diaframma e distanza di messa a fuoco.
Posso utlizzarla in tutte le situazioni? soggetti a minima distanza di messa a fuoco ecc....?
giannizadra
La profondità di campo a un diaframma dato si estende meno davanti al piano focheggiato, che dietro.
Per averne la massima estensione (con l'iperfocale) conviene quindi focheggiare un po' "dietro" il soggetto più vicino.
Ad esempio, con un 18mm sul 24x36 a f/22, focheggiando a m 0,7, avrai tutto a fuoco da 0,36 m a infinito.
Tramonto
QUOTE(Hannibal @ Dec 3 2006, 12:42 PM) *

da quanto ho capito la distanza iperfocale la trovo su tabelle di quell'obiettivo , e vale solo per quello, in base al diaframma.

Sì. O, meglio, vale anche per altri obiettivi di stessa focale ... non solo per "quello lì".

QUOTE
o ci son situazioni prestabilite dove utilizzarla? Cioe' vale per soggetti che si trovano ad una certa distanza? o anche se voglio ottenerela massima nitidezza da un soggetto vicinissimo in poi?

Annibale, dipende da cosa vuoi tu. Mi spiego (ci provo).
Vuoi la massima estensione della profondità di campo davanti e dietro il soggetto fino all'infinito? Lavora con l'iperfocale.
Vuoi isolare il soggetto? Metti a fuoco solo su di lui e magari usa un diaframma piuttosto aperto.

Provo con due esempi.
Il primo si riferisce al tipico caso in cui voglio isolare il soggetto:

[attachmentid=66990]

Oppure voglio descrivere lo stesso soggetto e l'ambiente in cui si trova (allora conviene avere tutto in zona di campo nitido):

[attachmentid=66991].

Ovviamente, nel primo caso ho usato un tele (AIS 105 mm f/1.8), nel secondo caso (in cui è nitdo tutto, dalla base della statua fino alla cupola di San Pietro sullo sfondo) ho usato un grandangolo (AIS 28/2).
Anche nella foto che segue non mi sono preoccupato di avere tutto nitido. Lo è il soggetto principale, ma non lo sfondo. Ciononostante si intuisce bene l'ambientazione, in quanto lo sfondo (Castel Sant'Angelo a Roma) è leggibile, ma fuori fuoco:

[attachmentid=66994]

Spero di esserti stato di aiuto.

Riccardo
Ely (C)
Sarebbe interessante ricordare anche che la distanza iperfocale cambia in base al sistema adottato.
Per esempio se usiamo un obiettivo progettato per l'analogico su una digitale non possiamo fare più affidamento sulle distanze riportate sull'obiettivo stesso, questo per via del diverso formato del sensore.
Gianni, correggimi se sbaglio.
giannizadra
QUOTE(Ely (C) @ Dec 4 2006, 11:30 AM) *

Sarebbe interessante ricordare anche che la distanza iperfocale cambia in base al sistema adottato.
Per esempio se usiamo un obiettivo progettato per l'analogico su una digitale non possiamo fare più affidamento sulle distanze riportate sull'obiettivo stesso, questo per via del diverso formato del sensore.
Gianni, correggimi se sbaglio.


Per ottenere le stesse dimensioni d'immagine, il fotogramma Dx va ingrandito 1,5 x rispetto al 24x36.
Ingrandisci in questo modo anche il circolo di confusione dei punti posti sui piani non a fuoco, e in conseguenza la p.d.c. si riduce.

Il piano di messa a fuoco è uno e uno solo, e la profondità di campo è apparente.


Tramonto
QUOTE(giannizadra @ Dec 4 2006, 11:49 AM) *

Per ottenere le stesse dimensioni d'immagine, il fotogramma Dx va ingrandito 1,5 x rispetto al 24x36.
Ingrandisci in questo modo anche il circolo di confusione dei punti posti sui piani non a fuoco, e in conseguenza la p.d.c. si riduce.

Questo è esatto a parità di obiettivo (lunghezza focale) e di distanza di ripresa (distanza soggetto/supporto sensibile).
A parità di inquadratura (che è la cosa cui dare priorità in fotografia) vale l'opposto. Col digitale (o, in generale, con un supporto sensibile più piccolo) hai più pdc.
Il motivo ho cercato di spiegarlo nell'allegato in questo mio messaggio.

Pertanto, se prendi una qualunque delle mie foto su allegate, se avessi fatto la medesima foto con lo stesso obiettivo ed alla stessa distanza, col digitale APS-C avrei avuto meno pdc, come giustamente dice Gianni.
Ma avrei anche avuto una inquadratura "più stretta".
Se avessi mantenuto la stessa inquadratura (ad esempio usando un 18 mm invece di un 28 mm) avrei avuto un po' più di pdc.

Il tutto vale, ovviamente, fissata una stessa dimensione di stampa finale (ad es. 20x30 cm).
giannizadra
QUOTE(Tramonto @ Dec 4 2006, 02:26 PM) *

Questo è esatto a parità di obiettivo (lunghezza focale) e di distanza di ripresa (distanza soggetto/supporto sensibile).
A parità di inquadratura (che è la cosa cui dare priorità in fotografia) vale l'opposto. Col digitale (o, in generale, con un supporto sensibile più piccolo) hai più pdc.
Il motivo ho cercato di spiegarlo nell'allegato in questo mio messaggio.

Pertanto, se prendi una qualunque delle mie foto su allegate, se avessi fatto la medesima foto con lo stesso obiettivo ed alla stessa distanza, col digitale APS-C avrei avuto meno pdc, come giustamente dice Gianni.
Ma avrei anche avuto una inquadratura "più stretta".
Se avessi mantenuto la stessa inquadratura (ad esempio usando un 18 mm invece di un 28 mm) avrei avuto un po' più di pdc.

Il tutto vale, ovviamente, fissata una stessa dimensione di stampa finale (ad es. 20x30 cm).


Tutto assolutamente esatto. Pollice.gif
Il tuo argomento e il mio.
A suo tempo, a seguito di una lunga discussione, ci feci pure una prova, a varie focali, "croppando" con l'ingranditore i negativi, oltre che (più comodamente) i file digitali a monitor.
Seba_F80
QUOTE(Hannibal @ Dec 3 2006, 12:42 PM) *

Allora, correggetemi se sbaglio:
da quanto ho capito la distanza iperfocale la trovo su tabelle di quell'obiettivo , e vale solo per quello, in base al diaframma.
Secondo poi , la posso utilizzare per qualsiasi situazione per ottenere la massima nitidezza ? o ci son situazioni prestabilite dove utilizzarla? Cioe' vale per soggetti che si trovano ad una certa distanza? o anche se voglio ottenerela massima nitidezza da un soggetto vicinissimo in poi?
Scusate ma mi sto un po' fissando su questa cosa.
Grazie
Annibale


Volevo solo fare una riflessione. Si è detto che la distanza iperfocale è calcolata per ogni ottica, per ogni diaframma.
Questo è assolutamente vero, che io sappia, ma io credo che si pongono almeno 2 prolemi pratici.

Un problema è che se la tabella riferita alla nostra ottica, per un dato diaframma, stabilisce un valore di iperfocale con precisione al centimetro, credo che solo per la macro fotografia, con scatto su treppiede, la tabella "personale" della nostra ottica ci possa dare quele informazioni in più della "generica tabella" che si otterrebbe applicando la relazione per il calcolo dell'iperfocale.

In quel caso, infatti, quanti di noi siamo in grado di valutare con precisione centimetrica la distanza del soggetto dal piano pellicola/sensore?

Il secondo problema che io vedo è che, sebbene ogni ottica che si rispetti sia dotata anche della "scala" dell'iperfocale, la precisione con cui sono realizzate le tacche sull'ottica non è poi così elevata.

Impostando, ad es. f/3.5, su uno dei nostri obiettivi, non otteniamo solo un'indicazione qualitativa dell'estensione della zona di messa a fuoco, distanza d'iperfocale, ecc ecc?

Io credo che, per usare con criterio i calcoli fatti per la nostra ottica serverebbe una misura di distanza molto precisa ed un ottica con una tacchettatura millimetrica.

Forse, in effetti, questo è il motivo che ha spinto via via anche Nikon a non realizzare più la ghiera della profondità di campo.
Io, per esempio, ce l'h0 sul 18-35, ma trattandosi di un grandangolare spinto, la pdc è praticamente infinita sempre... wink.gif (tranne in macro, ma macro a 18mm.. quanti di voi lo fanno?)
giannizadra
In macro, l'iperfocale è...impossibile.
Per le focali ( e i diaframmi) che mi servono, ormai le tabelline dell'iperfocale le ho mandate a memoria.
Col 18-35 (prova focheggiando un soggetto vicino) la profondità di campo non è affatto infinita.
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