Aiuto - Cerca - Utenti - Calendario - Salta a fondo pagina - Versione completa  
NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON F 35mm e Scanner
Hannibal
Su dei manuali si trova scritto di impostare la messa a fuoco sulla distanza iperfocale invece che su infinito per soggetti a grandi distanze, in modo da ottenere piu' nitidezza.
Non vorrei fare il mateematico ma qualcuno saprebbe quantificare queste grandi distanze?
Grazie
Ciao Annibale
giannizadra
QUOTE(Hannibal @ Nov 18 2006, 08:36 PM) *

Su dei manuali si trova scritto di impostare la messa a fuoco sulla distanza iperfocale invece che su infinito per soggetti a grandi distanze, in modo da ottenere piu' nitidezza.
Non vorrei fare il mateematico ma qualcuno saprebbe quantificare queste grandi distanze?
Grazie
Ciao Annibale


Io la uso coi grandangolari, a diaframmi chiusi, per ottenere il tutto-a-fuoco da pochi cm all'infinito.

Non serve a ottenere maggiore nitidezza coi soggetti distanti (la nitidezza � massima sul piano di messa a fuoco) , ma a estendere il pi� possibile la profondit� di campo.
Da un soggetto vicino all'infinito.

Varia in funzione di focale e diaframma, e si pu� definire (semplificando un po') come la distanza di messa a fuoco che consente di avere nitidi (a un dato diaframma) tutti i piani che si estendono (pi� o meno) da met� di tale distanza all'infinito.
E' massima coi grandangolari e con i diaframmi pi� chiusi.
Per quantificarla, caso per caso, � sufficiente consultare le tabelle della profondit� di campo allegate alla confezione degli obiettivi.
Si pu� calcolare matematicamente, ed esistono programmini appositi.
Ti posto un piccolo esempio di uso dell'iperfocale:
Tramonto
Il concetto di distanza iperfocale, che chiameremo H, lo vedi in questa immagine:

[attachmentid=65853]

Quindi focheggiando alla distanza H, avrai tutto in zona di profondit� di campo nitido tra H/2 e infinito.
Il valore di H lo calcoli dalla focale, F, dall'apertura (diaframma, f) e dal valore del cerchio di confusione d. Il cerchio di confusione nel 35 mm si assume pari a 0,025 mm. Per una reflex digitale il valore si riduce di 1.5 volte, ovvero 0,017 mm:

[attachmentid=65854]

Ciao,

Riccardo
www.naturephoto.it
decarolisalfredo
Sei propio sicuro che il cerchio di confusione si riduce dell' 1,5?
non � mica calcolto sul formato leica, sul formato leica il cerchio di confusione creato dall'obiettivo (schema ottico ecc.) � accettabile se � di
0,03 circa.
Gli obiettivi che montiamo sulle digitali sono gli stessi pertanto il calcolo va fatto con 0,025 opuure 0,03 con certi zoom economici, comunque cambia poco.

Non credo che i DX siano calcolati per un cerchio di confusione minore, anche se il sensore � inferiore al formato laica.

Se mi sbaglio correggetemi pure, c'� sempre da imparare:

Alfredo
Hannibal
Di nuovo: so come si calcola la distanza iperfocale, volevo solo esempi pratici ove metterla in pratica o avere, come grandezza fisica, queste grandi distanze ove utilizzarla.
Tramonto
QUOTE(decarolisalfredo @ Nov 18 2006, 11:22 PM) *

Sei propio sicuro che il cerchio di confusione si riduce dell' 1,5?

S�. Per i motivi che ho gi� spiegato qui.
Taluni (Nikon compresa) utilizzano un valore di cerchio di confusione (cdc) per il formato 24x36 pari 0,030 mm. Altri, tra cui io rolleyes.gif , preferiscono un valore un po' pi� "cattivello" di 0,025 mm. Se calcoli che avrai una certa profondit� di campo (pdc) con 0,025 mm, avrai sicuramente quella pdc anche usando un valore del cdc pari a 0,030. Non � vero il contrario.
Tramonto
QUOTE(decarolisalfredo @ Nov 18 2006, 11:22 PM) *

Gli obiettivi che montiamo sulle digitali sono gli stessi pertanto il calcolo va fatto con 0,025 opuure 0,03 con certi zoom economici, comunque cambia poco.

Il concetto di cdc � legato alla profondit� di campo che percepiamo su una stampa. Pi� � piccolo il formato su cui quello stesso obiettivo produce l'immagine, minore deve essere il cerchio di confusione a parit� di dimensioni finali di stampa.

Se stampi un 20x30 da un negativo 6x6, ti basta meno pdc (ossai un cerchio di confusione maggiore) per avere una stampa con la stessa apparente senzazione di nitidezza sui vari piani che avresti avuto se avessi usato una pellicola 24x36.
Questo perch� ingrandisci di meno i "punti immagine" (sul piano di messa a fuoco) e i "cerchi" (sui piani fuori fuoco). Quando stampi un 20x30, col 35 mm ingrandisci 8 volte, col 6x6 solo 5 volte. E quindi col 6X6 ti puoi permettere un cerchio di confusione 8/5 pi� grande.
Anche per questo si valutano i negativi piccolo formato con lentino 8X, mentre per quelli medio formato basta un lentino 4 o 5X ...


QUOTE(Hannibal @ Nov 19 2006, 12:34 AM) *

Di nuovo: so come si calcola la distanza iperfocale, volevo solo esempi pratici ove metterla in pratica o avere, come grandezza fisica, queste grandi distanze ove utilizzarla.

Hannibal, scusa ma non ti capisco.
Prima chiedi come "quantificare" le distanze e poi dici che sai fare i calcoli.
Sai fare i calcoli? Falli e sappi trarre le dovute considerazioni dai valori calcolati.
Cosa intendi per esempi pratici? Immagini? Giannizadra te ne ha dato due esempi.

QUOTE(Hannibal @ Nov 18 2006, 08:36 PM) *

Su dei manuali si trova scritto di impostare la messa a fuoco sulla distanza iperfocale invece che su infinito per soggetti a grandi distanze, in modo da ottenere piu' nitidezza.

Dubito che sia scritto cos�. La nitidezza la valuti sul piano di messa a fuoco e dipende dalla qualit� dell'ottica a quel valore di apertura e distanza (la nitidezza di un obiettivo dipende anche dalla distanza di messa a fuoco, altrimenti Nikon non avrebbe sviluppato il sistema CRC).
Il concetto di profondit� di campo � un altro, tant'� che le Tabelle cui faceva riferimento giannizadra non cambiano cambiando obiettivo (valgono ad es. per un 50 Macro Zeiss ZF come per un 50 mm Praktica...).
giannizadra
QUOTE(Hannibal @ Nov 19 2006, 12:34 AM) *

Di nuovo: so come si calcola la distanza iperfocale, volevo solo esempi pratici ove metterla in pratica o avere, come grandezza fisica, queste grandi distanze ove utilizzarla.


Temo che tu non abbia chiaro il concetto.
L'iperfocale (come ti ho scritto sopra) va utilizzata quando desideri una profondit� di campo che si estenda fino all'infinito .

La domanda sulle "grandi distanze ove utilizzarla" non ha alcun significato.

Il piano di messa a fuoco � uno e uno solo, e su quello avrai la massima nitidezza.
L'iperfocale estende l'impressione di nitidezza dei piani fuori fuoco, massimizzando la profondit� di campo.
Hannibal
Da testo :
Per aumentare la profondita' di campo " con soggetti molto lontani" , prima di mettere la scala delle distanze su infinito rilevate la distanza piu' vicina che rientra nei limiti di profondita' di campo con il diaframma impostato, regolate poi la messa a fuoco su questa distanza. Questa e' la distanza iperfocale.....


quetso era cio' che diceva il testo. Comunque mi son dato una risposta da solo

Ciao
giannizadra
QUOTE(Hannibal @ Nov 19 2006, 01:36 PM) *

Da testo :
Per aumentare la profondita' di campo " con soggetti molto lontani" , prima di mettere la scala delle distanze su infinito rilevate la distanza piu' vicina che rientra nei limiti di profondita' di campo con il diaframma impostato, regolate poi la messa a fuoco su questa distanza. Questa e' la distanza iperfocale.....
quetso era cio' che diceva il testo. Comunque mi son dato una risposta da solo

Ciao


Definizione piuttosto "tirata via" e imprecisa.
L'iperfocale non � "la distanza pi� vicina che rientra nei limiti della profondit� di campo..".
Cionondimeno, non dice ci� che hai inteso tu.
Cambia testo, comunque.


Tramonto
Non so se pu� servirti ...
Comunque allego l'immagine del mio 50/1.4 regolato a f/8 (colorato in rosso e a cui fanno riferimento le tacche rosse) e sulla distanza iperfocale:

[attachmentid=65895]

La distanza iperfocale � la distanza su cui � focheggiato l'obiettivo (pallino nero) = 10 metri. La profondit� di campo si estender� da 5 m a infinito (vedi le due tacche rosse verticali).
Ergo: se volessi a fuoco soggetti distanti (pi� vicini dell'infinito) conviene focheggiare a 10 m con diaframma f/8, piuttosto che a infinito.
Ma il piano di messa a fuoco sar� sempre e comunque 10 m, e l� (e solo l�) avr� la massima nitidezza.
Se l'avevi gi� capito, non tenerne conto. Ma pu� essere di aiuto a qualcun altro.
Erpie
come mai tramonto ha evidenziato le aperture saltando f 5.6, ovvero come determina che si riferisce a f 4, e cosa indica il puntino rosso a sx di quello nero?

alcune discussioni sono davvero utili. grazie.gif
Tramonto
QUOTE(Erpie @ Nov 19 2006, 10:09 PM) *

come mai tramonto ha evidenziato le aperture saltando f 5.6, ovvero come determina che si riferisce a f 4

non ho capito ...
il mio esempio si riferiva all'obiettivo diaframmato a f/8 (e 8 e' colorato in rosso sulla ghiera). L'intervallo in cui si estende la pdc � individuato tra le due tacche rosse (ossia di stesso colore con cui � stampigliato il valore del diaframma) verticali ...


QUOTE
e cosa indica il puntino rosso a sx di quello nero?

la correzione della messa a fuoco per la fotografia nell'infrarosso ...
Erpie
ok l'esempio a diaframma 8 penso di averlo capito, e quindi immagino che se chiudo a f 11 l'intervallo da prendere in cosiderazione sia quello determinato dalle tacche gialle e cos� ho pensato che le tacche verdi si riferiscano all'apertura f 4 visto che il 4 mi sembra sia verde.

Ora a fronte di quello che ho detto sopra mi son chiesto come mai non vi sia un indicazione per l'apertura 5.6 e di seguito come mai ci sia per f 4 invece.

Tramonto
QUOTE(Erpie @ Nov 19 2006, 10:30 PM) *

ok l'esempio a diaframma 8 penso di averlo capito, e quindi immagino che se chiudo a f 11 l'intervallo da prendere in cosiderazione sia quello determinato dalle tacche gialle e cos� ho pensato che le tacche verdi si riferiscano all'apertura f 4 visto che il 4 mi sembra sia verde.

Pollice.gif Bravissimo. E' cos�

QUOTE
Ora a fronte di quello che ho detto sopra mi son chiesto come mai non vi sia un indicazione per l'apertura 5.6 e di seguito come mai ci sia per f 4 invece.

Presumo per evitare un eccessivo affollamento di tacche (quella del 5,6 avrebbe anche interferito col pallino rosso per la messa a fuoco IR).
Dal punto di vista pratico, poco importa. Puoi sempre "immaginare" delle tacche tra quelle del diaframma 8 e del diaframma 4 ... un qualche riferimento ce l'hai comunque.
Erpie
grazie Tramonto, guru.gif mi rimane il quesito di come, in mancanza di colori, si possa capire a quale focale si riferisca una tacca a cui manca il riferimento numerico. A meno che la scala non sia una convenzione.
Perch� io, senza il tuo aiuto, sono andato in ordine 16 11 8 5,6 ogni volta si dimezza.. o sbaglio?

ps. quando scrivi un bel libro pieno di formulette?
Tramonto
QUOTE(Erpie @ Nov 19 2006, 11:10 PM) *

grazie Tramonto, guru.gif mi rimane il quesito di come, in mancanza di colori, si possa capire a quale focale si riferisca una tacca a cui manca il riferimento numerico.

Intendevi dire:"a quale diaframma si riferisca una tacca a cui manca il riferimento numerico" ?
In questi casi la vedo dura (ma forse non ho capito bene la tua osservazione hmmm.gif ). Talvolta si usa scrivere il valore dell'apertura (diaframma) in corrispondenza della tacca, come negli obiettivi AF:

[attachmentid=65953]

Come noterai (spero l'immagine sia leggibile) sul 60 micro vi sono due tacche stampigliate sotto la finestrella con le distanze di messa a fuoco. Le tacche per� d�nno l'indicazione solo per f/16 e f/32 ...

QUOTE
ps. quando scrivi un bel libro pieno di formulette?

Quando trovo un Editore illuminato ... biggrin.gif
Erpie
si intendevo diaframma, che vergogna...

e si hai capito la domanda, e dal fatto che tu dica che la vedi dura me ne sorge un altra, l'obiettivo ha veramente le tacche colorate? io ho pensato che le avessi colorate tu per quelli come me che son confusi.. (focale.....)

grazie ancora e perdonami se abuso della tua gentilezza
Tramonto
QUOTE(Erpie @ Nov 19 2006, 11:46 PM) *

... l'obiettivo ha veramente le tacche colorate? io ho pensato che le avessi colorate tu per quelli come me che son confusi...

I Nikkor MF hanno le tacche colorate. Alcuni zoom (vedi ad esempio qui) hanno delle "linee" colorate, dello stesso colore con cui � "dipinto" il valore dell'apertura.
decarolisalfredo
QUOTE(Tramonto @ Nov 19 2006, 10:39 AM) *

S�. Per i motivi che ho gi� spiegato qui.
Taluni (Nikon compresa) utilizzano un valore di cerchio di confusione (cdc) per il formato 24x36 pari 0,030 mm. Altri, tra cui io rolleyes.gif , preferiscono un valore un po' pi� "cattivello" di 0,025 mm. Se calcoli che avrai una certa profondit� di campo (pdc) con 0,025 mm, avrai sicuramente quella pdc anche usando un valore del cdc pari a 0,030. Non � vero il contrario.

Scusa � quasi mezzanotte ,ma non mi sono potuto collegare prima.
Sono daccordo su quello che hai postato solo una cosa forse mi sfugge:

Io parto dal presupposto che � nel calcolare e costruire l'obiettivo che porta ad avere quel certo circolo di confusione, per il 24x36 deve essere di 0.030, mentre nel 6x6 se non erro � del 0,050 (anche se certi 6x6 arrivano a quello del 24x36)
Quindi dovendo ingrandire di pi� la PDC � minore, oppure con il sensore si ingrandisce di meno?

Grazie comunque per il tutoria lo legger� con attenzione.
Alfredo
Tramonto
QUOTE(decarolisalfredo @ Nov 20 2006, 12:14 AM) *

Io parto dal presupposto che � nel calcolare e costruire l'obiettivo che porta ad avere quel certo circolo di confusione, per il 24x36 deve essere di 0.030, mentre nel 6x6 se non erro � del 0,050 (anche se certi 6x6 arrivano a quello del 24x36)

Pi� un obiettivo � in grado di riprodurre un punto il pi� piccolo possibile sul piano focale, pi� � nitido. Pi� le aberrazioni ottiche sono corrette, meno si allargheranno i punti che cadono avanti e dietro il piano di messa a fuoco. E quindi detti punti verranno riprodotti come cerchi "pi� piccoli" rispetto a quello che farebbe un altro obiettivo pi� affetto da aberrazioni (non esistono ottiche non affette da aberrazioni ...).
Non � dunque che gli obiettivi vengano progettati pensando al cerchio di confusione, ma piuttosto il progettista si preoccupa di come ridurre al minimo le aberrazioni.
Un obiettivo migliore ha, di conseguenza, una maggiore profondit� di campo ... (e questo non compare nelle formule, che presuppongono il caso ideale, ossia il caso di un vetro senza aberrazioni ...).
O forse sarebbe pi� corretto rovesciare quest'ultimo concetto: un obiettivo che non sia ben corretto ha meno profondit� di campo di quella teoricamente calcolabile assegnando un certo valore al cerchio di confusione. Insomma, un obiettivo non ben corretto � meno nitido sul piano focale e quindi sar� meno nitido avanti e dietro a detto piano. E ci� comporta che la zona di estensione del "campo nitido" morir� prima, pi� vicina al piano di messa a fuoco.

QUOTE
Quindi dovendo ingrandire di pi� la PDC � minore, oppure con il sensore si ingrandisce di meno?

E' spiegato nel tutorial (spero in modo comprensibile ! smile.gif ), che riallego anche in questa discusione:

[attachmentid=65964]

Ciao,

Riccardo
www.naturephoto.it
decarolisalfredo
Letto, grazie Tramonto! IO ragionavo in assoluto e non pensavo alla stessa inquadratura , ora mi � tutto chiaro quello che dicevi.
Buona giornata Alfredo
Salta a inizio pagina | Per vedere la versione completa del forum Clicca qui.