QUOTE(buzz @ Oct 6 2006, 03:17 PM)
Mezza "tacca" (stop) di diaframma non genera una foto disastrosa. La sivra-sotto esposizione rientra in parametri accettabili persino da una dia.
Il "simulatore di diaframma" come lo chiami, genera un impulso che muove le lamelle dell'ottica fino a fargli raggiungere l'apertura stabiliita, che dia G o meno. L'impoecisione può essere data da un problema di dialogo tra i due corpi o da un difetto meccanico.
La differenza con il G è che su quelli provvisti di ghiera occorre bloccarla al minimo valore, altrimenti la fotocamera si ribella (errore FF).
A proposito, sapete perchè si chiama stop? perchè il movimento di chiusura delle lamelle del diaframma è continuo e per ottenere dei valori fissi si imponeva un fermo (stop) alla ghiera, in valori che andavano via via raddoppiando di intensità luminosa che questo lasciava passare.
Il mezzo stop o il terzo di stop sono subentrati quando le pellicole avevano meno latitudine di posa e si è sentita la necessità di inserirli.
Non parlo di disastri, parlo di foto esposte un pò fuori dall'ottimale con frequenza sospetta. Il diaframma del mio vecchio 180 credo sia a posto, mai avuto problemi su pellicola. Per questo obiettivo e per gli AIs in generale non parliamo di motori o impulsi, c'è una piccola leva sull'obiettivo, impegnata da un riscontro sul corpo macchina che tiene a tutta apertura il diaframma, e all'atto della esposizione libera la leva dell'obiettivo, che si sposta al valore selezionato. Non so se le ottiche Ai funzionano in P sulla D 200, lavoro sempre a priorità diaframmi, per cui il problema del diaframma minimo non so se si presenta.
Il simulatore del diaframma è un'altra cosa, serve a far capire alla macchina, che misura la luce a TA, di quanto si chiuderà il diaframma all'atto della esposizione effettiva, e la macchina corregge l'esposizione in base a questo dato.