QUOTE(marcellafoglia @ Aug 31 2016, 07:52 PM)

Ho acquistato un obiettivo Nikon 105mm f/2,8 ma non riesco a capirci niente. Non riesco ad impostare il diaframma 2,8....si comporta come se avessi impostato la fotocamera a priorit� di tempi; punto lontano fuori al balcone e si posiziona a 2,8.....metto a fuoco un oggetto vicino si posiziona a f/3..... eppure la macchina sta
in manuale!
La luminosit� degli obiettivi diminuisce all'aumentare del rapporto di riproduzione (o ingrandimento). In altre parole, la loro apertura relativa cambia tanto pi� focheggiamo a corte distanze.
Leggende metropolitane dicono che la causa sia l'aumento del tiraggio (allungamento del barilotto, tubi di prolunga, soffietti, ecc.). Non � cos�. Infatti, lo stesso tubo di prolunga (ad es. un tubo di 25 mm) causa una ben diversa variazione di apertura se montato su un 50 mm f/2.8 o su un 300/2.8. Nel primo caso si perde 1 stop di luminosit� (l'apertura massima passa da f/2.8 a f/4), cio� la luce che arriva al supporto sensibile si dimezza. Nel secondo caso (300/2.8) la variazione di apertura � trascurabile. Eppure l'aumento di tiraggio � lo stesso (25 mm) ...
Per non parlare poi degli obiettivi IF (con messa a fuoco interna, tra cui rientra il 105 VR, o i 200 Micro-Nikkor AI e AF-D), che focheggiano a corte distanze, arrivando al rapporto di riproduzione1:1, senza alcun allungamento del barilotto!
E allora, la variazione di apertura alle corte distanze da cosa dipende?
Dipende dalla DIMINUZIONE DELL'ANGOLO DI CAMPO INQUADRATO. Pi� un obiettivo focheggia vicino, pi� stringe l'inquadratura. Pi� stringe l'inquadratura, meno luce raccoglie la lente frontale. Ergo, l'apertura varia.
Tutto questo si dimostra con relazioni matematiche che correlano l'angolo di campo inquadrato con il rapporto di riproduzione e la lunghezza focale.
Un 50 mm che dovesse focheggiare a 1:1 avrebbe lo stesso angolo di campo inquadrato di un 100 mm focheggiato all'infinito. E' come se gli avessimo applicato un duplicatore di focale: la sua apertura varia di 2 stop perch� la sua lente frontale (il cui diametro � assolutamente fisso) raccoglie molto meno luce (quattro volte di meno, per l'esattezza).
Torniamo al 105 VR di Marcella. E' un macro IF. Focheggiandolo da vicino raccoglie meno luce e l'apertura cambia.
La tabella seguente d� i valori ai vari rapporti di riproduzione (che sono visibili nella stessa finestra delle distanze di messa a fuoco).
Si noti come l'apertura praticamente non cambi fino a 3 m, e come la variazione sia
irrilevante (l'apertura massima cambia da f/2.8 a f/3 appena) fino a 1:5. Per valori di RR maggiori di 1:5 l'effetto della riduzione dell'angolo di campo inquadrato diventa non pi� trascurabile e il
chip all'interno dell'obiettivo d� l'informazione al fotografo.
Questa informazione non viene ovviamente data dagli obiettivi senza
chip, come ad esempio i Micro-Nikkor AI o i macro Zeiss ZF.
Infine, riprese a distanza ravvicinata si possono fare anche usando grandi aperture, sfruttando proprio la ridotta profondit� di campo a fini creativi. Non a caso Zeiss fa dei Makro-Planar di luminosit� massima f/2 (che vanno benissimo gi� a quella apertura

). Per capire ci� di cui parlo, si pu� iniziare dalle foto del bravo fotografo altoatesino Georg Kantioler, cominciando da
questa galleria.
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