Ci sono 2 disgrazie che colpiscono i dilettanti alle primissime armi, la prima è lo zoom digitale delle compattine.
In pratica la macchina taglia la parte centrale dell'immagine, come fa pure l'ammiraglia delle reflex professionali Nikon, ma poi, al contrario della D2x, la interpola, la diluisce, la devasta per far raggiungere il peso, l'ingombro nella memoria delle altre foto, inficiando ogni vantaggio e rendendo il tutto una calamità da escludere subito appena si impugna una Coolpix.
Se proprio si vuole croppare è meglio farlo a casa in modo da scegliere dove e quanto, e se poi dovesse servire una risoluzione maggiore la si cambia se e quanto serve.
Non so perché le case non tolgono questa funzione, forse perché chi appunto si avvicina alla fotografia digitale crede che sia un vantaggio in più.
L'altro problema è lo “zoom podalico”: quando il principiante impugna per la prima volta una macchina ruotando lo zoom ha l'impressione di spostarsi senza camminare, e quindi pensa di poter ottenere lo stesso effetto con una ottica fissa semplicemente spostandosi avanti e indietro. Ma così non è! Cambiando la posizione cambia la prospettiva, indipendentemente da qualunque lente si abbia a disposizione. Un oggetto potrà avere la stessa inquadratura se lo si inquadra con lenti diverse da posizioni diverse, ma la sua prospettiva cambia e pure quella dello sfondo. Osserviamo queste due immagini:
La costruzione ha più o meno le stesse dimensioni, ma l'aspetto è molto diverso se lo riprendo con un grandangolo da vicino o con un tele da lontano. Non è un effetto che dipenda dalla qualità degli obiettivi ma bensì dalla prospettiva, anche il nostro occhio vede così, solo che il nostro cervello interpreta, capisce che la casetta non si deforma mentre noi ci spostiamo, invece la foto riprende quello che vede. Pure lo sfondo sembra un altro, in uno l'albero si intravede solo, la ringhiera in una si vede bene e nell'altra sembra minuscola. Sono di più le differenze che le somiglianze.