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NikonClub.it Community > PRODOTTI NIKON > NIKON F 35mm e Scanner
VinMac
Sembra che la pellicola, specie in B&W, stia vivendo quasi una seconda giovinezza.
Per tutti coloro che amano completare il processo con la stampa da ingranditore, mi permetto di trascrivere qualcosa sulle carte, informazioni tratte da vecchi appunti di camera oscura e testi divulgativi di qualche anno fa, che spero vorrete arricchire con le vostre esperienze, correggendo anche eventuali miei errori.
Classificazione delle carte da stampa.
Le carte da stampa si classificano:
1) in base al supporto, cio� carte baritate o politenate
2) in base al contrasto, da gradazione 0 (morbidissima) a gradazione 5 (molto contrastata);
3) in base al tono, cio� neutro, caldo, freddo
3) in base alla superficie, cio� lucide, matt, semi-matt, perla.
Carte baritate o politenate
Le carte baritate sono rivestite da uno strato di solfato di bario, che si frappone tra il supporto e l'emulsione; questo strato intermedio impedisce all'emulsione di penetrare tra le fibre della carta ed "illumina" i bianchi.
Le baritate, per via dell'unico strato di solfato di bario, tendono ad accartocciarsi durante l'asciugatura e richiedono di essere spianate con un rullo su una superficie solida e levigata, oppure di essere "smaltate" (se si desidera una superficie lucida) con la smaltatrice (vecchio attrezzo all'epoca anche molto costoso!). Inoltre, assorbono i bagni pi� lentamente (con tempi di immersione mediamente superiori rispetto alle politenate) e, soprattutto, li eliminano altrettanto lentamente, tanto da imporre lo sgocciolamento tra sviluppo, arresto e fissaggio e tempi di lavaggio praticamente biblici!
Le carte politenate sono invece interamente rivestite di polietilene; il supporto, quindi, non si accartoccia, n� si impregna di liquidi, per cui non � necessaria la smaltatura (in verit� � assolutamente controindicata: il polietilene, con il calore .... vi lascio immaginare!), i tempi di immersione nei liquidi sono pi� contenuto ed il lavaggio si conclude in tempo ragionevole; l'asciugatura, infine, � assai semplice e non richiede particolari cautele.
La gradazione delle carte
Come gi� detto, la gradazione della carta viene espressa da un numero compreso tra 0 e 5. Normalmente si usa la carta n� 2 o n� 3, a secondo che si stampi in luce diffusa o condensata, sempre che il negativo presenti una corretta e quanto pi� possibile estesa gamma tonale. Invece, qualora il negativo sia eccessivamente "morbido", si potr� tentare di riprendere questo suo difetto usando una carta di gradazione pi� elevata (n� 4 oppure, in casi estremi, n� 5), cos� come, all'inverso, per un negativo eccessivamente contrastato si potr� tentare con una cart� di gradazione pi� bassa (n� 1, quasi mai la n� 0!). La carta di gradazione 1 � inoltre indicata per i provini a contatto.
Il massimo della comodit� e del risparmio, ovviamente, � acquistare ed usare le carte a contrasto variabile: basta cambiare i filtri ed il gioco � fatto!
Toni freddi, toni caldi e toni neutri
Questa qualit� si riferisce alla tonalit� di riproduzione dei neri, che pu� tuttavia essere influenzata anche dal tipo di rivelatore usato e dalla sua dluizione.
La superficie delle carte
Le carte con superficie lucida presentano un aspetto, per cos� dire, "speculare"; le matt e le semi-matt, invece, si caratterizzano per l'aspetto pi� o meno "opaco", mentre le perla sono appositamente lavorate per presentare un aspetto elaborato, quasi da "filigrana".
Cos'altro aggiungere sulle carte? Hmm ... s�, ci sono Lampadina.gif
Difetto di reciprocit�: come per le pellicole, anche per le carte l'esposizione ridotta o prolungata oltre un certo tempo produce l'effetto Schwarzshild; non vi � quindi recirpocit� e l'esposizione deve essere corretta.
Sensibilit� spettrale: le carte da stampa B&W sono sensibili solo ad una porzione dello spettro, generalmente alla luce blu ed un p�, talvolta, al verde. Ecco perch� in CO basta una tenue luce rossa per non restare ... all'oscuro biggrin.gif !
Sensibilit� nominale: � espressa (ma non sempre i fabbricanti la indicano) in valori ANSI oppure ISO P; ovviamente, � un valore completamente diverso rispetto a quello delle pellicole, con le quali ha nulla a che vedere!
La giusta coppia "carta-rivelatore"
Per lo sviluppo delle pellicole l'influenza del rivelatore � molto pi� marcata. Anche nella fase di stampa, tuttavia, scegliere un certo tipo di rivelatore piuttosto che un altro in relazione alla carta usata pu� condizionare il risultato finale. A tale proposito bisogna tenere presente che quasi tutti i rivelatori, salvo diversa indicazione del produttore, danno sulla stampa finale neri dal tono neutro; questo accade ovviamente alla diluizione standard, in quanto se i limiti consigliati nelle istruzioni vengono superati aumentando la diluizione (e quindi anche il tempo di sviluppo) si otterranno un contrasto pi� contenuto e neri che tendono alla tonalit� calda.
Il rivelatore deve essere usato ad una diluizione tale da generare tempi di sviluppo sufficienti per eventuali, ed a volte necessari, interventi manuali di sviluppo (c.d. "sviluppo selettivo", che si ottiene riscaldando o raffreddando parti della carta con vari metodi per renderli soggetti a differenti risultati); se si usa un rivelatore "speed", oppure uno normale ma con alto rapporto di diluizione, i tempi saranno cos� rapidi da non consentire acuna possibilit� di intervento (e ciao ciao creativit�!).
E allora ... quale carta scelgo? E con quale rivelatore?
E' la domanda da un milione di dollari, quella che molti di voi si porranno dopo avere letto questo mio sproloquio. Ed io son qui per darvi l'unica risposta possibile ... e cio� che una risposta non esiste!
Ebbene si, per ottenere una stampa di qualit� che faccia "schizzar fuori" il soggetto non c'� una regola di carattere generale, ma bisogna acquisire ed imparare ad usare in camera oscura le stesse capacit� di "prefigurazione del risultato" che ci sono cos� care in fase di ripresa. La scelta del supporto, della superficie, del contrasto e dei toni vanno fatte di volta in volta sulla base del negativo prescelto (punto di partenza: un buon esame del nagativo e dei buoni provini a contatto, seguiti da un buon provino d'esposizione) e sulla base del risultato che vogliamo raggiungere.
Per le prime volte sembrer� fatica sprecata, poi con l'esperienza alcune cose si cominceranno a dare per scontate e sar� anche possibile riconoscere "ad occhio" cosa ci serve per una piccola, grande stampa finale!
Buona Nikon a tutti voi.
Vincenzo

P.S.: a presto, se vi interessa, con i piccoli trucchi di "manualit�" in CO: flashing, vignettatura, sviluppo selettivo ed altro ancora ... sono alla portata di tutti ed aiutano ad ottenere i risultati che desideriamo.
Vincenzo I.
repetita iuvant, grazie
attendo prossimi sproloqui messicano.gif
simone_chiari
grazie mille aspetto il seguito
ciao
Simone
zonaradioattiva
QUOTE(VinMac @ Mar 14 2013, 06:19 PM) *
P.S.: a presto, se vi interessa, con i piccoli trucchi di "manualit�" in CO: flashing, vignettatura, sviluppo selettivo ed altro ancora ... sono alla portata di tutti ed aiutano ad ottenere i risultati che desideriamo.



visto che hai gettato l'esca adesso ci speghi anche Flashing,vignettatura e sviluppo selettivo...... questi sconosciuti .... laugh.gif
Francesco_Costantini
Io non ho mai stampato in casa, ma sto cercando di sistemare un angolo per farlo, e queste informazioni mi sono pi� che utili.
Grazie tante, anch'io aspetto il seguito, come gli altri.

Francesco
VinMac
Riprendiamo a parlare di CO e, in particolare, della seconda parte del processo, cio� la stampa (la prima � lo sviluppo del negativo, ed una volta vi era anche una terza parte, costituita dal ritocco, ma questa ormai � archeofotografia).
Prima di esaminare alcune semplici ma significative tecniche di stampa (creative e/o correttive), � per� necessario toccare alcuni punti - spesso trascurati - sulla valutazione del negativo.
Se consideriamo tutte le possibili combinazioni di esposizione e sviluppo, avremo in tutto 9 differenti possibilit�, graficamente evidenziate nella seguente tabella (cosiderate le colonne contrassegnate dalle lettere A, B e C e le righe dai numeri 1, 2 e 3).
Immagine ridimensionata: clicca sull'immagine per vederla con le dimensioni originali.

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Non tutte queste combinazioni, ovviamente, danno risultati utili; in particolare, quelle "stampabili" sono, oltre ovviamente alla B2 (esposizione corretta & sviluppo corretto), la A3 (sottoesposizione e sovrasviluppo), normalmente usata ogni qualvolta "tiriamo" una pellicola, e la C1 (sovraesposizione & sottosviluppo), meglio conosciuta con il famoso e comune detto "esporre per le ombre e sviluppare per le luci".
Innanzitutto, sfatiamo un mito: i casi B2 sono veramente rari. Infatti, perch� un negativo sia correttamente esposto "di per s�", � necessario che lo scarto di luminosit� tra le ombre e le alte luci della scena sia contenuto entro la gamma tonale della pellicola (e che l'esposizione sia misurata con esposimetro separato a luce incidente, aggiungo io!). Svilupparlo correttamente - cio� in definitiva con un p� pi� di attenzione e precisione - non � poi difficilissimo, ma rimane comunque il fatto che le scene con uno scarto di luminosit� contenuto nei 5 o 6 EV, specie all'aperto ed in alcune ore della giornata, sono veramente rare.
Sui casi A3 si � ampiamente dibattuto sul Forum, e non � necessario aggiungere altro se non ricordare che si ottiene normalmente un negativo pi� denso e pi� contrastato per via dello sviluppo prolungato.
I casi C1 sono invece particolarmente interessanti perch� aiutano la pellicola ad "incassare" ampi scarti di luminosit�; le ombre sono sempre leggibili, grazie alla sovraesposizione, e le alte luci vengono bruciate solo in parte, grazie al sottosviluppo (ma solo su questo argomento si potrebbe aprire un altro topic!).
E qui una prima sintesi: i B2 vanno solitamente stampati su carta di gradazione compresa tra 2 e 3, a secondo del tipo di ingranditore usato, gli A3 su carta di gradazione da 2,5 a 1 ed i C1 su carta da 2,5 a 4.
Questo, ovviamente, vale in linea di principio ed al solo fine di compensare le opposte tendenze del negativo; nulla vieta - per creativit� o gusto personale - di seguire strade diverse.
I negativi vanno "provinati", cio� stampati a contatto su carta di gradazione 1, e poi osservati, possibilmente con una lente contafili; questo serve ad orientarsi sul taglio da dare alla scena, a rilevare eventuali difetti di trattamento del negativo cui porre rimedio in fase di stampa, ed a ragionare sulle tecniche di esposizione e sul tipo di carta da scegliere per la stampa finale.
E qui un secondo momento di sintesi: il tipo di superficie (lucida, matt, semi-matt, perla) va scelto in base al tipo di soggetto dell'immagine. Una foto sportiva, una ripresa d'architettura d'esterni o una scena ritratta all'interno di una fabbrica o di un'officina richiedono solitamente la superficie lucida (da senso di modernit�, immediatezza e dinamicit�, con una chiara lettura dei dettagli); un ritratto o un paesaggio, solitamente, richiedono una matt o semi-matt (per il ritratto anche una perla), mentre una per una foto glamour spesso si preferisce una perla.
Realizzati ed esaminati i provini a contatto, si passa al provino di esposizione; qui il negativo non viene pi� lavorato in strisce da sei nel torchietto a contatto, ma viene proiettato singolarmente sul piano di stampa, con l'apertura di diaframma ed alle dimensioni di ingrandimento pi� o meno prescelte per la stampa finale. Solo che, al posto di un intero foglio di carta, si usa una striscia appositamente ritagliata, larga 3 o 4 cm., disposta trasversalmente lungo l'immagine (in questi casi il marginatore aiuta). Con un cartoncino nero si scoprono via via porzioni della striscia, senza variare il tempo di esposizione che deve rimanere della stessa quantit�.
Cos�, se si usa un tempo di 4 secondi sempre con lo stesso diaframma e si espongono sei porzioni della striscia, si avranno sei parti cos� esposte: 24'', 20'', 16'', 12'', 8'' e 4''.
Ovviamente, il tempo di provinatura ed il numero di porzioni pu� essere scelto di volta in volta, se combiano le esigenze.
Alla fine, sviluppata a fondo e bene la striscia, si seglie il tempo che si ritiene pi� corretto per una stampa ideale, o quello che gli si avvicina di pi� (si usa una striscia e non un intero foglio per risparmiare, ma per chi lo desidera, soprattutto per le prime volte, forse un foglio intero � preferibile!).
Ora vediamo come � possibile intervenire in fase di stampa per migliorare il risultato finale con qualche semplice tecnica.
Esposizione selettiva
Il negativo pu� presentare scarti di lumiosit� tali da perdere dettagli nelle ombre o nelle alte luci, se stampato con esposizione omogenea in ogni sua parte. La tecnica dell'esposizione selettiva viene in nostro aiuto, permettendoci di esporre tali parti con tempi diversi.
Come fare?
Semplicissimo! E' sufficiente munirsi di un cartoncino spesso abbastanza da fermare la luce e durante l'esposizione frapporlo per un certo periodo di tempo tra l'obiettivo ed il foglio posto sul piano di stampa. Cos� facendo, una parte dell'immagine ricever� pi� luce ed un'altra meno, tanto da compensare gli scarti di luminosit� del negativo. Se la tecnica tende ad ottenere parti pi� scure, si chiama vignettatura, se tende invece ad ottenere parti pi� chiare, mascheratura (il riferimento � ad una maggiore o minore chiarezza rispetto al tempo di esposizione standard individuato tramite il provino di esposizione).
Accorgimenti: il cartoncino va tenuto all'incirca a met� tra l'obiettivo ed il piano di stampa, per evitare di produrre ombre nette che si traducono in brusche variazioni di luminosit� sulla stampa; per lo stesso motivo, il cartoncino va inoltre leggermente mosso con piccoli movimenti lenti e circolari. Nel tempo e con l'esperienza, si possono ritagliare cartoncini di forme diverse (circolari, triangolari, con un foro al centro), utili per risolvere la maggior parte delle diverse situazioni. Quando bisogna lavorare di fino al centro dell'immagine, per sorreggere il cartoncino senza creare ombre in altre parti della stampa si pu� usare del fil di ferro.
Cenni storici: gli stampatori professionisti decidevano quale mascheratura o vignettatura usare gi� in fase di esame dei provini a contatto, separando con un pennarello le varie zone e riportando su ciascuna gli scarti di esposizione da riprodurre in fase di stampa (ecco perch� erano chiamati "maestri" stampatori!).
Flashing
Questa � un p� pi� complicata e serve a recuperare la perdita di dettaglio nelle alte luci. Sul negativo, le alte luci "pelate" (non "bruciate", perch� in questo caso vi � totale assenza di dettaglio e, dove il dettaglio non c'�, non pu� essere recuperato!) comportano una notevolissima perdita di dettaglio, in quanto annerite al punto tale da lasciar passare verso la stampa una quantit� di luce assolutamente insufficiente. Ed allora ecco che una brevissima "pre-esposizione" del foglio di carta, ovviamente senza negativo inserito nell'ingranditore, serve a creare dei "sub-germi" di argento metallico pronti a rendere qualche dettaglio in pi� all'atto della stampa finale; insomma, si pre-sensibilizza il foglio in modo tale da ottenere quello che altrimenti non sarebbe visibile.
Regole da seguire: il "flashing" deve essere effettivamente brevissimo e fatto con luce bianca a bassa intensit�, tanto da non "velare" l'immagine finale. E' questo aspetto a rendere la tecnica pi� complicata dell'esposizione selettiva, ed � per questo motivo che - prima di procedere alla stampa finale con il "flashing" - si dovrebbe fare un provino con il metodo della striscia, come detto sopra, ma in questo caso sempre senza negativo inserito. Deve essere cio� un provino a strisce senza immagini proiettate, finalizzato a verificare qual � (con quel determinato rapporto di ingrandimento a quel determinato diaframma) il tempo massimo di esposizione alla luce che la carta pu� incassare senza velarsi (altrimenti avremmo alla fine una stampa ricca solo ... di grigi!). Solitamente, si tratta di 2 o 3 secondi al massimo.
Sviluppo selettivo
Il principio � il medesimo dell'esposizione selettiva, ma qui, pi� che nel campo della correzione dell'immagine, siamo in quello della sperimentazione e della creativit�. Si tratta di una tecnica che obbliga ad immergere le mani nella bacinella di sviluppo, per cui, innanzitutto, bisogna munirsi di guanti in lattice da chirurgo, per evitare la tossicit� dei prodotti chimici. Si tratta in definitiva di "accelerare" (mediante sfregatura con le mani della parte interessata), ovvero di "rallentare" (mediante utilizzo di piccoli cubetti di ghiaccio sempre sulla parte interessata) il processo di sviluppo. Si otterranno cos� parti dell'immagini sovrasviluppate (dove il calore dello sfregamento ha accelerato il processo) o sottosviluppate (dove le basse temperature lo hanno rallentato), ed il tutto secondo il vostro gusto creativo!
Pensate, ad esempio, ad un ritratto correttamente esposto e sviluppato, nel quale tutto intorno al soggetto viene usato lo sviluppo selettivo per esaltare o stemperare l'ambiente circostante. Appetibile, vero?
Regola da seguire: l'intervento selettivo deve avere inizio non appena la carta � stata immersa nello sviluppo, altrimenti il risultato potrebbe essere ininfluente.
Solarizzazione
E' una tecnica che porta ad una parziale inversione dell'immagine sulla stampa, producendo un'immagine negativa sovrapposta a quella positiva. Dal punto di vista tecnico � molto semplice: si tratta di sottoporre il foglio di carta, all'incirca alla met� o ai due terzi del suo sviluppo, ad una breve, seconda esposizione. La durata di questa seconda esposizione determiner� la prevalenza dell'immagine: positiva rispetto alla negativa, se la seconda esposizione � brevissima, negativa rispetto alla positiva, se la seconda esposizione � breve.
Per la seconda esposizione si pu� poggiare la bacinella al piano di stampa dell'ingranditore ed usare il suo fascio di luce.
Questa tecnica non va bene per tutti i soggetti, ne valorizza solo alcuni con un effetto molto piacevole. E' per� molto facile da padroneggiare, con un minimo di esperienza.

Questo � il secondo sproloquio, ed io chiudo qui. Ho cercato di essere il pi� possibile sintetico, parlando solo dell'indispensabile.
A voi per integrazioni, contributi e correzioni.
Buona Nikon e buona stampa a tutti.
Vincenzo
magullo
Grazie mille
VinMac
QUOTE(VinMac @ Mar 15 2013, 10:01 AM) *
...
Se consideriamo tutte le possibili combinazioni di esposizione e sviluppo, avremo in tutto 9 differenti possibilit�, graficamente evidenziate nella seguente tabella (cosiderate le colonne contrassegnate dalle lettere A, B e C e le righe dai numeri 1, 2 e 3).
...

Scusate per l'errore di battuta: � esattamente al contrario, dovete consierare le righe contrassegnate dalle lettere A, B e C, e le colonne dai numeri 1, 2 e 3, altrimenti la lettura della tabella non torna ed i casi citati non coincidono!
Scusatemi ancora e grazie per la comprensione!
Vincenzo
Francesco_Costantini
Molto, molto interessante.
Sto salvando tutto su un file word che poi stamper� e conserver�...
Grazie davvero.

Francesco
VinMac
Torno brevemente sul flashing perch� ho trascurato di precisare un aspetto che, per coloro che sono interessati a sperimentarlo, pu� essere importante.
La luce a bassa intensit� si pu� ottenere portando la testa dell'ingranditore al massimo del rapporto di riproduzione, cio� il pi� in alto possibile sulla colonna, e chiudendo al massimo il diaframma dell'obiettivo.
Spesso � sufficiente, ma se non lo � i rimedi sono purtroppo pi� complicati.
Vincenzo
nikoneffemme
una persona abbastanza esperta di c.o. mi ha detto che il tempo minimo di esposizione della carta dovrebbe essere di 10 secondi, meglio non scendere troppo sotto questo tempo. Non ho chiesto il perche' pero'.
Su altri testi ho letto anche di 4 secondi.
cosa ne pensate?
_Federico_
Messaggio per i moderatori: non si potrebbe mettere questa discussione tra quelle in evidenza in cima alla pagina del forum?

Grazie all'autore per il contributo prezioso.
ZoSo74
QUOTE(nikoneffemme @ Feb 3 2014, 12:07 AM) *
una persona abbastanza esperta di c.o. mi ha detto che il tempo minimo di esposizione della carta dovrebbe essere di 10 secondi, meglio non scendere troppo sotto questo tempo. Non ho chiesto il perche' pero'.
Su altri testi ho letto anche di 4 secondi.
cosa ne pensate?


Non esiste una regola... � semplicemente un problema pratico.
Pi� il tempo � breve pi� divente impossibile fare modifiche di precisione e men che meno bruciature e schermature.

A 4 secondi, 1 secondo di schermatura equivale gi� a mezzo stop!
A 30 secondi, 1 secondo di schermatura equivale a 1/15 di stop... quindi si pu� lavorare molto pi� facilmente.

Tempi sotto i 10 secondi andrebbero usati proprio quando non c'� alternativa... ad esempio per stampe molto piccole. Se escono quei tempi con stampe 20x30 e si � gi� chiuso il diaframma al massimo probabilmente significa che la lampada dell'ingranditore � troppo potente e va sostituita... wink.gif
nikoneffemme
QUOTE(ZoSo74 @ Feb 3 2014, 11:48 AM) *
Non esiste una regola... � semplicemente un problema pratico.
.....
Tempi sotto i 10 secondi andrebbero usati proprio quando non c'� alternativa...


chiarissimo!
ma chiedo, a me e' capitato di chiudere tutto il diaframma e usare tempi brevi per foto notturne, con molte parti buie da "riportare" un po' in luce. e' una prassi normale? o anche in questo caso c'e' qualcosa che non va?
Ricapitolando quindi la domanda e': per foto notturne con poche parti in luce, e' prassi corretta tempi brevi+chiusura diaframma?
ZoSo74
QUOTE(nikoneffemme @ Feb 4 2014, 11:48 AM) *
chiarissimo!
ma chiedo, a me e' capitato di chiudere tutto il diaframma e usare tempi brevi per foto notturne, con molte parti buie da "riportare" un po' in luce. e' una prassi normale? o anche in questo caso c'e' qualcosa che non va?
Ricapitolando quindi la domanda e': per foto notturne con poche parti in luce, e' prassi corretta tempi brevi+chiusura diaframma?


Se l'esposizione allo scatto � giusta il tempo di esposizione in stampa non cambia... sia che sia giorno o notte o qualunque cosa.
Se stai dicendo che le tue foto erano volutamente sottoesposte, allora vanno "sovraesposte" in stampa, o per meglio dire, i tempi di esposizione dovranno essere pi� brevi.
Se hai sottoesposto di 1 stop, i tempi di stampa si dimezzano.
Se hai sottoesposto di 2 stop, i tempi sono 1/4 rispetto al "normale".
Quindi si fa presto ad avere tempi molto brevi. wink.gif
VinMac
QUOTE(ZoSo74 @ Feb 4 2014, 03:52 PM) *
...
Se stai dicendo che le tue foto erano volutamente sottoesposte, allora vanno "sovraesposte" in stampa, o per meglio dire, i tempi di esposizione dovranno essere pi� brevi.
...

Nel procedimento "positivo-negativo-positivo" la sottoesposizione della pellicola, se non � stata programmata e quindi corretta in fase di sviluppo (aumentando i tempi o la temperatura del trattamento), pu� essere effettivamente corretta in fase di stampa, anche se con forti limiti.
Il negativo sottoesposto, cio� quello che ha ricevuto meno luce di quella che avrebbe dovuto, si presenta poco denso e poco contrastato, con perdite di dettaglio molto accentuata o addirittura totale nelle basse luci (cio� le zone pi� scure della ripresa, che diventano le aree pi� chiare sul negativo).
I sali d'argento, infatti, avendo ricevuto poca luce si trasformeranno solo in minima parte in argento metallico ed il negativo tender� a lasciar passare, sotto l'ingranditore, pi� luce di quella che dovrebbe.
Da questo la necessit� di utilizzare diaframmi pi� chiusi o tempi pi� brevi rispetto ad uno relativo alla stessa scena, ma correttamente esposto.
A questo si pu� anche aggiungere la necessit� di usare carta di maggiore gradazione, per recuperare la perdita di contrasto.
In ogni caso consiglio di non utilizzare mai per la stampa negativi eccessivamente sottoesposti o sovraesposti accidentalmente (e quindi senza correzione in fase di sviluppo); il risultato � quasi sempre deludente.
Ottenere un negativo della giusta densit� � sempre importante perch� dalla densit� dipende in larghissima misura la qualit� della stampa da ingranditore.
Buona Nikon a tutti.
Vincenzo

P.S.: so che sembrer� eccessivamente pignolo, ma con riferimento alla fase di stampa non � tecnicamente corretto parlare di sottoesposizione o sovraesposizione del negativo rispetto alla scena; il negativo viene valutato solo in base alla sua densit� (che pu� dipendere non solo dalla giusta quantit� di luce, ma anche dal trattamento, dalla sua conservazione, o da altri motivi ancora) e, rispetto alla densit� del negativo, si valuta la corretta o meno esposizione della stampa.
nikoneffemme
proseguo su questo post perche' mi sembra attinente a chiarire i miei dubbi da neofita della camera oscura.
quando si stampano i provini, con le strisce esposte ai tempi diversi (4,8,12...) dove si puo' abbreviare? ad esempio io eseguo i tre bagni, sviluppo, arresto, fissaggio. ma sono necessari? nel senso il fissaggio si puo' evitare visto che e' un provino?
altra domanda basica...quando posso accendere la luce per vedere il risultato? nel bagno del fissaggio ad es. posso gia' accendere?
scusate le domande, ho fatto un breve corso ma eravamo una classe numerosa ed era difficile acquisire alcuni meccanismi.
grazie.
Tiziano Ghidorsi
QUOTE(nikoneffemme @ Feb 13 2014, 01:40 PM) *
proseguo su questo post perche' mi sembra attinente a chiarire i miei dubbi da neofita della camera oscura.
quando si stampano i provini, con le strisce esposte ai tempi diversi (4,8,12...) dove si puo' abbreviare? ad esempio io eseguo i tre bagni, sviluppo, arresto, fissaggio. ma sono necessari? nel senso il fissaggio si puo' evitare visto che e' un provino?
altra domanda basica...quando posso accendere la luce per vedere il risultato? nel bagno del fissaggio ad es. posso gia' accendere?
scusate le domande, ho fatto un breve corso ma eravamo una classe numerosa ed era difficile acquisire alcuni meccanismi.
grazie.


Senza il fissaggio l'immagine non si stabilizza e seppur lentamente prosegue la sua esposizione,
quindi ti troveresti la stampa dei provini col passare del tempo piena di macchie di aloni e con un progressivo inscurimento.
Le zone non esposte devono essere rimosse. Esempio se tu non passassi nel bagno di fissaggio una pellicola,
vedresti, le zone che debbono diventare trasparenti ancora occupate dalla emulsione ovvero non trasparenti.
Tiziano
nikoneffemme
QUOTE(Tiziano Ghidorsi @ Feb 13 2014, 03:32 PM) *
Senza il fissaggio l'immagine non si stabilizza e seppur lentamente prosegue la sua esposizione,
quindi ti troveresti la stampa dei provini col passare del tempo piena di macchie di aloni e con un progressivo inscurimento.
Le zone non esposte devono essere rimosse. Esempio se tu non passassi nel bagno di fissaggio una pellicola,
vedresti, le zone che debbono diventare trasparenti ancora occupate dalla emulsione ovvero non trasparenti.
Tiziano


perfetto, ma la luce (sempre nel caso di provini, che mi servono solo per valutare l'esposizione) posso accenderla gia' durante il fissaggio?
p.s. non vorrei sembrare frettoloso, che magari e' contario alla filosofia della camera oscura, ma vado in un posto a pagamento, quindi ogni minuto e' oro smile.gif
lhawy
grazie per questa apprezzatissima condivisione!
ZoSo74
QUOTE(nikoneffemme @ Feb 13 2014, 05:08 PM) *
perfetto, ma la luce (sempre nel caso di provini, che mi servono solo per valutare l'esposizione) posso accenderla gia' durante il fissaggio?
p.s. non vorrei sembrare frettoloso, che magari e' contario alla filosofia della camera oscura, ma vado in un posto a pagamento, quindi ogni minuto e' oro smile.gif


Certo, lo puoi fare... anzi, molti accendono la luce gi� dopo una 30na di secondi dall'immersione nel fissaggio, praticamente (pare) non si corrono rischi.
Per i provini poi puoi ovviamente risparmiare sul lavaggio... smile.gif
Tiziano Ghidorsi
QUOTE(nikoneffemme @ Feb 13 2014, 05:08 PM) *
perfetto, ma la luce (sempre nel caso di provini, che mi servono solo per valutare l'esposizione) posso accenderla gia' durante il fissaggio?
p.s. non vorrei sembrare frettoloso, che magari e' contario alla filosofia della camera oscura, ma vado in un posto a pagamento, quindi ogni minuto e' oro smile.gif



Si con prudenza almeno dopo 30 secondi.
Il massimo sarebbe nel bagno di lavaggio dopo lo sviluppo diluire acido acetico glaciale per
bloccare lo sviluppo. Mi sembra che il rapporto sia 1/15 o 1/30 non ricordo bene.
Il cosiddetto bagno di arresto di circa 30 secondi
L'acido acetico glaciale � acquistabile credo ancora in farmacia ed ha un costo irrisorio rispetto
a bagni di arresto gi� preconfezionati.
Ciao
nikoneffemme
Stampare un negativo 35mm nel formato 30x40 (quindi non nel 24x30) e' un problema? o sgrana troppo?
VinMac
QUOTE(nikoneffemme @ Feb 25 2014, 01:09 PM) *
Stampare un negativo 35mm nel formato 30x40 (quindi non nel 24x30) e' un problema? o sgrana troppo?

Potrebbe anche, soprattutto se la pellicola � di sensibilit� medio-alta o se � stata "tirata" in sviluppo perch� esposta ad una sensibilit� superiore a quella nominale. Insomma, in tutti quei casi in cui la pellicola presenta "di suo" una consistente e ben visibile granularit�.
Tieni presente, comunque, che in questi casi una maggiore granulosit� dell'immagine stampata � compensata dalla maggiore distanza di visione alla quale una stampa di queste dimensioni � di solito osservata.
La granulosit� della stampa, peraltro, pu� dipendere anche da fattori diversi dalla pellicola e dal rapporto di ingrandimento, quali il contrasto della carta, la qualit� dell'ottica ed il tipo di sorgente luminosa.
Comunque, come diceva Lucio Battisti in una sua notissima canzone, "lo scopriremo solo ... stampando!!" smile.gif .
Buona Nikon a te.
Vincenzo
ZoSo74
...comunque lo "sgrana troppo" di un ingrandimento da stampa tradizionale non � cos� brutto a vedersi, anzi...
Poi dipende da che risultato uno cerca...

nikoneffemme
QUOTE(ZoSo74 @ Feb 26 2014, 12:19 PM) *
...comunque lo "sgrana troppo" di un ingrandimento da stampa tradizionale non � cos� brutto a vedersi, anzi...
Poi dipende da che risultato uno cerca...


si, infatti! grazie per le risposte, in effetti era una domanda abbastanza "aperta". Mi chiedevo solo se un ingrandimento di un 35mm su 30x40 fosse troppo pretenzioso, o da destinarsi solo ai formati medio o grande.
In effetti ho visto la mostra di Herb Ritts a Roma, dove c'erano anche i provini delle sue foto. E mi pare che alcuni fossero proprio pellicole 35mm, addirittura anche gli scatti famosi di xxx.

QUOTE(nikoneffemme @ Feb 27 2014, 10:44 AM) *
.... gli scatti famosi di xxx.


non so perche' e' uscito xxx ...ma avevo scritto solo lo pseudonimo della famosa cantante pop Veronica Ciccone smile.gif
nikoneffemme
Buonasera
mi accodo alla discussione, perche' tratta di stampa in c.o.
Quale e' il modo migliore per stampare la foto che allego come esempio?
L'immagine presenta tonalita' piuttosto omogenea, con pochi contrasti, e dalla tonalita' prevalentemente mediadirei (ne' troppi scuri ne' troppi chiari) in pratica e' un'architetettura quasi tutta rivestita di mattoni.
Ho provato ma mi sembra sempre un po' piatta, anche aumentando il filtro del contrasto.
Aggiungo che forse l'immagine pecca un po' in nitidezza in alcune zone, vista la focale (mi pare fosse 70mm).
Ma quello che piu' mi interessa e' capire come si stampa un negativo di questo tipo.
grazie mille!
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VinMac
QUOTE(nikoneffemme @ May 7 2014, 10:02 PM) *
Buonasera
mi accodo alla discussione, perche' tratta di stampa in c.o.
Quale e' il modo migliore per stampare la foto che allego come esempio?
...


Sulla base della mia esperienza, non sono purtroppo portatore di buone notizie Fulmine.gif
Un negativo del tipo da te postato non consente interventi incisivi in fase di stampa per dare all�immagine finale il risultato che tu vorresti.
Bisognerebbe infatti intervenire in fase di ripresa, o scegliendo un diverso momento della giornata (cio� diverso taglio della luce) oppure utilizzando filtri che, in relazione ai diversi colori della scena, possano determinare una maggiore separazione tonale (sempre che le parti che la compongano siano di colore diverso!).
Gli unici due consigli che mi sento di darti sono:
- usare una carta dalla superficie lucida (d� di suo, anche se solo per effetto ottico, un�impressione di maggiore definizione, contrasto e separazione tonale);
- ricorrere ad un�esposizione o a uno sviluppo selettivi per �bruciare� o scurire parti dell�immagine, secondo tue esigenze.
Spero che altri possano darti suggerimenti migliori.
Prova comunque a leggere anche qui: http://www.nikonclub.it/forum/index.php?sh...p;#entry3723180
Buona Nikon a te.
Vincenzo
nikoneffemme
In effetti forse una luce piu' radente avrebbe aiutato.
Posto una foto a colori per avere un'idea del tipo di luce e materia.
Provero' un contrasto ancora maggiore , perche' lo scatto mi piaceva.
Per la carta uso sempre la politenata perche' faccio foto prevalentemente di architettura e paesaggi urbani e in effetti si presta molto.
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nikoneffemme
Ieri ho comprato la carta ilford multigrade perla, in luogo della politenata che uso di solito.
Il foglietto all'interno pero' e' identico a quello della politenata, vuol dire che i tempi del trattamento nei chimici non cambiano?
VinMac
Lucida, perla, matt, semi-matt, si riferiscono alla superficie.
Politenata o baritata si riferiscono al supporto.
Se non hai cambiato supporto, passando dalla politenata alla baritata o viceversa, la diversa superficie non modifica nulla nei tempi e nelle procedure di sviluppo.
A presto e buon divertimento!
Vincenzo
nikoneffemme
Grazie VinMac sempre prezioso!
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