Argomento interessante che mi ha incuriosito, vorrei tentare, quindi, di spiegarlo.
Il fenomeno della diffrazione, come qualcuno ha detto, si ha quando la luce incontra un ostacolo le cui dimensioni sono paragonabili a quelle della lunghezza d'onda della luce utilizzata.
In parole povere se un raggio luminoso incontra un ostacolo , ad esempio un foro, le cui dimensioni sono comparabili con quelle della lunghezza d'onda allora il foro si comporta come un generatore di onde secondarie sferiche della stessa lunghezza d'onda.
I diaframmi hanno normalmente un diametro di gran lunga superiore a quelli della lunghezza d'onda della luce (560nm per il colore verde) per� il fenomeno della diffrazione viene generato anche dai bordi del diaframma soprattutto se irregolare rispetto ad una forma perfettamente sferica.
In pratica il fenomeno fisico della diffrazione avviene quando il comportamento dell'ottica non segue pi� le leggi dell'ottica geometrica ma quelle dell'ottica ondulatoria, la luce va, quindi, trattata per quello che � cio� un'onda elettromagnetica.
La diminuzione della nitidezza � dovuta principalmente al fatto che chiudendo molto il diaframma si creano dei fenomeni d'interferenza costruttiva e distruttiva.
In parole povere una sorgente puntiforme viene proiettata come un punto luminoso circondato da corone circolari di luce e di ombre in sequenza con luminosit� via via decrescenti berso l'esterno.
Nel punto centrale � concentrata la max energia (circa 85%) a cui fa seguito il primo anello scuro. Ebbene il diametro esterno di questo anello scuro rappresenta il limite della diffrazione.
In una matrice di fotodiodi qual'� un sensore l'ideale sarebbe che l'energia principale del punto lumimoso cadesse tutta su un solo fotodiodo e non anche parzialmente su quelli adiacenti questo per avere la massima risoluzione.
La risoluzione della matrice dei fotodiodi coinciderebbe,infatti, con la diffrazione max del sistema ( � un po' come se la matrice dei fotodiodi si comportasse come un reticolo di diffrazione).
La formula da utilizzare � stata indicata correttamente da Elio. L'ho trasformata per renderla pi� fruibile.
n= d*1000/560/1.22
n= diaframma max
d= distanza dei fotodiodi in um
560 sono i nanometri della luce, in questo caso verde. Se la si vuole calcolare per altri colori basta sostituire la lunghezza d'onda.
Per esempio per una macchina (D700) con un passo di 8um ca del reticolo del sensore si avrebbe un diaframma max di 11,7
Per una macchina tipo D300 con passo 6um, il diaframma max sarebbe 8,8.
In accordo con la pratica, la teoria ci dice che pi� il passo diminuisce (sensori piccoli con molti pixel) pi� bisogna usare diaframmi aperti.
Ovviamente su una macchina Fx si pu� usare il diaframma 16 con un peggioramento quasi inapprezzabile. In natura non esistono confini netti
Spero di essere stato chiaro sia per me che per voi.
Saluti
Stefano