QUOTE(andreafluid @ Mar 13 2010, 07:06 PM)

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Detto questo ho una domanda per npkd, io ho il dvd di juza, penso sia abbastanza noto, nel suo sistema di lavoro dopo aver inviato il file a camera raw, lui in pratica azzera contrasto, neri, dettagli ecc...per andarli poi a sistemare con photoshop.
La mia domanda � se a quel punto, il file inviato a photoshop non essendo pi� un raw ha dati mancanti e quindi in fondo non ti limiti nella possibile post produzione?
Ho sentito parlare pi� volte del "metodo Juza" riguardo la postproduzione e...come dire... tecnicamente � un "nonsense".
Non mi permetto di "giudicare" eh, con i propri RAW ognuno ci fa quello che crede e quello che conta sono sempre i risultati. Nel suo caso i risultati, almeno quelli che posso conoscere, parlano chiaro.

Mi � parso per� di intendere (posso sbagliare, ovviamente..) che nel "consigliare" tale pratica non metta in guardia sulle grandi controindicazioni che possono esserci rispetto ad un approccio pi� "normale" alla fase di sviluppo RAW..
Operando determinate regolazioni sull'immagine quando questa � ancora nella sua "fase RAW", ogni intervento � virtualmente privo di ripercussioni qualitative, oltre ad essere reversibile.
Buon senso vorrebbe, quindi, che tutte le regolazioni che possono essere fatte sul RAW siano fatte sul RAW, ottenendo la miglior
base possibile (leggi: il pi� vicino possibile al risultato finale che ci prefiggiamo..) affinch� i successivi interventi in PS siano il meno distruttivi possibile, dato che vengono apportati su di un file bitmap, gi� linearizzato e definito all'interno di uno spazio colore.
Ovvio che il degrado pu� essere in parte contenuto avvalendosi di elevate profondit� in bit ed ampi spazi colore, ma non c'� comunque paragone con le operazioni effettuate sui dati grezzi, ancora mosaicizzati.
Tutto questo ragionando, come parrebbe ovvio ed opportuno, in termini "fotografici", ovvero con l'intento di non "sovrascrivere" informazioni provenienti dal sensore con altre di provenienza "matematica", insomma col "cavare fuori" da un'immagine solo quello che in essa � contenuto in origine, senza "invenzioni" e "addizioni" esterne...
Perch� esiste un altro tipo di approccio alla creazione di un'immagine...ed ho usato il termine creazione non casualmente...
Ignoro se questa pratica sia assimilabile al "metodo Juza", ma si pu� intendere l'immagine fotografica di partenza come una mera "base grafica" su cui poi intervenire, soprattutto in fase di costruzione dei colori, con tonalit� campionate dal software, non so se mi spiego...
In questo caso se, ad esempio, in un paesaggio volessi ottenere un certo
cromatismo di un prato non mi dovrei preoccupare di bilanciare selettivamente (o meno) il colore "originale" fino ad ottenere la tonalit� desiderata, ma basterebbe sovrapporre la tonalit� campionata all'immagine sottostante, in pratica sfruttando la fotografia come fosse una "maschera" che fornisce le forme e la nitidezza apparente a cui "appiccicare" il colore. Con perizia e le giuste tecniche di fotoritocco si pu� ottenere un risultato "apparentemente naturale", quindi "naturale", quindi una fotografia credibile.
A maggior ragione quando la "naturalezza" non � l'intento fotografico finale...

Come sempre, tralasciando quindi le connotazioni soggettive di tipo "etico" e riferendomi solo al risultato finale, � il buon gusto a fare la differenza...sia che venga interamente dal sensore, sia che venga almeno in parte dal fotoritocco.
Ribadisco che non ho conoscenza diretta del succitato metodo e non ho idea se quanto detto pu� essere pertinente...