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NikonClub.it Community > NIKON SCHOOL > TECNICHE Fotografiche
Pegaso
Un'immagine postata in questa discussione ha fatto nascere alcune osservazione che vorrei sviluppare qui con voi.

La domanda è: quando guardate un'immagine vi limitate alle emozioni che nascono spontanee o andate anche alla ricerca del "messaggio" che pensate l'autore volesse trasmettere ?

Ovviamente non mi riferisco ad immagini puramente rappresentative (paesaggi, ritratti, macro etc etc) ma a quelle più di contenuto che di forma (spero mi capiate, mi risulta un po' difficile fare "categorie").
Spesso un'immagine si presta a più e diverse letture, ma non tutti andiamo alla ricerca delle stesse cose nello stesso modo.

Ovviamente è spesso impossibile riuscire a scoprire quali fossero i reali messaggi (caso mai ce ne fossero) che l'autore voleva trasmettere. A questo punto potrebbe entrare in gioco il discorso dei titoli/didacalie, ma soprassiederei su questo argomento già trattato qui.

Io, per cominciare, lascio sempre andare lo sguardo libero dove lo conduce l'immagine (e qui "spero" che l'autore ci abbia messo del suo). Dopo di ciò comincio a girovagare e cerco di intercettare tutti i messaggi diretti (luogo, soggetti, bellezza, colori ...) poi, se mi sembra ce ne siano, quelli simbolici (e qui ci si può sbizzarrire).
Le diverse modalità di approccio personali portano anche spesso ad una diversa valutazione dei propri scatti: come dicevo nella prima discussione citata, se una mia immagine non rappresenta ciò che volevo trasmettere quando ho fatto click, viene inesorabilmente cestinata; se ci riesce sopravvive. Questo, purtroppo, non vuol sempre dire che la prima fosse effettivamente brutta e (unsure.gif) la seconda decisamente buona: se si ha la possibilità di "spiegare" (anche se per principio è brutto ..) ci si salva, altrimenti ...

Qual'è il vostro approccio ?

Ciao wink.gif
Angelo
__Claudio__
Non credo Pegaso che questa possa essere una discussione da sushi, con altri interventi potrebbe diventare molto interessante, sarebbe stata meglio in Life. Cerchiamo sempre delle discussioni all'altezza e senz'altro questa lo è. wink.gif

Comunque ti copio incollo la risposta che ti avevo già dato pregando un NPU di vagliare se non sia il caso di uno spostamento in Life.
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Non resta che cominciarla allora...
Ti dico come di solito è il mio approccio alle foto che hanno fatto altri, soprattutto se le foto le vedo ad una mostra e quindi sono di un fotografo noto o anche emergente.

Succede che la guardo prima con i miei occhi cercando di trarne una sensazione emozionale. Se questa c'è passo a capire perchè quella foto mi ha fatto stringere lo stomaco, se non c'è cerco allora di capire se sono io che non riesco a leggervi quello che il fotografo voleva comunicare o se magari dopo attenta riflessione nella foto non c'è proprio un bel niente (capita talvolta). Visto che di solito alle mostre vado con moglie e figlio, allora chiedo un loro parere. E' successo qualche volta che i nostri pareri non fossero simili e allora sana discussione che alla fine sfocia con il solito "papà non capisci niente" o con il classico "Cla' stai invecchiando" e va bhè.


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sergiobutta
Quando mi trovo davanti ad una foto, la guardo innanzitutto sotto l'aspetto compositivo e tecnico. Se appartengono alle categorie definite da Angelo "rappresentative" posso anche fermarmi e dare il mio giudizio : "mi piace" "non mi piace". Se fanno parte di un reportage, a seconda della natura dello stesso, cerco di coglierne i messaggi. Ultimamente, hanno dominato nei concorsi fotografici e su tutte le riviste i reportage di guerra. In questo caso, devono rendere emozioni, farti vivere virtualmente le emozioni provare dal fotografo o dagli attori presenti nelle foto. se si tratta di un reportage di viaggio, devono essere in grado di farti visitare virtualmente il luogo in cui sono state scattate. Se invece sono ermetiche ... se sono di mio gusto per composizioene e cromia, cerco di comprendere se e cosa vogliono dire, se non sono di mio gusto non mi sforzo più di tanto. Una foto storta, un uomo tagliato in vita, un mosso che più mosso non si può, non riusciranno mai a suscitarmi emozioni . Invece, nella foto postata in precedenza, mi piace molto l'interpretzione di Andrea Salini. Ma se l'autore avesse voluto descrivere un pensiero della bimba del tipo : " per il momento mi faccio da parte, ma tra dodidi anni vi faccio vedere io !" ?
Lo so, è più banale, piace di meno ma ...
Flanker78
Questa è una bella discussione dove ognuno di noi metterà di sicuro molto del soggettivo e diversamente non potrebbe essere. hmmm.gif
Per quel che mi riguarda...inizio ad osservare una foto e cerco all'istante un impatto emozionale. Questo può capitare anche con una foto che personalmente non apprezzo per composizione, mosso, cromia o quant'altro...ma prima di ogni cosa...ascolto il mio cuore.
Dopo questa "psicoanalisi", analizzo per quel poco che posso fare, la foto nel senso compositivo e dunque tutti quei parametri che possono avvalorare una foto (oltre alla sensazione a pelle che mi ha appena provocato) e dunque...inquadratura, regolarità del taglio, posizione degli oggetti, colore o gradazione del b/n, presenza o meno di confusione, etc.
Insomma..una foto può piacermi per l'emozione o per il significato immediato che mi trasmette ma non è detto che la stessa combaci con la successiva analisi tecnica, anche se il più delle volte entrambe coincidono.
Ciao! smile.gif

Bruno L
Quando guardo una foto la prima cosa che cerco è l'impatto emotivo, che mi porterà, poi, dentro l'immagine per scoprirne il contenuto. Entrare nell'immagine è farsi portare quindi, dalla composizione e dagli altri elementi del linguaggio visivo, perciò è difficile, secondo me, separare l'aspetto tecnico da quello emozionale in quanto entrambe costruiscono il messaggio dell'autore. In poche parole, voglio dire che il contenuto, che può essere anche emozionale (perciò, non escluderei il paesaggio, ecc.) arriva a noi attraverso sensazioni ed emozioni tanto più efficaci se tecnicamente ben realizzate.

saluti
Bruno
AndreaSalini
Prima di tutto: Bella discussione! Ci vuole ogni tanto!

Poi visto che Sergio mi ha citato:
QUOTE(sergiobutta @ May 11 2005, 06:33 PM)
.................
Invece, nella foto postata in precedenza, mi piace molto l'interpretzione di Andrea Salini. Ma se l'autore avesse voluto descrivere un pensiero della bimba del tipo : " per il momento mi faccio da parte, ma tra dodidi anni vi faccio  vedere io !" ?
Lo so, è più banale, piace di meno ma ...


biggrin.gif grande Sergio, in effetti la mia interpretazione è molto più "poetica" se vogliamo, magari Peter voleva trasmettere proprio la tua versione o magari a scattato a caso, ma mi chiedo è importante?
La foto è negli occhi di chi guarda o nelle mani/pensieri di chi scatta?
Se non riusciamo a capire quello che il fotografo voleva trasmetterci ma ci emozioniamo lo stesso, stiamo sbagliando?
Un fotografo è veramente bravo quando riesce a trasmettere chiaramente quello che ha in testa o forse è veramente bravo quando riesce a trasmettere emozioni?

Io quando guardo uno scatto, e quì vengo alla domanda, cerco di sentire cosa mi trasmette senza pensare a quello che il fotografo voleva trasmettere.

Come è stata fatta, perchè e la tecnica che ci sta dietro arriva in un secondo momento, ovvero quando penso: sarei in grado di farla anche io? oppure: ma come diavolo ha fatto? opure: ma perchè ha fatto sta foto?

Le foto, secondo me, sono come i libri, lasciano molto all'interpretazione personale, magari l'autore ci può guidare ma alla fine la faccia precisa del protagonista del nostro libro è solo nella nostra testa.
Gennaro Ciavarella
inevitabilmente l'impatto immediato e' emotivo ma poi cerco di guardare la parte tecnica (esposizione, luce, contrasto, nitidezza) e la parte artistica (composizione, equilibrio tonale ecc)

qualche tempo fa assieme ad un tecnico informatico provammo a trovare una soluzione che portasse la tipologia della ginnastica artistica nella fotosub (ci sono un sacco di gare in "estemporanea", 1 rullino per concorrente ed alla fine di 5 ore di gara occorreva presentare generalmente 3-4 dia (1 grandangolo, 1 macro 1:1 ed una macro pesce)

il tuo argomento mi ha ricordato tutto ciò

ed alla fine non e' semplice

insomma ci sara' molto da parlare ... blink.gif
zico53
Io (modestissimamente), quando guardo un'immagine la prima cosa che cerco di capire è se mi piace o no; se mi piace cerco di approfondire il perchè. In genere quello che mi attira di più è l'atmosfera che mi trasmette la foto, la sensazione che suscita in me (emozioni?) non certo l'aspetto tecnico di cui non sono un fine conoscitore. Mi è capitato altresi di pensare davanti a un'immagine: che cosa l'hanno scattata a fare e magari leggere un giro di paroloni atti a cercare un significato che per me non c'è, come certi critici cinematografici che hanno perso il sonno a cercare parole e significati in certe opere orribili.

Quindi io penso che salvo certi casi particolari raramente chi scatta una foto vuole dare un messaggio agli altri ma bensì quello scatto e figlio della sensazione del momento dell'autore....che poi gli altri giudicano ognuno a modo loro con il proprio bagaglio di conoscenze, di cultura e perchè no di istinto.
Giuliano Savioli
Bell'argomento veramente, quante ore di discussioni passate nei vari circoli fotografici della mia zona

Personalmente quando osservo un'immagine essa mi deve trasmettere un'emozione, se l'emozione c'è all'ora cerco di approfondire il perchè

Poi cerco di capire se quello che provo è veramente il messaggio che l'autore cercava di trasmettere, all'occorenza se possibile faccio domade

La tecnica per me viene dopo tutto ciò, non per questo non la ritengo importante è solo che la metto in secondo piano rispetto alla forza del messaggio che l'immagine deve dare
FZFZ
La tecnica è l'ultimissima cosa che guardo...anche se ,personalmente, penso sia la PRIMA cosa che ogni fotografo dovrebbe possedere...una tecnica perfetta.
Solo attraverso essa si riusciranno ad ottenere i risultati che abbiamo in testa.

Studiando l'immagine mi piace sforzarmi per cercare di capire tutto...emotività, simbolismi più o meno complessi...consapevole del fatto che mai, se non indirizzato attraverso una didascalia o un titolo, riuscirò a captare la stessa cosa dell'autore della foto stessa...
Come non capterò mai quello che riesce a cogliere un altro osservatore...
Questo è assolutamente normale...sensibilità,personalità e storie personali diverse portano a questo...ma è proprio questo il bello!

Non c'è nulla di sbagliato nell'interpretare , in modo personale, una qualsiasi opera...anzi quando si riesce in questo, con una certa maturità, è il segno di una certa "cultura" appresa in una determinata forma d'arte...è il capire quella forma d'arte..

Una foto tecnicamente perfetta ma senza nient'altro dietro (simbolismi, emotività,originalità o altri aspetti legati comunque alla comunicazione o all'emozione)non mi dice nulla.

Un'esercizio di stile fine a se stesso...non trovo niente di più futile e brutto!
Le "cartoline" (passatemi il termine) le ho sempre trovate...noiose,insignificanti...
Per quanto tecnicamente perfette non riescono a dirmi nulla se non l'idea di un lavoro assolutamente ripetitivo...per me la fotografia è creazione...siamo agli antipodi!
Preferisco un miliardo di volte una foto COMPLETAMENTE sbagliata tecnicamente, ma con un contenuto valido, che una assolutamente perfetta...che non dica nulla!

Ciao!

Buone foto!

Federico.

fenderu
emozione; la parola d'ordine nel mio caso è questa; uno scatto per piacermi deve immediatamente suscitare in me una emozione che non sia sterile indifferenza;

inoltre la tecnica non può prescindere dalla bontà dello scatto e quindi faccio molta attenzione anche e sopratutto a quella; i più grandi scrittori hanno dovuto necessariamente imparare a tenere in mano la penna per poi imparare a scrivere;
solo a quel punto hanno potuto liberare e immortalare il proprio genio;

la fotografia è un mezzo comunicativo universale proprio per il tipo di soggetto ritratto e non servono traduttori;se poi il messaggio dall'autore non dovesse allinearsi alla mia personalissima lettura allora tanto meglio; anche e sopratutto questo vuol dire linguaggio universale;

l'ho fatta breve
sergiobutta
Caro Andrea, il mio giudizio sulla tua interpretazione era molto positivo, credo sia stato chiaro. Mi chiedevo e mi chiedo, che giudizio dobbiamo dare ad un autore che raggiunge lo spettatore con un messaggio molto più poetico e profondo rispetto a quello che voleva proporre, soltanto perchè è lo spettatore che se lo "inventa". L'emozione, tendenzialmente, mi deriva innanzitutto dalla forma (sempre per i miei gusti) dell'opera, poi passo a cercare di interpretare eventuali messaggi ad essa collegati. La sostanza ... può essere più un merito di chi guarda che di chi ha scattato.
matteoganora
Giudicare un immagine è difficile, innanzitutto perchè bisogna entrarci dentro e capire cosa vuole comunicare, non cosa crediamo noi che comunichi.

Troppo semplice dunque fermarsi al giudizio tecnico, alla regola de terzi, al punto di messa a fuoco... più intrigante è scendere nel contenuto, nel messaggio.

Poi ogni gusto evolve, può evolvere verso il calssico, può dirigersi verso cose più estereme, può seguire varie vie, talvolta puramente estetche, altre volte di contenuto.

Nel corso degli anni ad esempio, nella massima espressione del reportage che il World Press Photo, si vedono sempre più immagini che rompono gli schemi estetici, con rumore cromatico, grana a pallettoni, inquadrature con tagli assurdi.
Ma se andate a vedere una esposizione WPP, e lo consiglio, rimarrete toccati, affascinati, sgomenti. E allora il risultato è raggiunto, la esnsibilizzazione, il messaggio, e il ricordo, cosa fondamentale.

Se una foto non la ricordo, è come non ricordare il viso di un amico, vuol dire che non è un vero amico.

Chi è da un po qua sa quale sia il mio fotografo preferito, Sebastiao Salgado, simbolo di classicismo estetico, maestro del reportage.

Maturando, continuo a ritenerlo il numero 1, ma non mi privo di ammirare fotografi che se prima non riuscivo a capire, oggi inizio a stimare per la loro capacità di rompere gli schemi.

A tal proposito, vi invito a sfogliare i portfolio di uno dei più grandi rappresentanti odierni dell'agenzia Magnum:
Martin Parr
Due anni fa, quando uno dei miei massimi mentori mi invitò a guardare le sue foto, fui disorientato, i canoni compositivi a cui tanto, troppo ero legato, mi impedivano di entrare in quelle immagini con un occhio aperto, ero troppo chiuso negli schemi.
Invece bisogna, come in tutte le cose, fondarsi su delle regole per poi imparare a infrangerle, creando nuove regole e nuovi canoni.
E sopratutto non privandosi mai di nessun tipo di fotografia, solo così il nostro gusto e la nostra tecnica continuerà ad evolvere.
Fedro
Emozione !

Quando osservo un'opera di qualsiasi fattura, cerco emozione, quando la trovo, godo di quell'emozione. Questo è quanto chiedo e cerco. questo per me è necessario, e potrebbe addirittura essere sufficiente.

Poi in realtà, cerco di andare oltre, e chidermi perchè sia scaturita quest'emozione (o non emozione....) e qui inizio a ragionare su messaggi recepiti/lanciati tecniche e collusioni varie fra i due aspetti; così facendo scopro o tento di scoprire altri aspetti dell'opera che a volte agiungono, a volte tolgono spessore all'emozione primordiale.

di fondo, resta comunque, che posso capire o non capire, voler capire o non voler capire, ma non posso trascendere dal "sentire".

Ah una nota, cercare emozioni, è per me una ricerca trasversale che attraversa l'arte nella sua interezza e trascende stili tecniche e messaggi wink.gif
Aaron80
Al primo sguardo cerco di percepire se mi comunica quacosa... se si siamo già a buon punto e non mi interessa molto se sia più o meno corretta tecnicamente perchè comunque sia stata fatta ha centrato il bersaglio... a quel punto cerco di analizzare il perchè mi colpisce, quali sono i punti forti della foto e, una volta compresi, cerco di farne tesoro...
...se non mi colpisce cerco di capire cosa c'è che non va ed il motivo può andare dal soggetto inespressivo ad una tecnica approssimativa o inadeguata o chissà che altro... faccio uno sforzo per cercare qualche pregio, per capire cosa cercasse di trasmettere l'autore... non sempre si riesce a capirlo però...
bluemonia
Bella discussione!!!
per quanto mi riguarda, nell'osservare una foto non cerco nulla, nel senso che non mi metto in testa cosa posso o non posso trovare in quell'immagine.
La guardo, se ci sono emozioni che, io con la mia cultura ed esperienza di vita posso recepire, allora proverò un emozione, magari ne capirò il messaggio... altrimenti, per me diventerà semplicemente una bella o brutta foto, punto e basta.
Io credo che un messaggio per essere recepito più o meno in ogni parte del mondo debba essere necessariamente di tipo "internazionale" con dei simboli che potrebbero esser capiti in ogni luogo, xkè in culture diverse la stessa immagine potrebbe essere recepita in modo diverso.. a quel punto è l'autore che non sa comunicare? io credo di no.
e se l'autore in un'immagine ci mette un messaggio personale? qualcosa che riguarda solo lui, un evento che lo ha toccato, una situazione, un sentimento?
noi come facciamo a recepire il suo messaggio?
io credo che ognuno di noi, legge il messaggio che vuole... e semplicemente ci sono foto che "emozionano", e ognuno di noi si porta a casa la sua emozione, magari diversa x ognuno o simile x alcuni.

boh magari dico semplicemente un po' di fesserie... smile.gif

ciau a tutti
Marco Negri
Dear All.

Ritenendo questa, una discussione emergente e ricca di contenuti per la Community Tutta.

Sposto il 3d in Tecniche fotografiche.

Un saluto.
__Claudio__
Non mi sembra proprio che le tue considerazioni siano delle fesserie Monia! Anzi se permetti prendo spunto da alcune tue frasi per fare qualche riflessione personale che ovviamente non vuole essere LA verità ma solo UNA.
QUOTE
Io credo che un messaggio per essere recepito più o meno in ogni parte del mondo debba essere necessariamente di tipo "internazionale" con dei simboli che potrebbero esser capiti in ogni luogo, xkè in culture diverse la stessa immagine potrebbe essere recepita in modo diverso

Questa frase per esempio a parer mio contiene una parte fondamentale della fruizione delle foto da parte di chi le guarda: la cultura, prima personale, che deriva molto spesso dalla parte del mondo in cui si è cresciuti e si è stati educati. Simbologie chiare per l'occidente non potrebbero, nella maggior parte dei casi, essere vissute allo stesso modo in Cina per es.
QUOTE
a quel punto è l'autore che non sa comunicare? io credo di no.

Credo che il contenuto della foto possa avere interpretazioni diverse, come dicevamo più sopra, ma anche se recepita in modo diverso una foto con dei contenuti non passerà mai inosservata. A questo punto se la foto viene apprezzata o avversata in diverse parti del mondo vuol dire che comunque il suo contenuto lo ha esternato...se non riesce a comunicare nulla in una parte del mondo diversa da quella di provenienza vuol dire, sempre secondo me, non che chi la guarda non è all'altezza del messaggio, ma è l'autore che non ha saputo esprimersi nella lingua più universale che c'è: quella dell'immagine.
QUOTE
e se l'autore in un'immagine ci mette un messaggio personale? qualcosa che riguarda solo lui, un evento che lo ha toccato, una situazione, un sentimento?
noi come facciamo a recepire il suo messaggio?

Non possiamo! A meno di non conoscere la sua storia personale. Ma dovrebbe essere un'immagine talmente ermetica che in molti casi l'autore ha fatto prprio per sua personale espressione. Ognuno credo ha nel cassetto una foto del genere che non mostrerà mai... wink.gif
AndreaSalini
QUOTE(sergiobutta @ May 12 2005, 08:10 AM)
Caro Andrea, il mio giudizio sulla tua interpretazione era molto positivo, credo sia stato chiaro. Mi chiedevo e mi chiedo, che giudizio dobbiamo dare ad un autore che raggiunge lo spettatore con un messaggio molto più poetico e profondo rispetto a quello che voleva proporre, soltanto perchè è lo spettatore che se lo "inventa".
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Caro Sergio era chiarissimo e difatti ho inserito un bel sorrisone.
La tua ossevazione è giustissima e mi ha fatto riflettere, personalmente credo che il "giudizio" dovremmo darlo alla foto e non alle intezioni dell'autore.

Ad esempio estremizzando il concetto, se vedo una foto con una scena di violenza brutale (che personalmente mi disgusta) anche se magari l'uso di quel contesto poteva essere "giustificato" e magari anche molto profondo, perchè facente parte di una campagna anti violenzza, io disapprovo la foto.
.....non so se mi sono capito smile.gif

di contro perchè non premiare una inconsapevole "profondità di concetti"....
FZFZ
QUOTE
Io credo che un messaggio per essere recepito più o meno in ogni parte del mondo debba essere necessariamente di tipo "internazionale" con dei simboli che potrebbero esser capiti in ogni luogo, xkè in culture diverse la stessa immagine potrebbe essere recepita in modo diverso.. a quel punto è l'autore che non sa comunicare? io credo di no.
e se l'autore in un'immagine ci mette un messaggio personale? qualcosa che riguarda solo lui, un evento che lo ha toccato, una situazione, un sentimento?
noi come facciamo a recepire il suo messaggio?
io credo che ognuno di noi, legge il messaggio che vuole... e semplicemente ci sono foto che "emozionano", e ognuno di noi si porta a casa la sua emozione, magari diversa x ognuno o simile x alcuni.


Blumonia personalmente trovo molto interessanti i tuoi spunti.
A mio parere non è detto che una foto ,per quanto di altissimo livello, possa essere recepita dapertutto allo stesso modo...
Già è praticamente impossibile che 2 persone della stessa nazione la recepiscano ugualmente...figuriamoci in 2 contesti culturali completamente diversi!
Magari in un determinato paese determinati simboli verranno capiti in maniera più simile...più uniformemente..ma ci saranno sempre sfumature, piccolezze profondamente diverse da persona a persona...sommate tutte insieme queste "piccolezze" trasformano l'analisi finale dell'opera...
In modo, spesso, anche radicale!
Non credo possa esistere un " linguaggio simbolico internazionale"(a meno che non parliamo a livello inconscio...allora si...esiste ) ...magari esistono dei simboli più facilmente accessibili a più popolazioni...questo sì.

Per passare al secondo punto...il messaggio personale dell'autore ovviamente sarà irragiungibile...o quasi!
Nelle foto, a mio giudizio, si può cercare il messaggio dell'autore, ma ancora di più si cerca il proprio messaggio...
La fotografia, per me, non è una riproduzione del mondo...ma del fotografo che si rispecchia nella propria visione...( temo di non essere stato chiaro...)
E l'osservatore della foto, potrà cercare "il fotografo" in prima battuta, ma successivamente,ed in maniera preponderante cercherà se stesso nella visione del fotografo...
Ed a volte, nel caso di capolavori, questo può addirittura diventare un'esperienza......illuminante!
Un insight.... wink.gif come si dice in psicologia...

Buone foto e buone interpretazioni....di voi stessi!!

Ciao!

Federico.

Ps: magari un giorno vi posto alcune relazioni interessanti che possono intercorrere tra fotografia e psicologia-psicoanalisi....dall'interpretazione dell'arte freudiana in poi...

Gennaro Ciavarella
ma se dovessimo dare delle indicazioni generali di riferimento per una giuria quali sarebbero i punti ineludibili nel giudizio?

mi piacerebbe sapere il vostro parere a riguardo

per me

composizione
equilibrio tonale
corrispondenza tra tecnica e messaggio
__Claudio__
QUOTE(gciavarella @ May 13 2005, 10:01 AM)
ma se dovessimo dare delle indicazioni generali di riferimento per una giuria quali sarebbero i punti ineludibili nel giudizio?

*



Non credo che foto con contenuti diversi possano essere giudicate con lo stesso metro di giudizio.

Credo che per questo e giustamente in uno stesso concorso vi sono delle sezioni diverse, destinate a foto molto diverse.

In uno still-life, composizione, luci, tecnica sono fondamentali. Lo stesso dicasi per un ritratto in studio. In una foto sportiva ci sono altri parametri. per non parlare del reportage intutte le sue molteplici forme in cui prediligo il contenuto alla forma. Se questa c'è tanto di guadagnato, ma se dovessi confrontare una foto tecnicamente perfetta ma di contenuto scialbo o peggio in cui non riconosco luoghi e momento di certo io preferirei una foto tecnicamente imperfetta ma che mi comunichi all'istante: luogo, momento e soggetto.
Nicola Verardo
Personalmente è difficile che mi piaccia una foto TECNICAMENTE SBAGLIATA, le immagini che mi danno emozioni nei primi 3 secondi, sono quelle guardo per diversi minuti per capire poi i vari MESSAGGI dell'autore e il perchè della mia sensazione emozionale.

Non ricerco necessariamente il PERCHE' di quella foto ma il MIO PERCHE'.

Le foto fatte male (ne faccio parecchie), sgranate con tagli sbagliati, non le PASSO per ARTISTICHE o altro , non mi piacciono e basta e non ricerco il MESSAGGIO dell'autore.




Pegaso
Rieccomi ...
Innanzitutto sono estremamente lieto di verificare che questa discussione abbia suscitato il vostro interesse.
Sono poi strafelice di aver, come al solito, ricevuto molti stimoli a pensare dalle vostre osservazioni.

Siceramente non so da che parte cominciare, quindi parto quotando una frase che mi è piaciuta troppo, e che non commento perchè è autoesplicativa:
QUOTE(AndreaSalini @ May 11 2005, 07:31 PM)
Le foto, secondo me,  sono come i libri, lasciano molto all'interpretazione personale, magari l'autore ci può guidare ma alla fine la faccia precisa del protagonista del nostro libro è solo nella nostra testa.
*


Ora cercherò di seguire un preciso filo logico prendendo come spunto alcune vostre osservazioni: spero di riuscire nell'impresa !!!

L'aspetto tecnico: molti hanno detto di non badarci, di cercare prima l'emozione ... ci credo ma non troppo.
Nel senso: sono sicuro che nessuno lo fa consciamente, ma sono convinto che nel nostro cervello di fruitori secolari (o quasi biggrin.gif ) di immagini, ci sia una sorta di antivirus (deformazione professionale PC.gif ), sempre attivo ed in guardia, che non lavora sotto il nostro controllo diretto. Quando "attiviamo" la visione, se tutto è OK non dice nulla ma se qualcosa non torna attacca le sirene e comincia a fischiare. Questo a mio parere succede, a chi succede, perchè abbiamo talmente metabolizzato le nostre cognizioni tecniche da utilizzarle in maniera inconscia anche se molto efficace.
Aggiungo, inoltre, che questo meccanismo è anche in grado di farci capire se un "errore" è voluto o meno. Uno sfuocato o un micromosso, una pdc sbagliata o un'inquadratura storta (Sergio, siediti laugh.gif !!!) possono nascere sia come errori da principianti che come scelta voluta e sapientemente controllata dall'autore. Ed è proprio il livello di questa "sapienza" che può, controllandolo con cura, trasformare l'errore più banale in una trovata artistico-espressiva.

E a questo punto mi vengono in aiuto due mostri sacri ( guru.gif ) con visioni diametralmente (un po') opposte...
QUOTE(sergiobutta @ May 11 2005, 06:33 PM)
...Una foto storta, un uomo tagliato in vita, un mosso che più mosso non si può, non riusciranno mai a  suscitarmi emozioni .
*


QUOTE(matteoganora @ May 12 2005, 08:33 AM)
...Invece bisogna, come in tutte le cose, fondarsi su delle regole per poi imparare a infrangerle, creando nuove regole e nuovi canoni.
E sopratutto non privandosi mai di nessun tipo di fotografia, solo così il nostro gusto e la nostra tecnica continuerà ad evolvere.
*


Le regole sono, a mio parere e non solo in fotografia, fatte per essere infrante. Però solo dopo averle assimilate, capite e padroneggiate.
Questo non significa comunque che "l'infrazione" possa da sola permetterci di raggiungere l'obiettivo dell'emozione, per due motivi abbastanza banali:
1- nessuno di noi reagisce nello stesso modo a stimoli "alternativi"
2- il livello di "adattamento" dei nostri gusti è troppo dipendente dal nostro background culturale (soprattutto per quel che riguarda la "qualità" intesa come "tipo di cultura").
QUOTE(zico51 @ May 11 2005, 08:27 PM)
....che poi gli altri giudicano ognuno a modo loro con il proprio bagaglio di conoscenze, di cultura e perchè no di istinto.
*


Passando ad un linguaggio simile alla fotografia (e spero che Nico mi dia una mano, non una mazzuolata) ci sono tipi di pitture universalmente apprezzate e ammirate (gli Impressionisti sono il primo esempio eclatante che mi sovviene) e altre che dividono le platee.
Personalmente mi sono terribilmente annoiato ad una mostra di Picasso (Guernica è un discorso a parte..) mentre sono uscito entusiasta, ad esempio, da una di Kandinskij.
"Perchè ?" mi sono chiesto ... "non lo so" mi sono risposto ...
Quello che immagino sia il motivo è che, nonostante i linguaggi siano entrambi "alternativi", le emozioni che i due vogliono trasmettere siano molto diverse e, soprattutto, difficili da decodificare.
Ed è qui che torna il discorso della "cultura" in senso generale.
Ammettiamolo, ci sono immagini che senza uno studio approfondito, una accurata conoscenza dell'autore ed un preciso inserimento in un contesto storico fanno fatica a parlare: la fotografia è sì un linguaggio universale, ma di varia e sempre diversa interpretazione (a riguardo non saprei dire nulla di meglio di ciò che ha scritto Halberman nell'enciclopedica discussione su Capa).

Quello che io cerco sempre in un'immagine sono "sensazioni" (per me è una sfumatura un po' diversa da "emozioni") ma ammetto che spesso mi "sforzo" per cercare di trovarle, perchè così al volo non escono...
Quando mi capita ? Quando guardo qualcosa di qualcuno che "so" o "penso" meritare attenzione.
Ad esempio, ad una mostra sono rimasto impalato venti minuti davanti ad una foto di Salgado. Subito ho detto "ma che schifezza, perchè diavolo l'ha fatta ?!?" e sono passato oltre ... Poi ho ripensato "io sono un caccoletta, Salgado no e chi ha organizzato la mostra nemmeno, quindi magari sono io che non capisco non lei che non parla ...".
Alla fine ha vinto lei e l'entropia della mia ingoranza fotografica è un po' calata rolleyes.gif .
La cosa bella è che non c'è sempre ed esclusivamente bisogno di "mostri sacri" per crescere (capisci ammè !!! cool.gif Pollice.gif ) !!!

Mi sto dilungando troppo, poi non mi leggete e qui mi licenziano; concludo però con questa ... mazzata cerotto.gif
QUOTE(gciavarella @ May 13 2005, 09:01 AM)
ma se dovessimo dare delle indicazioni generali di riferimento per una giuria quali sarebbero i punti ineludibili nel giudizio?
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Hai presente la scena de "L'attimo fuggente" in cui il prof. Keating fa strappare le pagine del libro in cui si cerca di "schematizzare" la poesia ?!?!? ... io la vedo allo stesso modo rolleyes.gif .

Ciao wink.gif
Angelo

--
ma non ho finito !!!!!


Francesco T
Rispondo prendendo spunto da alcuni commenti che in parte avevo già postato qui. Essi costituiscono lo scheletro del mio approccio.

Il vero significato di una foto qualsiasi si trova meno nei suoi aspetti visivi che nell’evocazione che i dettagli suscitano nella mente (e nel cuore) di ogni osservatore. Mentre si guarda una foto, una persona in realtà crea spontaneamente il significato che ritiene provenire dalla foto stessa, e questo significato può essere diverso da quello che il fotografo intendeva trasmettere. Perciò, il significato (e il linguaggio emotivo) di una foto dipende piuttosto da chi l’osserva, perché la percezione individuale e l’esperienza di vita di ognuno incorniciano e definiscono quello che si "vede" come reale. Quindi, le reazioni verso una fotografia che una persona considera speciale possono in realtà rivelare molto sulla persona che la guarda, così come su chi l'ha scattata, se vengono fatte le domande adeguate.
Ma, proprio perché le foto personali registrano per sempre momenti importanti del quotidiano, servono per accedere, esplorare e comunicare sentimenti e ricordi. E forse tutto ciò sarà per qualcuno distante dalla foto / fotografo che ha originato il messaggio.

Analogamente, non giudicherei tale fenomeno come negativo se, ad esempio, un “artista” mi ponesse di fronte alla sua opera dicendomi: "Questo è il mio inizio di discorso: puoi entrarci dentro, puoi dialogarvi come stiamo facendo noi due e, in qualche modo, puoi anche modificarlo". (Interpretazione culturalmente ricca del concetto Word/No Word?)
Tutto questo porta ad un paradosso per cui, la fotografia non la fa il fotografo, ma chi la osserva.
E questo concetto, collegandomi al citato Guernica, può essere espresso da un aneddoto che ha raccontato Picasso stesso. Durante l’occupazione di Parigi un ufficiale tedesco entrò nello studio di Picasso e per prenderlo in giro, mostrando il quadro Guernica - che rappresenta un bombardamento dei Tedeschi su questa città basca durante la guerra civile spagnola - disse: "Chi è che ha fatto questo orrore, Voi?". E Picasso rispose: "No, l’avete fatto voi".

In ultimo volevo segnalare su quest' argomento, alcuni dei miei link preferiti:

Sue Edwards

Susan Sontag

LEGGERE LA FOTOGRAFIA - Pieroni

Helen Petrovsky

Saluti.
nuvolarossa
Io credo, come dice anche Pegaso, che dentro di noi esista una sorta di "bios", un "software" che abbiamo sin dalla nascita, che ci fa percepire le immagini ed apprezzarle secondo canoni prestabiliti (leggere ad esempio la discussione La sezione aurea), quindi le regole di composizione, bilanciamento dei colori, cromatismi, anche senza saperlo, inconsciamente le abbiamo dentro.
Personalmente una foto, come qualsiasi opera d'arte, deve colpire uno dei miei sensi, solo dopo che ho ricevuto il colpo mi fermo ad osservare i particolari ed a cercare il perchè quell'immagine mi ha colpito. Poi, come dicono, "la bellezza sta negli occhi di chi guarda", quindi la solita immagine può produrre in persone diverse diverse sensazioni, a seconda del background che ognuno di noi si porta dietro...
Non è detto che tutti ricevano lo stesso messaggio dalla stessa foto, a meno che tale messaggio non sia talmente chiaro da sfondare tutte le nostre sovrastrutture e colpirci direttamente dove siamo più sensibili... Questo lo riescono a fare solo i grandi. E Salgado, come dice Matteo, è sicuramente uno di loro, ma anche McCullin e lo stesso Capa e molti altri che mano a mano mi vengono in mente e non sto qui a citare....
FZFZ
QUOTE
Io credo, come dice anche Pegaso, che dentro di noi esista una sorta di "bios", un "software" che abbiamo sin dalla nascita, che ci fa percepire le immagini ed apprezzarle secondo canoni prestabiliti (leggere ad esempio la discussione La sezione aurea),


Non sono assolutamente d'accordo...esistono migliaia di opere d'arte che ( ad esempio...) non rispettano affatto la regola della sezione aurea...
Esiste un linguaggio abbastanza universale all'interno di noi...inconscio diciamo.
Ma si tratta di un linguaggio inconscio e simbolico...abbastanza "limitato" perlomeno rispetto all'argomento in ballo...
Non credo proprio possano esistere "canoni prestabiliti"..
Un'altra dimostrazione stà in tutti quegli artisti di rottura che hanno riscritto le regole...di una determinata arte in un determinato periodo storico.. o nel fatto che anche i geni possono non piacere...
Non potete capire quanta gente che conosco alla quale Bresson non piace assolutamente...
Ci sono troppe variazioni possibili da individuo a individuo perchè sia realisticamente possibile un "software" , anche piuttosto elastico, innato per di più, che ci guidi secondo determinati canoni...
Se un "software" di questo tipo esistesse, e fosse innato, all'interno di una comunità abbastanza circoscritta, culturalmente omogenea e "standardizzata" si dovrebbero riscontrare differenze minime di gusto estetico-artistico...

La cosa non si verifica praticamente mai.
(Ci sono stati studi psicologici a riguardo)

E aggiungerei...per fortuna!

Buone foto!

Ciao!

Federico.

nuvolarossa
QUOTE
Non sono assolutamente d'accordo...esistono migliaia di opere d'arte che ( ad esempio...) non rispettano affatto la regola della sezione aurea...
Esiste un linguaggio abbastanza universale all'interno di noi...inconscio diciamo.
Ma si tratta di un linguaggio inconscio e simbolico...abbastanza "limitato" perlomeno rispetto all'argomento in ballo...
Non credo proprio possano esistere "canoni prestabiliti"..


Forse non mi sono spiegato bene, ma dal seguito del mio messaggio si capiva chiaramente che le regole ed i canoni servono per non essere rispettati e che sono diversi a seconda del nostro background, della nostra cultura e della parte del mondo dove viviamo...
Il discorso del "software" è riferito al fatto che le regole di composizione non ce le siamo inventati a piè pari, nessuno in nessuna epoca storica ha detto "Da oggi si dipinge così!!"... Sono invece emerse da secoli di studi sulle opere d'arte e sui simbolismi.
D'altra parte nessuno di noi (spero ph34r.gif ) quando scatta una foto pensa: Questo lo metto nel terzo superiore, questo nel terzo inferiore, questo lo giro di là così dà spazio alla figura eccetera.... Sono costruzioni che vengono spontanee e sono dettate dal nostro modo di vedere...
Poi ci sono le foto immediate, quelle che colgono davvero l'attimo fuggente, quelle che documentano l'evento irripetibile ed entrano nella storia, ma lì forse conta di più il culo che la tecnica......
Pegaso
QUOTE(FZFZ @ May 13 2005, 04:26 PM)
QUOTE
Io credo, come dice anche Pegaso, che dentro di noi esista una sorta di "bios", un "software" che abbiamo sin dalla nascita, che ci fa percepire le immagini ed apprezzarle secondo canoni prestabiliti (leggere ad esempio la discussione La sezione aurea),


Non sono assolutamente d'accordo...esistono migliaia di opere d'arte che ( ad esempio...) non rispettano affatto la regola della sezione aurea...
*


Attenzione, forse non sono stato chiaro.
Quello che intendevo dire io è che l'esperienza (o la cultura) ci permettono di identificare subito se una "variazione" rispetto a quelli che ognuno di noi, nella sua percorso personale, ha acquisito come "canoni di bellezza", è un errore o è voluta.
Penso che ognuno di voi sarebbe in grado di discernere (ad es.) uno sfuocato errato e uno voluto, semplicemente per il fatto che quello "voluto" in qualche modo aggiunge qualcosa all'immagine mentre l'errore ne toglie (eliminiamo per ora le classiche "botte di c..o " smile.gif ).

QUOTE(FZFZ @ May 13 2005, 04:26 PM)
Esiste un linguaggio abbastanza universale all'interno di noi...inconscio diciamo.
Ma si tratta di un linguaggio inconscio e simbolico...abbastanza "limitato" perlomeno rispetto all'argomento in ballo...
*


E' limitato nella misura in cui la nostra esperienza-cultira-conoscenza è limitata.

QUOTE(FZFZ @ May 13 2005, 04:26 PM)
Non potete capire quanta gente che conosco alla quale Bresson non piace assolutamente...
*


Ci credo, eccome !!!
Quando si va "molto avanti" con i gusti, tutto ciò che è "classico" o "ordinario" comincia a risultare insufficiente, emotivamente parlando, e quindi non più apprezzato.

Chi è che non ha cominciato a scattare ai fiorellini o alla luna per poi ritrovarsi a fare ben altro ed inorridirsi, simpaticamente, di fronte agli stessi soggetti ?

I nostri gusti, in fotografia come in tutto ciò che ci appassiona, evolvono di continuo e tendiamo a ricercare sempre "di più", lasciando spesso per strda ciò che ci aveva indotto ad intraprendere questo cammino ...

Spero di essere stato chiaro questa volta.

Ciao wink.gif
Angelo
Pegaso
QUOTE(nuvolarossa @ May 13 2005, 04:50 PM)
.. lì forse conta di più il culo che la tecnica......
*


QUOTE(Pegaso @ May 13 2005, 04:59 PM)
..(eliminiamo per ora le classiche "botte di c..o " smile.gif ).
*


laugh.gif laugh.gif , Stefano, vedo che per entrambi la nostra "seduta" fa parte integrante dell'"attrezzatura" da portarsi sempre dietro ... blink.gif .. giuro, questa frase mi è venuta spontanea e la lascio lì così, troppo precisa tongue.gif !!!!

Ciao wink.gif
Angelo
nuvolarossa
QUOTE(Pegaso @ May 13 2005, 06:03 PM)
QUOTE(nuvolarossa @ May 13 2005, 04:50 PM)
.. lì forse conta di più il culo che la tecnica......
*


QUOTE(Pegaso @ May 13 2005, 04:59 PM)
..(eliminiamo per ora le classiche "botte di c..o " smile.gif ).
*


laugh.gif laugh.gif , Stefano, vedo che per entrambi la nostra "seduta" fa parte integrante dell'"attrezzatura" da portarsi sempre dietro ... blink.gif .. giuro, questa frase mi è venuta spontanea e la lascio lì così, troppo precisa tongue.gif !!!!

Ciao wink.gif
Angelo
*



Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif
bluemonia
per quanto mi riguarda, quando mi ritrovo davanti a un immagine (grafica o fotografica) le cose che possono accadere sono 2:

1 - non mi trasmette nulla: inizio (quasi incosciamente) a giudicarne la tecnica e l'estetica.

2 - mi emoziona da subito, appena la vedo (non esiste che mi trasmette qualcosa solo dopo averla analizzata), la guardo e la riguardo e sempre ci trovo qualcosa, fino a che, riesco a distaccarmi e a vederne (se ci sono) gli errori compositivi, di sfocato ecc...

poi dico che secondo me ci si emoziona per quelle immagini che ci riportano alla mente qualcosa che già esiste in noi.. e che l'autore mette il suo messaggio e poi noi, se non è proprio esplicito, ci vediamo quello che vogliamo.

questo è il mio modo personale di "vedere" le immagini.

ciau wink.gif


Bruno L
In effetti è difficile separare le prime sensazioni a pelle, il coinvolgimento emotivo e l'aspetto tecnico compositivo. Direi che sono un tutt'uno e a tratti ci lasciamo prendere dall'uno o dall'altro, senza una gerarchia precisa. A volte, per esempio, anche una finezza tecnica, una sfumatura di luce, un effetto particolare, può suscitare una grande emozione.



FZFZ
QUOTE
Forse non mi sono spiegato bene, ma dal seguito del mio messaggio si capiva chiaramente che le regole ed i canoni servono per non essere rispettati e che sono diversi a seconda del nostro background, della nostra cultura e della parte del mondo dove viviamo...
Il discorso del "software" è riferito al fatto che le regole di composizione non ce le siamo inventati a piè pari, nessuno in nessuna epoca storica ha detto "Da oggi si dipinge così!!"... Sono invece emerse da secoli di studi sulle opere d'arte e sui simbolismi.


Partiamo dal fondo...
Io del "software" contestavo innanzitutto il carattere innato...
In secondo luogo i "caratteri prestabiliti"
Sul carattere innato credo di essermi spiegato circa la mia dissertazione...
Sui "caratteri prestabiliti" posso essere d'accordo , grazie a questa tua seconda spiegazione che rende un pò più chiara la cosa...
Tuttavia ritengo che la grandezza del genio sia proprio quella di andare oltre questi confini...di slancio...dopodichè quelli un pò meno geni lo seguono subito...

QUOTE
Quello che intendevo dire io è che l'esperienza (o la cultura) ci permettono di identificare subito se una "variazione" rispetto a quelli che ognuno di noi, nella sua percorso personale, ha acquisito come "canoni di bellezza", è un errore o è voluta.


Sono d'accordo....a meno che l'autore non si chiami Gastone.... wink.gif
QUOTE
Esiste un linguaggio abbastanza universale all'interno di noi...inconscio diciamo.
Ma si tratta di un linguaggio inconscio e simbolico...abbastanza "limitato" perlomeno rispetto all'argomento in ballo...





E' limitato nella misura in cui la nostra esperienza-cultira-conoscenza è limitata.


Sù questo...almeno parzialmente dissento.
Per certi versi è più limitato...per altri non ha limiti....
Solo questo punto potrebbe diventare una discussione eterna....
Può diventare talmente vasto da perdere qualunque riferimento all'argomento qui trattato...
Per esempio , citando Jung, si potrebbe parlare di una cultura umana che automaticamente si trasmette attraverso le varie generazioni, arricchendo sempre più la conoscenza collettiva, della realtà..in tutte le sue sfaccettature...arte e ,sopratutto, simbolismi ( leggi Freud...) compresi...
Personalmente credo parzialmente in questo...indubbiamente esiste un "arrichimento culturale di massa" che và al di là delle migliorate condizioni storiche- sociali-economiche in cui la massa si ritrova oggi...perlomeno rispetto ad un secolo fà...ma anche meno!
Per non parlare del passato più remoto!
Però noto con dispiacere che se il livello medio si alza quello più elevato si abbassa...nonostante il fatto che se potessimo effettuare un "calcolo statistico-economico" su un dato del genere dovremmo aspettarci un miglioramento a tutti i livelli...
Da qui parte il mio punto di vista...cioè che la cultura , la genialità personale è assolutamente distinta da questa cultura "allargata"...anzi che addirittura ne potrebbe risentire...(forse...non ho la presunzione di dirlo...)

E da qui, ancora, mi chiedo che senso ha questo patrimonio inconscio?
Rendere più semplice la comunicazione artistica?
Non credo visto quello che afferma anche Pegaso successivamente in seguito al mio precedente intervento...

QUOTE
QUOTE(FZFZ @ May 13 2005, 04:26 PM)
Non potete capire quanta gente che conosco alla quale Bresson non piace assolutamente...





Ci credo, eccome !!!
Quando si va "molto avanti" con i gusti, tutto ciò che è "classico" o "ordinario" comincia a risultare insufficiente, emotivamente parlando, e quindi non più apprezzato.


Ed ancora...
QUOTE

I nostri gusti, in fotografia come in tutto ciò che ci appassiona, evolvono di continuo e tendiamo a ricercare sempre "di più", lasciando spesso per strda ciò che ci aveva indotto ad intraprendere questo cammino ...


Per cui la "conoscenza collettiva" è sempre in ritardo...sopratutto oggi!
L'unica via è ovviamente la cultura personale...assolutamente personale...
A maggior ragione oggi!
Quanti possono dire di essere in gradi di capire, interpretare ed apprezzare l'arte moderna?
Pochi....è la mia risposta...

Solo l'individualità può trovare la chiave di interpretazione effettiva...

Solo l' Individuo Singolo può trovare la genialità...può vedere il fotografo nella creazione fotografica....attraverso se stesso rispecchiato nell'opera proposta...

Il simbolismo collettivo è un abbaglio...un'allucinazione deviante....
Non esiste, ne esisterà un'opera letta da 2 persone dello stesso popolo( stessa cultura) allo stesso modo
Figuriamoci tra 2 popolazioni diverse!!

Non esiste un linguaggio universale dell'immagine...esistono canoni standardizzati sulla creazione dell'imagine...ma questo con la creazione di un'OPERA D' ARTE ha ben poco da spartire....

Ma quanto mi piace 'stò post...scusate per la lunghezza.... ph34r.gif

Buone foto!

Ciao!

Federico.


Ps:
QUOTE
(non esiste che mi trasmette qualcosa solo dopo averla analizzata),


A me capita...mi capita di non capire subito chessò...un quadro...e dopo averlo
visto e studiato meglio, mi può succedere di avere un altro impatto con quell'opera...





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