QUOTE(capitanohook @ Feb 3 2010, 09:35 AM)

Ciao Npkd, grazie per la precisazione.
quindi concludendo, per quanto riguarda le fotocamere, conviene posizionarsi alla minima distanza di messa a fuoco?
Consigliatemi voi, perch� devo modificare un mio post che ho scritto per aiutare un amico qui del forum, dove indicavo erroneamente 50 volte la focale.
AND.
La minima distanza di MaF ha il "pregio" di esasperare la riduzione di profondit� di campo, quindi rendere pi� evidente e riconoscibile l'eventuale problema. D'altra parte, anche senza considerare la possibilit� che l'entit� della "staratura" non sia costante a tutte le distanze di ripresa (gi� questo consiglierebbe almeno delle controprove), costringe l'obiettivo a lavorare fuori dalle sue "normali" condizioni di ripresa, eccezion fatta per i micro, naturalmente..
Io sono solito "allarmarmi"
solo se
sul campo e alle consuete distanze di ripresa riscontro un errore costante e ripetitivo. Dopodich� indago meglio anche a distanze prossime alla minima distanza di MaF. Dopo la taratura cerco conferma a tutte le distanze, con ovvia preferenza per le distanze di ripresa che mi sono pi� abituali, se "possibile"...
Giusto o sbagliato, faccio cos�...

QUOTE(esclavo @ Feb 3 2010, 12:39 PM)

Ciao io ho un'altra domanda!
sempre per curiosita'..come mai le prove su piano inclinato si fanno sempre a 45�?
Devo dire che me
ne sono sempre infischiato lo sono sempre chiesto (

), pur non considerando particolarmente attendibili proprio i "test" che consigliano tali "gradazioni"...
Forse per tentare (inutilmente) di suddividere equamente l'errore prima e dopo il punto di MaF e aiutare a quantificare lo scostamento...ma mi pare francamente una stupidaggine.

Innanzitutto perch� la distribuzione della PdC non � affatto costante, bens� variabile a seconda dello schema ottico e soprattutto della distanza di ripresa, quindi non si pu� certo farne una "legge" buona per tutti gli obiettivi, anzi...e poi perch� tale � l'imprecisione intrinseca della messa a fuoco automatica su di una piccola linea posta su di un piano inclinato (per la dimensione relativa della linea in rapporto alla dimensione dell'area sensibile dell'AF, ma non solo..) che solo l'idea di mettermi l� con squadre, compassi e goniometri per fare una prova in cui la precisione richiesta � resa superflua dall'essenza stessa del metodo, � una cosa che proprio non mi perdonerei...
Conosco altri modi per prendermi gioco di me...

E' cos� facile e privo di rischi mettere a fuoco su un piano parallelo al sensore...la focus chart � mooolto pi� utile come succedaneo della diavolina...altro che gazzetta dello sport...