Tanto � vero che di fotografi con al collo una Nikon ne ho visti tanti.
Con un copia-icolla dal sito ufficiale del carnevale d'Ivrea riporto le spiegazioni pi� importanti di questa manifestazione, a molti ancora sconosciuta.
La Mugnaia: tra storia e leggenda
E� il personaggio pi� importante della manifestazione, l�eroina che � stata elevata a simbolo
della libert� conquistata dal popolo in rivolta contro il tiranno feudale. All'epoca del marchese Raineri di Biandrate, la giovane popolana e novella sposa Violetta, si oppose con coraggio alle attenzioni del tiranno che, non contento di vessare il popolo con tasse e maltrattamenti, aveva imposto alle giovani spose lo jus primae noctis.
Salita al castello la sera delle nozze, questa giovane giur� al marito Toniotto che non avrebbe accettato un simile ricatto.
Estratto improvvisamente un pugnale dalle vesti, mozz� la testa del tiranno e la mostr� al popolo intero dagli spalti del castello.
Fu il segno della rivolta. Il maniero fu subito preso e incendiato e il popolo giur� che in quel luogo non si sarebbe mai pi� costruito nulla. Ambientata nell'alto Medioevo, questa leggenda, come tutte, ha un fondo di storia: a quell'epoca, infatti, la Dora Baltea era costellata di numerosi mulini natanti; forse la rivolta eporediese fu causata dall'ennesima tassa sul macinato, ma il suo ricordo si � tramandato nel tempo attraverso l'immagine della vezzosa Violetta che liber� l'intera citt�.

Il Generale e lo Stato Maggiore
Prima della dominazione napoleonica il carnevale eporediese era celebrato autonomamente da ogni rione, questo per� creava una forte rivalit� che spesso sfociava in scontri violenti e sanguinosi.
All�inizio dell�ottocento, in piena occupazione napoleonica, le autorit� civili e militari, preoccupati per l�ordine pubblico, istituirono una sorta di �servizio d�ordine� delle manifestazioni.
A capo di questo gruppo di controllo nel 1808 venne nominato un uomo che, godendo di grande prestigio presso la cittadinanza, ben rappresentava la cultura e l�orgoglio municipalista, soprattutto quando i carnevali rionali vennero unificati in un�unica grande festa cittadina.
Secondo la tradizione, l�Imperatore nomin� tale cittadino Generale inficiandolo del titolo e della suprema uniforme dell�esercito napoleonico. Inoltre allo stesso Generale fu concesso di chiamare con se altre persone che, in veste di Ufficiali dello Stato Maggiore, lo aiutassero nei suoi compiti.
Il Generale entra in carica il 6 di gennaio di ogni anno quando riceve dall�interprete dell�edizione precedente la feluca e la sciabola.
Il Gioved� grasso poi, otterr� dal Sindaco, nella cerimonia del �Passaggio dei Poteri�, la fascia di primo cittadino insieme agli oneri (oggi ovviamente simbolici) del controllo dell�ordine pubblico.
E� assistito e coadiuvato da un drappello di Ufficiali dello Stato Maggiore, tra i quali poi provvede a nominare gli Aiutanti di Campo e le Vivandiere.

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