Sono sicuramente banale e ripetitivo ma vorrei anche io ringraziarti per aver condiviso questa esperienza (experience?)
È assolutamente affascinante vedere ciò che stai facendo e soprattutto fare un paralelo con le attuali macchine fotografiche!
Grazie mille
È assolutamente affascinante vedere ciò che stai facendo e soprattutto fare un paralelo con le attuali macchine fotografiche!
Grazie mille
Questa me la ero persa.
Cari amici,
stamattina ho costruito il famoso "velo" di Leon Battista Alberti. Inizialmente avevo pensato di costruirlo in legno ma poi l'ho realizzato in cartoncino poiché non intendo utilizzarlo che un paio di volte per motivi di ricerca storica. Ritengo infatti che per imparare a disegnare, non bisogna ricorrere a trucchi.
In ogni caso, questo tipo di strumento dimostra come prima dell'invenzione della Fotografia, gli artisti cercassero un qualche sistema che li aiutasse a riprodurre quanto più fedelmente possibile il reale. Una specie di "velo" è stato usato anche da Van Gogh. Poi, i pittori come il Canaletto, si sono aiutati con strumenti più "moderni" come la camera ottica.
Ma andiamo con ordine. Questo è il mio strumento. Il cartoncino, se provvisto di piegature, diviene sufficientemente rigido.
Ingrandimento full detail : 126.7 KB
Ingrandimento full detail : 88.1 KB
A breve vi mostrerò i risultati del suo uso.
Questa è una nota incisione di Albrecht Durer "Il disegnatore della donna coricata (Norimberga 1525) che mostra il meccanismo ed il suo uso:
Ingrandimento full detail : 145.5 KB
Ancora, leonardo da Vinci (Codice atlantico, Milano Biblioteca Ambrosiana):
Ingrandimento full detail : 191.5 KB
E questo è un disegno di Van Gogh che rappresenta lo strumento fattosi costruire da un falegname e che ha usato. Prima di farselo costruire dall'ebanista, ne aveva realizzato uno tendendo dei fili nella spalliera di una sedia.
Ingrandimento full detail : 99.4 KB
Ecco cosa scrive Van Gogh al fratello Theo in proposito:
«Se è vero che l'inverno passato ho speso meno in colori degli altri artisti, pure ho speso "di più" per fabbricare uno strumento per lo studio delle pro-porzioni e della prospettiva, la cui descrizione può trovarsi in un libro di Albrecht DUrer e che anche gli antichi pittori olandesi impiegavano. Questo strumento rende possibile il raffronto tra le proporzioni degli oggetti vicini e di quelli situati su di un piano distante, in quei casi in cui non è possibile costruire secondo le regole della prospettiva. E quando si cerca di fare "ad occhio soltanto" (a meno di non essere degli esperti ed anche molto bravi) il risultato è sempre completamente errato. Non sono riuscito subito a costruire lo strumento, ma alfine ci sono riuscito, dopo molti sforzi, con l'aiuto del falegname e del fabbro. E dopo altri sforzi vedo la possibilità di ottenere dei risultati ancora migliori».
Questi sono disegni alla camera ottica di Canaletto. Ciascuno è ottenuto ruotando di alcuni gradi la camera. I disegni venivano poi uniti e servivano come base per le vedute di cui Canaletto è maestro. Una specie di panoramica ante litteram.
Canaletto (1697-1768) Campo S. Giovanni e Paolo. Dal Quaderno, Venezia Gallerie dell'Accademia.
Ingrandimento full detail : 142.3 KB
Oggi molti pittori dipingono servendosi di fotografie. Sono un po' i moderni seguaci del Durer e di Canaletto :-)
Buona luce
Enrico
stamattina ho costruito il famoso "velo" di Leon Battista Alberti. Inizialmente avevo pensato di costruirlo in legno ma poi l'ho realizzato in cartoncino poiché non intendo utilizzarlo che un paio di volte per motivi di ricerca storica. Ritengo infatti che per imparare a disegnare, non bisogna ricorrere a trucchi.
In ogni caso, questo tipo di strumento dimostra come prima dell'invenzione della Fotografia, gli artisti cercassero un qualche sistema che li aiutasse a riprodurre quanto più fedelmente possibile il reale. Una specie di "velo" è stato usato anche da Van Gogh. Poi, i pittori come il Canaletto, si sono aiutati con strumenti più "moderni" come la camera ottica.
Ma andiamo con ordine. Questo è il mio strumento. Il cartoncino, se provvisto di piegature, diviene sufficientemente rigido.
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A breve vi mostrerò i risultati del suo uso.
Questa è una nota incisione di Albrecht Durer "Il disegnatore della donna coricata (Norimberga 1525) che mostra il meccanismo ed il suo uso:
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Ancora, leonardo da Vinci (Codice atlantico, Milano Biblioteca Ambrosiana):
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E questo è un disegno di Van Gogh che rappresenta lo strumento fattosi costruire da un falegname e che ha usato. Prima di farselo costruire dall'ebanista, ne aveva realizzato uno tendendo dei fili nella spalliera di una sedia.
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Ecco cosa scrive Van Gogh al fratello Theo in proposito:
«Se è vero che l'inverno passato ho speso meno in colori degli altri artisti, pure ho speso "di più" per fabbricare uno strumento per lo studio delle pro-porzioni e della prospettiva, la cui descrizione può trovarsi in un libro di Albrecht DUrer e che anche gli antichi pittori olandesi impiegavano. Questo strumento rende possibile il raffronto tra le proporzioni degli oggetti vicini e di quelli situati su di un piano distante, in quei casi in cui non è possibile costruire secondo le regole della prospettiva. E quando si cerca di fare "ad occhio soltanto" (a meno di non essere degli esperti ed anche molto bravi) il risultato è sempre completamente errato. Non sono riuscito subito a costruire lo strumento, ma alfine ci sono riuscito, dopo molti sforzi, con l'aiuto del falegname e del fabbro. E dopo altri sforzi vedo la possibilità di ottenere dei risultati ancora migliori».
Questi sono disegni alla camera ottica di Canaletto. Ciascuno è ottenuto ruotando di alcuni gradi la camera. I disegni venivano poi uniti e servivano come base per le vedute di cui Canaletto è maestro. Una specie di panoramica ante litteram.
Canaletto (1697-1768) Campo S. Giovanni e Paolo. Dal Quaderno, Venezia Gallerie dell'Accademia.
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Oggi molti pittori dipingono servendosi di fotografie. Sono un po' i moderni seguaci del Durer e di Canaletto :-)
Buona luce
Enrico
Andando a ritroso sulle orme dei pionieri, non mi sono accorto di aver fatto un cammino di secoli, superando il '700, il '600, il '500!
Ed ecco il mio esperimento col "velo vitruviano".
Ingrandimento full detail : 256.6 KB
La copia è stata davvero molto scomoda, a causa delle piccole dimensioni dello strumento. Ho dovuto traguardare da un forellino molto piccolo, per poter mettere a fuoco sia la caffettiera che la quadrettatura sull'acetato. Il risultato è un po' approssimato, come potete vedere. Può darsi che con uno strumento molto grande, la procedura sia più semplice e precisa. Ecco l'abbozzo:
Ingrandimento full detail : 135.6 KB
Ho completato il disegno a matita:
Ingrandimento full detail : 135.8 KB
Avrei ottenuto risultati migliori disegnando senza lo strumento
In fin dei conti, il velo vitruviano è un po' un lontano precursore della macchina fotografica, ed il cui fine è quello di riportare meccanicamente su di un quadro il soggetto, superando l'imprecisione dell'occhio.
Buona luce
Enrico
Ed ecco il mio esperimento col "velo vitruviano".
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La copia è stata davvero molto scomoda, a causa delle piccole dimensioni dello strumento. Ho dovuto traguardare da un forellino molto piccolo, per poter mettere a fuoco sia la caffettiera che la quadrettatura sull'acetato. Il risultato è un po' approssimato, come potete vedere. Può darsi che con uno strumento molto grande, la procedura sia più semplice e precisa. Ecco l'abbozzo:
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Ho completato il disegno a matita:
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Avrei ottenuto risultati migliori disegnando senza lo strumento
In fin dei conti, il velo vitruviano è un po' un lontano precursore della macchina fotografica, ed il cui fine è quello di riportare meccanicamente su di un quadro il soggetto, superando l'imprecisione dell'occhio.
Buona luce
Enrico
Come mai non riesco a visualizzare le imgs?
Aggiornamento:
ASSURDO!! Ho fatto due refresh e nulla.
Adesso posto e magicamente compaiono le immagini...
Messaggio modificato da Norfolk il Nov 28 2010, 11:15 AM
Aggiornamento:
ASSURDO!! Ho fatto due refresh e nulla.
Adesso posto e magicamente compaiono le immagini...
Messaggio modificato da Norfolk il Nov 28 2010, 11:15 AM
Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico
Un saluto
Enrico
Ciao Enrico,
sono nuovo nel forum ed un piccolo appassionato.Però proprio in questi giorni di scervellamenti(dovendo cambiare corpo ed obiettivi analogici) per orientarmi nel mondo digitale, Mi hai galvanizzato ed entusiasmato con le tue imprese, riaccendendo in me forti emozioni quando ormai mi sentivo un vecchio fuori dai giochi...
Grazie e non mollare, Ciao
ciao a tutti siamo delle ragazze di quinta liceo scientifico e stiamo cercando di riprodurre gli esperimenti di Talbot per un'area di progetto che porteremo all'esame. Abbiamo trovato delle difficoltà nel capire come fissava il negativo Talbot nei suoi primi esperimenti (sciadografia). Noi usiamo una soluzione di cloruro di sodio ma il nostro negativo dopo poco tempo torna bianco.
Abbiamo visto che Enrico ha effettuato questo tipo di esperimenti quindi abbiamo pensato che potesse esserci d'aiuto.
grazie.
Abbiamo visto che Enrico ha effettuato questo tipo di esperimenti quindi abbiamo pensato che potesse esserci d'aiuto.
grazie.
in attesa che risponda Enrico, dopo una piccola ricerca, suppongo che bisogna fissare l'immagine con Iposolfito di sodio (banalissimo fissaggio) logicamente fatto al buio.
Antonio
Antonio
in attesa che risponda Enrico, dopo una piccola ricerca, suppongo che bisogna fissare l'immagine con Iposolfito di sodio (banalissimo fissaggio) logicamente fatto al buio.
Antonio
Antonio
si abbiamo provato anche con quello ma con qualsiasi tempo di fissaggio il risultato è un foglio completamente bianco ( sembra che l'iposolfito faccia sparire il contrasto : a livello chimico è possibile che riesca a solubilizzare anche l'argento metallico?)
e comunque sappaimo se Talbot riusciva a fissare per lunghi periodi di tempo (non solo qualche giorno ma mesi)?
grazie =)
Bellissima questa dei pionieri. Complimenti e grazie. Me la sono letta d'un fiato.
Se qualcuno ha le capacità, voglia e tempo, suggerisco qualche esperimento con i dagherrotipi, che secondo me restano i più affascinanti: su metallo e positivi diretti.
Se qualcuno ha le capacità, voglia e tempo, suggerisco qualche esperimento con i dagherrotipi, che secondo me restano i più affascinanti: su metallo e positivi diretti.
Bellissima questa dei pionieri. Complimenti e grazie. Me la sono letta d'un fiato.
Se qualcuno ha le capacità, voglia e tempo, suggerisco qualche esperimento con i dagherrotipi, che secondo me restano i più affascinanti: su metallo e positivi diretti.
Se qualcuno ha le capacità, voglia e tempo, suggerisco qualche esperimento con i dagherrotipi, che secondo me restano i più affascinanti: su metallo e positivi diretti.
Attenti però ai vapori di mercurio...
Un saluto
Attenti però ai vapori di mercurio...
Un saluto
Un saluto
Enrico! sono quasi due anni che volevo commentare questo magnifico post,solo che avevo molte difficoltà nell'iscrivermi
Grazie a te mi sono appassionato alle tecniche fotografiche antiche,io ora studio chimica e per la maturità avrei intenzione di portare quest'argomento per la tesina: tecniche fotografiche antiche.
Ti vorrei fare i complimenti,questo iter attraverso la fotografia degli arbori è fantastico,dalla tua prima fotografia ai tuoi perfetti calotipi...
Per due anni mi sono cimentato nella costruzione di soffietti,prima in carta,poi in semipelle,ora ho intenzione di costruire una fotocamera a soffietto per eseguire qualche esperimento.
Continui a fare foto? grazie di tutto
Sto disperatamente cercando il nitrato d'argento o l'acido nitrico qui in francia... (piuttosto il nitrato me lo faccio io!) Chimici per tentare l'esperimento di Talbot. Volevo iniziare con la carta salata in ripresa, non come stampa...
Ho trovato questo sito, che riassume molto bene tante tecniche e vende i prodotti. E' in francese, ma MERITA.
http://disactis.com/articles/articles.php
Qualcuno ha mai provato a riprodurre le autocromie dei fratelli Lumiere?
Ho letto solo adesso, dall'inizio....ho avuto i brividi !!!
Enrico....grazie.
Enrico....grazie.
Tra un esperimento e l'altro... son passato alla grande formato... ho imparato a sviluppare in modo decente... oggi provo il colore..
Ho deciso... prima di farmi un anno o due di lavoro in camera oscura con sistemi moderni, e poi via via, provare quelli piu antichi.
In realtà solo due procedimenti voglio riprodurre perche mi affascinano veramente e secondo me son quelli chiave di tutta la storia della fotografia.
Prima di tutti, i negativi al collodio umido.
Secondi, stampa talbot carta salata e stampa all'albumina
Ho studiato a fondo gli altri procedimenti, e vi diroà, secondo me i procedimenti affascinanti son poi quelli che per praticità e economia hanno avuto piu successo.
Per dire, il procedimento al platino... mmm bello.... ma capisci leggendolo perche non abbia avuto questo successo...
Ho deciso... prima di farmi un anno o due di lavoro in camera oscura con sistemi moderni, e poi via via, provare quelli piu antichi.
In realtà solo due procedimenti voglio riprodurre perche mi affascinano veramente e secondo me son quelli chiave di tutta la storia della fotografia.
Prima di tutti, i negativi al collodio umido.
Secondi, stampa talbot carta salata e stampa all'albumina
Ho studiato a fondo gli altri procedimenti, e vi diroà, secondo me i procedimenti affascinanti son poi quelli che per praticità e economia hanno avuto piu successo.
Per dire, il procedimento al platino... mmm bello.... ma capisci leggendolo perche non abbia avuto questo successo...
Cari amici,
stamattina ho costruito il famoso "velo" di Leon Battista Alberti. Inizialmente avevo pensato di costruirlo in legno ma poi l'ho realizzato in cartoncino poiché non intendo utilizzarlo che un paio di volte per motivi di ricerca storica. Ritengo infatti che per imparare a disegnare, non bisogna ricorrere a trucchi.
In ogni caso, questo tipo di strumento dimostra come prima dell'invenzione della Fotografia, gli artisti cercassero un qualche sistema che li aiutasse a riprodurre quanto più fedelmente possibile il reale. Una specie di "velo" è stato usato anche da Van Gogh. Poi, i pittori come il Canaletto, si sono aiutati con strumenti più "moderni" come la camera ottica.
Ma andiamo con ordine. Questo è il mio strumento. Il cartoncino, se provvisto di piegature, diviene sufficientemente rigido.
stamattina ho costruito il famoso "velo" di Leon Battista Alberti. Inizialmente avevo pensato di costruirlo in legno ma poi l'ho realizzato in cartoncino poiché non intendo utilizzarlo che un paio di volte per motivi di ricerca storica. Ritengo infatti che per imparare a disegnare, non bisogna ricorrere a trucchi.
In ogni caso, questo tipo di strumento dimostra come prima dell'invenzione della Fotografia, gli artisti cercassero un qualche sistema che li aiutasse a riprodurre quanto più fedelmente possibile il reale. Una specie di "velo" è stato usato anche da Van Gogh. Poi, i pittori come il Canaletto, si sono aiutati con strumenti più "moderni" come la camera ottica.
Ma andiamo con ordine. Questo è il mio strumento. Il cartoncino, se provvisto di piegature, diviene sufficientemente rigido.
Ciao Enrico, sono un architetto, ho lavorato per anni e continuo a lavorare con programmi di modellazione tridimensionale e renderizzazione che simulano le fotocamere reflex e da pochi mesi ne ho comprata una e sto cercando di imparare più cose possibili.
Solo oggi ho letto questa discussione e ne sono rimasto completamente affascinato.
In fotografia, come nel disegno, come nell'architettura, la conoscenza del passato è il passaggio più importante per affrontare il presente e il futuro.
Seguo con attenzione tutte le evoluzioni e ti faccio solo i complimenti!
Grazie a tutti, amici, del passaggio.
Grazie a tutti, amici, del passaggio.
Tempo fa lessi tutto il "racconto". In questi giorni l'ho ripreso anche perché mi solletica molto tentare la gomma bicromata. Il potassio l'ho comprato su internet (e me lo mandano già diluito) La gomma la troverò senza difficoltà (spero) così cercherò di sentirmi pure io parte del gioco. seppur minima ed infinitesimale. Comunque vada sarà un bel gioco.
Il bicromato di potassio l'ho preso al 10% secondo la ricetta trovata qui sopra.Altrove avevo visto diluizioni tra il 5 ed il 13%. mo vediamo che esce.
Un saluto
Tempo fa lessi tutto il "racconto". In questi giorni l'ho ripreso anche perché mi solletica molto tentare la gomma bicromata. Il potassio l'ho comprato su internet (e me lo mandano già diluito) La gomma la troverò senza difficoltà (spero) così cercherò di sentirmi pure io parte del gioco. seppur minima ed infinitesimale. Comunque vada sarà un bel gioco.
Il bicromato di potassio l'ho preso al 10% secondo la ricetta trovata qui sopra.Altrove avevo visto diluizioni tra il 5 ed il 13%. mo vediamo che esce.
Un saluto
Il bicromato di potassio l'ho preso al 10% secondo la ricetta trovata qui sopra.Altrove avevo visto diluizioni tra il 5 ed il 13%. mo vediamo che esce.
Un saluto
Tra alti e bassi procedo. Ho già tirato alcune stampe. Procedo per prove ed errori.
Il più pacchiano che ho commesso è che "caricavo" le lastre alla luce. Ora lo faccio al buio.
Altro errore è il dosaggio del pigmento: mai troppo, ho capito che poco è meglio.
Errore numero 3: devo tarare meglio il bicromato. Ce l'ho al 10% ma credo che in rapporto 1 a 1 con la colla sia poco.
Errore numero 4: in pieno sole 3 minuti possono non essere sufficienti; 5 sono meglio. Ma non è una risposta devinitiva.
Errore numero 5: mai avere fretta. La carta nello sviluppo (ossia nell'acqua tiepida) va lasciata a lungo anche diverse ore.
Errore numero 5 e 1/2 evitare il pennello in acqua per facilitare la rimozione del colore e della gomma
Ho effettuato anche una variante. Ho cosparso due fogli con la gomma per intero. Poi ho lasciato asciugare il foglio poi l'ho sensibilizzato secondo la ricetta.
ciao
Cari amici,
la parte ottica non mi crea problemi. Devo lavorare sulla parte chimica. La procedura è quella di bagnare la carta con una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio). Una volta asciutta, passo col pennello una soluzione di nitrato d'argento. Ciò crea dei fini precipitati di cloruro d'argento insolubile fra le fibre della carta (e nitrato di sodio solubile).
Mi propongo alcuni obiettivi:
a - produrre una distribuzione del cloruro d'argento il più uniforme possibile perché non si formino chiazze di diversa densità e macchie.
Mediante delle prove, vedrò se è meglio immergere totalmente la carta nella soluzione di cloruro di sodio (come ho fatto fin'ora) o passare anche questa col pennello (usando naturalmente un pennello diverso per ogni soluzione).
b - Vedere quali sono le concentrazioni più adatte e in che rapporto debbono stare. Talbot scoprì che la carta diventava più sensibile se si utilizzava una soluzione debole di sale da cucina ed una forte di nitrato d'argento. Si tratta di indicazioni qualitative (debole quanto? forte quanto?) da stabilire quantitativamente mediante delle prove. Se la concentrazione del sale da cucina invece prevale, la carta perde sensibilità; Talbot infatti usava agli inizi come stabilizzatore (non si può parlare di fissaggio perchè così non si eliminava il cloruro non colpito dalla luce), una soluzione forte di sale da cucina dopo l'esposizione.
In queste prove, ripeto i suoi primi procedimenti: praticamente sto usando una carta ad "annerimento diretto". Fu Talbot infatti a scoprire in seguito l'immagine latente ed a svilupparla con l'acido gallico. Non so se tale acido si trovi ancora oggi. Allora si estraeva dalle galle e dalla pianta di sommacco. Ho chiesto ad un amico farmacista di vedere se si trova.
Pare che Talbot abbia saputo delle proprietà dell'acido gallico da una comunicazione di un certo reverendo Reade la cui storia è gustosa. Reade stava ripetendo gli esperimenti di Wedgwood col nitrato d'argento per i quali questi utilizzava il cuoio perchè risultava più sensibile della carta. Così Reade utilizzò un paio di guanti di capretto che la moglie gentilmente gli diede. Ma alla seconda richiesta la signora giustamente si rifiutò. Pensando che la maggior sensibilità della pelle rispetto alla carta dipendesse dalle sostanze usate per la concia, pensò bene di "conciare" la carta. Allora per la concia si usava l'acido gallico...
Vedrò anche se, asportando mediante lavaggio il nitrato di sodio solubile, aumenta la sensibilità.
In effetti il primo (e molto prima di Talbot) a fissare l'immagine di una camera oscura, fu Niepce che però abbandonò l'impresa, sia perchè non riuscì a renderla stabile, sia perchè i toni risultavano invertiti e si dedicò a trovare una sostanza che alla luce non annerisse ma imbianchisse.
Più avanti, ho pensato di preparare della carta all'albumina.
Sono convinto che un conto è studiare la storia della fotografia, un conto è riviverla. Le emozioni che ciò mi procura, valgono bene tutta la fatica ed il tempo che ciò richiede.
Per evitare che la carta raggrinzi, ho preparato un supporto di compensato sul quale stenderla.
Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico
la parte ottica non mi crea problemi. Devo lavorare sulla parte chimica. La procedura è quella di bagnare la carta con una soluzione di sale da cucina (cloruro di sodio). Una volta asciutta, passo col pennello una soluzione di nitrato d'argento. Ciò crea dei fini precipitati di cloruro d'argento insolubile fra le fibre della carta (e nitrato di sodio solubile).
Mi propongo alcuni obiettivi:
a - produrre una distribuzione del cloruro d'argento il più uniforme possibile perché non si formino chiazze di diversa densità e macchie.
Mediante delle prove, vedrò se è meglio immergere totalmente la carta nella soluzione di cloruro di sodio (come ho fatto fin'ora) o passare anche questa col pennello (usando naturalmente un pennello diverso per ogni soluzione).
b - Vedere quali sono le concentrazioni più adatte e in che rapporto debbono stare. Talbot scoprì che la carta diventava più sensibile se si utilizzava una soluzione debole di sale da cucina ed una forte di nitrato d'argento. Si tratta di indicazioni qualitative (debole quanto? forte quanto?) da stabilire quantitativamente mediante delle prove. Se la concentrazione del sale da cucina invece prevale, la carta perde sensibilità; Talbot infatti usava agli inizi come stabilizzatore (non si può parlare di fissaggio perchè così non si eliminava il cloruro non colpito dalla luce), una soluzione forte di sale da cucina dopo l'esposizione.
In queste prove, ripeto i suoi primi procedimenti: praticamente sto usando una carta ad "annerimento diretto". Fu Talbot infatti a scoprire in seguito l'immagine latente ed a svilupparla con l'acido gallico. Non so se tale acido si trovi ancora oggi. Allora si estraeva dalle galle e dalla pianta di sommacco. Ho chiesto ad un amico farmacista di vedere se si trova.
Pare che Talbot abbia saputo delle proprietà dell'acido gallico da una comunicazione di un certo reverendo Reade la cui storia è gustosa. Reade stava ripetendo gli esperimenti di Wedgwood col nitrato d'argento per i quali questi utilizzava il cuoio perchè risultava più sensibile della carta. Così Reade utilizzò un paio di guanti di capretto che la moglie gentilmente gli diede. Ma alla seconda richiesta la signora giustamente si rifiutò. Pensando che la maggior sensibilità della pelle rispetto alla carta dipendesse dalle sostanze usate per la concia, pensò bene di "conciare" la carta. Allora per la concia si usava l'acido gallico...
Vedrò anche se, asportando mediante lavaggio il nitrato di sodio solubile, aumenta la sensibilità.
In effetti il primo (e molto prima di Talbot) a fissare l'immagine di una camera oscura, fu Niepce che però abbandonò l'impresa, sia perchè non riuscì a renderla stabile, sia perchè i toni risultavano invertiti e si dedicò a trovare una sostanza che alla luce non annerisse ma imbianchisse.
Più avanti, ho pensato di preparare della carta all'albumina.
Sono convinto che un conto è studiare la storia della fotografia, un conto è riviverla. Le emozioni che ciò mi procura, valgono bene tutta la fatica ed il tempo che ciò richiede.
Per evitare che la carta raggrinzi, ho preparato un supporto di compensato sul quale stenderla.
Appena ho tempo, faccio un'altra prova di esposizione.
Un saluto
Enrico
Sono veramente affascinato dal lavoro svolto da Enrico. A parte il progetto meccanico e ottico, pur sempre importanti, quello che mi colpisce è la voglia di successo (nel senso più umile che si possa immaginare) nel replicare il negativo sfruttando le conoscenze di chimica.
Tutto quanto hai mostrato è molto istruttivo e mi congratulo con te per i risultati che hai ottenuto. Come ha già detto qualcuno, vedere i tuoi risultati, utilizzando i negativi mostrati, mi fa pensare a come era difficile scrivere con la luce e quante difficoltà si dovevano superare.
Oggi siamo circondati da una tecnologia che corre e cambia velocemente e dimentichiamo i pionieri della fotografia, quelli che per ottenere una foto
dovevano "sudare". Il semplice click, l'automatismo e il PP non erano neanche presenti nei loro sogni.
Ottimo lavoro Enrico, continua così.
Un caro saluto,
Vincenzo
Grazie ancora per il vostro passaggio amici.
Ieri ho provato a fare due foto con una scatola ed un foro stenopeico del diametro di mezzo millimetro ricavato su di un pezzo di lattina. Ho utilizzato una scatola di cartone autocostruita e vi ho inserito un mezzo foglio 13 x 18 di carta da stampa Ilford (sensibilità 500 ISO). Ho esposto per un minuto, dopo aver misurato l'esposizione con una digitale diaframmata ad f/8 e con sensibilità regolata sui 500 ISO. Mi è stato facile passare alla apertura della mia scatola (f/140) più chiusa di circa 9 stop. Nelle immagini, la scatola stenopeica e le due immagini.
Un saluto
Enrico
Ieri ho provato a fare due foto con una scatola ed un foro stenopeico del diametro di mezzo millimetro ricavato su di un pezzo di lattina. Ho utilizzato una scatola di cartone autocostruita e vi ho inserito un mezzo foglio 13 x 18 di carta da stampa Ilford (sensibilità 500 ISO). Ho esposto per un minuto, dopo aver misurato l'esposizione con una digitale diaframmata ad f/8 e con sensibilità regolata sui 500 ISO. Mi è stato facile passare alla apertura della mia scatola (f/140) più chiusa di circa 9 stop. Nelle immagini, la scatola stenopeica e le due immagini.
Un saluto
Enrico
Un saluto
Enrico
Enrico
Chiedo scusa se mi inserisco in maniera poco ortodossa. Avrei una domanda da fare. Ho visto che, soprattutto nelle tecniche fotografiche a contatto, la misurazione della luce è un elemento centrale per determinare il tempo di esposizione. Quello che vorrei chiedere è se la radiazione UV, che credo sia quella responsabile dell'annerimento degli elementi sensibili, varia col variare delle stagioni. Una bella e soleggiata giornata di gennaio è equivalente ad una assolata e calda giornata di luglio?
Ho intrapreso la sperimentazione della stampa alla gomma biscromata ma, con l'inverno, ho appeso le lastre al chiodo. Ora vedo che ci sono spesso delle belle giornatee vorrei osare. D'estate i negativi a contatto stavano esposti 5 minuti ma ora sarebbe del tutto inutile?
Spero di essere stato chiaro e confido in una risposta.
Grazie.
Messaggio modificato da Ellas il Jan 10 2013, 04:58 PM
Chiedo scusa se mi inserisco in maniera poco ortodossa. Avrei una domanda da fare. Ho visto che, soprattutto nelle tecniche fotografiche a contatto, la misurazione della luce è un elemento centrale per determinare il tempo di esposizione. Quello che vorrei chiedere è se la radiazione UV, che credo sia quella responsabile dell'annerimento degli
Sicuramente cambia, specialmente la radiazione UV, cosi a naso, direi che il sole, essendo piu alto nel cielo (zenith) attraveresa minori strati di atmosfera, che filtrano meno raggi UV. Comunque non sono tanto gli UV che impressioanano gli elementi, quanto la luce visibile vicina all'ultravioletto. Non dimenticare che il vetro delle lenti e' un ottimo filtro per i raggi UV, e per fare obiettivi che facciano passare gli uv... occorrono lenti al quarzo!
Volevo solo informarvi che dopo attenta ricerca, ho trovato il BITUME DI GIUDEA, o asfalto siriano. Viene venduto su ebay (wow!) e nei negozi molto specializzati di colori per decupage. Costa uno sproposito, ma cio che costa ancora di piu e' l'olio di lavanda, che ho trovato in profumeria e farmacie francesi alla modica cifra di 15 euro per 8 ml !
COMPLIMENTI PER LA REALIZZAZIONE DI TALE MACCHINA UNA BELLA COSA