Bella discussione, complimenti. Vorrei aggiungere un elemento di riflessione in più:
Non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
Non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
Bella discussione, complimenti. Vorrei aggiungere un elemento di riflessione in più:
Non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
Non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
Ottima osservazione!! Non solo in fotografia ma anche nella vita, molto più spesso di quanto pensiamo, siamo condizionati nel giudicare in base a chi va il nostro giudizio... Purtroppo credo che sia una cosa normale....
Applausi ad Edgecrusher per l' originalita' della discussione.
Molto riflessiva!
Molto riflessiva!
Bella discussione, complimenti. Vorrei aggiungere un elemento di riflessione in più:
Non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
Non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
Pienamente d'accordo, anche perchè molto dipende anche dal contesto in cui le foto sono giudicate.
Penso ad esempio a questa:
Vincitrice del world press photo 2006 descrive una situazione ben precisa (I giovani glamour di beirut in mezzo alle macerie di un bombardamento).
Decontestualizzata e magari tra 50 anni chi mai potrà giudicarla una bella foto?
Un saluto
m.
Ecco uno scatto da una mia recente sessione, saluti. Philippe Halsman
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Ciao Philippe, scatto molto simpatico!
Ci sono purtroppo molti errori, te ne segnalo alcuni di seguito:
- si vedono i fili che arreggono i quadri.
- si vede la mano dell'assistente che arregge la sedia (tra l'altro la sdia è sottoesposta di molto)
- il viso del tuo amico non è a fuoco (forse chiudendo maggiormente il diaframma avresti ottenuto una PDC maggiore)
- i gatti sono sottoesposti
- non c'è una buona luce: troppo dura per i miei gusti
E mi voglio fermare qui! .....L'idea comunque è molto carina.
Ingrandimento full detail : 1.6 MB
Ciao Philippe, scatto molto simpatico!
Ci sono purtroppo molti errori, te ne segnalo alcuni di seguito:
- si vedono i fili che arreggono i quadri.
- si vede la mano dell'assistente che arregge la sedia (tra l'altro la sdia è sottoesposta di molto)
- il viso del tuo amico non è a fuoco (forse chiudendo maggiormente il diaframma avresti ottenuto una PDC maggiore)
- i gatti sono sottoesposti
- non c'è una buona luce: troppo dura per i miei gusti
E mi voglio fermare qui! .....L'idea comunque è molto carina.
..ma soprattutto qui c'e' Salvator Dali'....... (foto surrealista fantastica)
Hai avuto una bella e simpatica idea....
Pero'..ti dico la mia.....
se i grandi fotografi postassero sui forum...
da quello della Nital avrebbero tanto da imparare....
perche' qui ci sono anche tanti fotografi con la F maiuscola!!!...
Francesco Martini
se i grandi fotografi postassero sui forum...
Leggendo il titolo della discussione (bella e molto originale) mi domandavo:
"Ma chi ha reso grandi certi fotografi?"
Se un utente qualsiasi criticasse una foto di HCB o di David Alan Harvey cosa pensate che succederebbe?
Premetto che vado matto per tutti e due, ma ci sono tante foto giudicate da tanti, se non da tutti capolavori, che secondo me non sono proprio delle genialate di foto.
Messaggio modificato da daniele.arconti il Dec 5 2009, 10:28 PM
Discussione intelligente ed interessante e ... quasi originale
http://theonlinephotographer.typepad.com/t...et-part-ii.html
http://theonlinephotographer.typepad.com/t...et-part-ii.html
Per la foto di Capa, ero rimasto che era stata dimostrata falsa (cioè costruita, il miliziano morente compariva vivo e vegeto in una foto riconosciuta -non so come- posteriore) è stata riabilitata di nuovo? (Perché si può dire quel che si vuole sul bello come forma di una finalità senza un fine determinato ma una foto di guerra un fine determinato ce l'ha, e se è costruita qualche problema lo pone...)
Ho da poco acquistato una d40 e questa è una prima prova di ritratto in bn. Cosa ne pensate ?
Qui proprio non ci siamo. La composizione è tutta sbagliata, devi concentrarti sul volto ed eliminare lo sfondo che distrae troppo (per questo dovresti comprare un fisso luminoso come lo splendido 85 f1.4). Inoltre la foto non è perfettamente a fuoco o forse c'è del micromosso.
L'espressione della modella con gli occhi semichiusi poi non è il massimo !
Aspettiamo le prossime ....
Qui proprio non ci siamo. La composizione è tutta sbagliata, devi concentrarti sul volto ed eliminare lo sfondo che distrae troppo (per questo dovresti comprare un fisso luminoso come lo splendido 85 f1.4). Inoltre la foto non è perfettamente a fuoco o forse c'è del micromosso.
L'espressione della modella con gli occhi semichiusi poi non è il massimo !
Aspettiamo le prossime ....
..ma soprattutto qui c'e' Salvator Dali'....... (foto surrealista fantastica)
Hai avuto una bella e simpatica idea....
Pero'..ti dico la mia.....
se i grandi fotografi postassero sui forum...
da quello della Nital avrebbero tanto da imparare....
perche' qui ci sono anche tanti fotografi con la F maiuscola!!!...
Francesco Martini
Hai avuto una bella e simpatica idea....
Pero'..ti dico la mia.....
se i grandi fotografi postassero sui forum...
da quello della Nital avrebbero tanto da imparare....
perche' qui ci sono anche tanti fotografi con la F maiuscola!!!...
Francesco Martini
Ciao Francesco. Quella di Halsman con Dalì è forse una delle mie prime 3 foto preferite in tutto l'universo. E' semplicemente geniale.
Quoto inoltre il tuo commento sui fotografi con la F maiuscola che frequentano il forum (e te non fare tanto il modesto!)
Per integrare i post precedenti aggiungo che come giustamente detto, i giudizi verso una fotografia dipendono moltissimo dai contesti di ricezione, per cui, visto che i contesti cambiano , anche i giudizi sono destinati a variare.
Non fraintendiamoci, io non credo che, per esempio lo scatto "postato da Robert Capa", quello del soldato colpito alla testa, verrà mai valutato una ciofeca, però probabilmente oggi lo stiamo valutando in modo diverso rispetto a quando è stato presentato la prima volta (è nel frattempo divenuto un'icona), ed in futuro probabilmente verrà valutato in modo ancora differente.
Faccio un esempio estremo:
- Se, tra mille anni verrà dichiarata "la pace nel mondo e la fine di ogni conflitto" probabilmente il significato di quell'immagine sarà totalmente diverso da quello che riteniamo oggi.
- Se invece tra mille anni verrà distrutta l'ultima città da un bombardamento atomico, probabilmente il giudizio sulla foto, ed il suo significato saranno totalmente stravolti.
......eppure l'immagine è sempre quella.
Interessante e molto bella la discussione.
Più volte ho visto delle opere definite splendide solo perchè sono del personaggio famoso ma che se fossero effettivamente presentate da uno qualunque avrebbero un valore molto basso.
Io valuto singolarmente gli scatti che vedo perchè devono innanzitutto trasmettermi qualcosa e tante volte mi sono emozionato per scatti di sconosciuti e sono rimasto indifferente davanti ad alcune opere famose.
Bisogna scattare con il cuore, questa è la fotografia
Più volte ho visto delle opere definite splendide solo perchè sono del personaggio famoso ma che se fossero effettivamente presentate da uno qualunque avrebbero un valore molto basso.
Io valuto singolarmente gli scatti che vedo perchè devono innanzitutto trasmettermi qualcosa e tante volte mi sono emozionato per scatti di sconosciuti e sono rimasto indifferente davanti ad alcune opere famose.
Bisogna scattare con il cuore, questa è la fotografia
Ritengo che la discussione, iniziata quasi come gioco provocatorio, possa portare ad interessanti contributi. La lettura in “chiave forum” delle foto dei grandi è sicuramente un’idea originale.
Propongo di proseguire in TEMI. Ci vediamo là.
Ciao
Propongo di proseguire in TEMI. Ci vediamo là.
Ciao
Leggendo il titolo della discussione (bella e molto originale) mi domandavo:
"Ma chi ha reso grandi certi fotografi?"
Se un utente qualsiasi criticasse una foto di HCB o di David Alan Harvey cosa pensate che succederebbe?
Premetto che vado matto per tutti e due, ma ci sono tante foto giudicate da tanti, se non da tutti capolavori, che secondo me non sono proprio delle genialate di foto.
"Ma chi ha reso grandi certi fotografi?"
Se un utente qualsiasi criticasse una foto di HCB o di David Alan Harvey cosa pensate che succederebbe?
Premetto che vado matto per tutti e due, ma ci sono tante foto giudicate da tanti, se non da tutti capolavori, che secondo me non sono proprio delle genialate di foto.
Comprendo e l'ho detto sopra. Purchè non si arrivi al paradosso La grandezza, fotografi di quel calibro, l'hanno raggiunta con la loro produzione complessiva, con i riconoscimenti internazionali e con i riconoscimenti avuti attraverso il tempo da tutti gli addetti ai lavori e non solo. Pensi davvero che sia facile e alla portata di tutti passare il vaglio di Photo Editor della NG?...
Così, quando Francesco scrive da inguaribile burlone quale lo conosco:
QUOTE
Pero'..ti dico la mia.....
se i grandi fotografi postassero sui forum...
da quello della Nital avrebbero tanto da imparare.... messicano.gif
perche' qui ci sono anche tanti fotografi con la F maiuscola!!!... dry.gif
se i grandi fotografi postassero sui forum...
da quello della Nital avrebbero tanto da imparare.... messicano.gif
perche' qui ci sono anche tanti fotografi con la F maiuscola!!!... dry.gif
Prendo queste frasi per quel che a me paiono essere: provocazioni
Con tutto il rispetto che ho per alcuni fotografi qui presenti, a Roma si suole dire:
Ne devi magnà ancora, de pagnotte secche!
Ciao a tutti, è proprio per questo motivo che ho iniziato questo thread che nasce da un forte sentimento di critica (ed autocritica).
Spesso, vediamo la fotografia come semplice insieme di regole rigide a cui attenersi. Crediamo che la fotografia sia solo tecnica e conformismo: se fai A sei bravo, se fai B sei una ciofeca.
Dimentichiamo che la fotografia è arte e serve anche e soprattutto ad esprimere se stessi.
Vedo spesso scatti postati da utenti molto bravi, che comunicano forti sensazioni e leggo spesso subito dopo commenti del tipo: "l'orizzonte è un pò storto", "hai pelato i bianchi". Manca spesso un approccio artistico o "filosofico" all'analisi e questo non per ignoranza, ma per "defomazione" e per abitudine.
Se la foto rappresenta fedelmente ciò che l'artista aveva nella testa il risultato è raggiunto.
Una regola è come un binario per cui, il percorso ed il luogo dove conduce è scontato.
I grandi non seguono i binari, li tracciano.
Spero che la mia provocazione vi sia piaciuta.
Andrea
Spesso, vediamo la fotografia come semplice insieme di regole rigide a cui attenersi. Crediamo che la fotografia sia solo tecnica e conformismo: se fai A sei bravo, se fai B sei una ciofeca.
Dimentichiamo che la fotografia è arte e serve anche e soprattutto ad esprimere se stessi.
Vedo spesso scatti postati da utenti molto bravi, che comunicano forti sensazioni e leggo spesso subito dopo commenti del tipo: "l'orizzonte è un pò storto", "hai pelato i bianchi". Manca spesso un approccio artistico o "filosofico" all'analisi e questo non per ignoranza, ma per "defomazione" e per abitudine.
Se la foto rappresenta fedelmente ciò che l'artista aveva nella testa il risultato è raggiunto.
Una regola è come un binario per cui, il percorso ed il luogo dove conduce è scontato.
I grandi non seguono i binari, li tracciano.
Spero che la mia provocazione vi sia piaciuta.
Andrea
Io ti faccio una statua... condivido in pieno
Complimenti, bellissima idea!!!
lodevolissima iniziativa,complimenti
Carissimo Edgecrusher... che ti debbo dire.... hai proprio ragione.
Si rientra proprio nel concetto di opera d'arte.
Per me una fotografia, un quadro una statua etc, è un'opera d'arte, quando l'intento dell'artista, manifestato nel titolo, trova accettazione unanime da parte di chi l'osserva.
Se cio' prevede la conoscenza del'opera dell'artista, la sua vita, lo studio del movimento pittorico e altre fregnazzate, beh per me, dico per me.. altri possono pensarla diversamente, non è un'opera d'arte. (esempio osservo i quadri di Mirò e tranne vedere accostamento rosso/azzurro, vedo nient'altro che scarabocchi)
Si rientra proprio nel concetto di opera d'arte.
Per me una fotografia, un quadro una statua etc, è un'opera d'arte, quando l'intento dell'artista, manifestato nel titolo, trova accettazione unanime da parte di chi l'osserva.
Se cio' prevede la conoscenza del'opera dell'artista, la sua vita, lo studio del movimento pittorico e altre fregnazzate, beh per me, dico per me.. altri possono pensarla diversamente, non è un'opera d'arte. (esempio osservo i quadri di Mirò e tranne vedere accostamento rosso/azzurro, vedo nient'altro che scarabocchi)
Secondo me questa è una delle migliori discussioni che abbia visto su questo forum. Complimenti a chi l'ha lanciata!
Provo, con molta modestia, a dare un piccolo contributo, partendo da questa affermazione
e utilizzandola per ampliare e ribaltare un po' il quesito.
Non è che talvolta (spesso) tendiamo ad utilizzare i nostri parametri, la nostra cultura, i nostri "pre"giudizi per "oggettivare" i nostri gusti e le nostre opinioni così nell'esperienza estetica come in qualsiasi altro campo dell'esperienza umana (politica, religione, sesso, cibo, ecc.)?
E se è così, non è anche possibile che alcune forme d'arte non ci piacciono perchè non ci interessano (io non sopporto il balletto, anche se mi rendo conto che c'è dell'arte), perché non le capiamo (io faccio molta più fatica a fruire di un bassorilievo che tratta del Mahabarata che di un vaso che tratta del duello di Achille e Ettore), perché veicolano messaggi che non condividiamo (preferisco Il trattato sulla tolleranza al Main kampf) e così via?
Proseguendo con il ragionamento potremmo quindi dedurre che anche all'interno di una stessa arte (nel nostro caso la fotografia) ci possono essere autori e/o opere che non ci interessano, non ci piacciono, non condividiamo, non capiamo. Secondo me il rischio è quindi duplice: da un lato è vero che si può essere tentati di "aprezzare" qualcosa solo perché è di Tizio piuttosto che di Caio, ma dall'altro è anche vero che se Tizio e Caio sono diventati Tizio e Caio, mentre tutti gli altri no, questo è dovuto anche a un consenso ampio, informato e consolidato. Naturalmente non sto dicendo che il principio dell'auctoritas giustifichi qualsiasi obbrobrio ("aliquando dormitat homerus", dicevano gli antichi), ma certo che prima di stroncare dei capisaldi occorrerebbe chiedersi se si è in possesso di tutti gli strumenti di conoscenza e di giudizio, se si ha avuto la voglia e il tempo di applicarli, se il nostro gusto sia qualcosa di più di un fatto importantissimo e degno del massimo rispetto, ma strettamente personale.
Su tutto questo poi aleggia la questione del contesto. Prendo spunto da un altro post
Secondo me, relativamente al contesto, è importante fare una riflessione sulla durabilità dell'arte (che tra l'altro potrebbe essere un buon princio per distinguere l'arte da altre forme espressive).
Un dipinto egizio (non tutti ovviamente, neanche in quel caso, ma ad esempio la tomba di Nefertari) è una foma d'arte che aveva un suo significato nel contesto e ce l'ha anche oggi, anche se manca delle più elementarti nozioni di prospettiva. Guernica racconta la guerra molto meglio di documentazioni iconograficamente più affidabili e così anche il miliziano di Capa (al punto che il dibattito sull'"autenticità" della foto in questione è ormai abbastanza marginale, a favore del ragionamento sulla capacità comunicativa di quella foto, diventata appunto icona prescindere dalla sua attendibilità cronachistica).
Nel caso della foto del world press cosa succederà tra 50 anni è ovviamente molto difficile da dire oggi. Personalmente credo però che oggi funzioni in quanto registra (o meglio racconta) un evento di cronaca con indubbia forza e che tra 50 anni, nel felice caso in cui il medio oriente abbia trovato pace, potrà raccontare con altrettanta forza la capacità di indifferenza dell'essere umano, in qualsiasi contesto. Non ci sarà bisogno di sapere (per quanto sarebbe molto auspicabile) che cosa fosse il Libano 50 anni prima per "leggere" una foto in cui è successo qualcosa di grave e drammatico (il crollo di una casa lo è sempre) che è successo molto recentemente (le macerie fumano ancora) e che in contemporanea passa un'auto di gente benestante che è tuta girata dall'altra parte, tutta concentrata su di sè ostentando la propria avvenenza, la propria tecnologia, il proprio distacco/ disgusto. Il problema di questa foto, casomai, è che è troppo perfetta nel suo messaggio, da poter diventare didascalica e retorica. Ma in fondo, di fronte alla barbarie dei tempi (di tutti i tempi) un po' di sdegno per quanto didascalico e retorico (lo era Guernica, lo era Capa) ci può (ci deve?) stare.
Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienda di leggere fino a qui...
Ciao
Paolo Barrera
Provo, con molta modestia, a dare un piccolo contributo, partendo da questa affermazione
... non è che certe foto, in qualche caso davvero scarsine, se non sapessimo che le ha fatte Bresson, Newton, Capa etc. etc. le definiremmo per quel che sono: scarsine?
e utilizzandola per ampliare e ribaltare un po' il quesito.
Non è che talvolta (spesso) tendiamo ad utilizzare i nostri parametri, la nostra cultura, i nostri "pre"giudizi per "oggettivare" i nostri gusti e le nostre opinioni così nell'esperienza estetica come in qualsiasi altro campo dell'esperienza umana (politica, religione, sesso, cibo, ecc.)?
E se è così, non è anche possibile che alcune forme d'arte non ci piacciono perchè non ci interessano (io non sopporto il balletto, anche se mi rendo conto che c'è dell'arte), perché non le capiamo (io faccio molta più fatica a fruire di un bassorilievo che tratta del Mahabarata che di un vaso che tratta del duello di Achille e Ettore), perché veicolano messaggi che non condividiamo (preferisco Il trattato sulla tolleranza al Main kampf) e così via?
Proseguendo con il ragionamento potremmo quindi dedurre che anche all'interno di una stessa arte (nel nostro caso la fotografia) ci possono essere autori e/o opere che non ci interessano, non ci piacciono, non condividiamo, non capiamo. Secondo me il rischio è quindi duplice: da un lato è vero che si può essere tentati di "aprezzare" qualcosa solo perché è di Tizio piuttosto che di Caio, ma dall'altro è anche vero che se Tizio e Caio sono diventati Tizio e Caio, mentre tutti gli altri no, questo è dovuto anche a un consenso ampio, informato e consolidato. Naturalmente non sto dicendo che il principio dell'auctoritas giustifichi qualsiasi obbrobrio ("aliquando dormitat homerus", dicevano gli antichi), ma certo che prima di stroncare dei capisaldi occorrerebbe chiedersi se si è in possesso di tutti gli strumenti di conoscenza e di giudizio, se si ha avuto la voglia e il tempo di applicarli, se il nostro gusto sia qualcosa di più di un fatto importantissimo e degno del massimo rispetto, ma strettamente personale.
Su tutto questo poi aleggia la questione del contesto. Prendo spunto da un altro post
Pienamente d'accordo, anche perchè molto dipende anche dal contesto in cui le foto sono giudicate.
Penso ad esempio a questa:
Vincitrice del world press photo 2006 descrive una situazione ben precisa (I giovani glamour di beirut in mezzo alle macerie di un bombardamento).
Decontestualizzata e magari tra 50 anni chi mai potrà giudicarla una bella foto?
Un saluto
m.
Penso ad esempio a questa:
Vincitrice del world press photo 2006 descrive una situazione ben precisa (I giovani glamour di beirut in mezzo alle macerie di un bombardamento).
Decontestualizzata e magari tra 50 anni chi mai potrà giudicarla una bella foto?
Un saluto
m.
Secondo me, relativamente al contesto, è importante fare una riflessione sulla durabilità dell'arte (che tra l'altro potrebbe essere un buon princio per distinguere l'arte da altre forme espressive).
Un dipinto egizio (non tutti ovviamente, neanche in quel caso, ma ad esempio la tomba di Nefertari) è una foma d'arte che aveva un suo significato nel contesto e ce l'ha anche oggi, anche se manca delle più elementarti nozioni di prospettiva. Guernica racconta la guerra molto meglio di documentazioni iconograficamente più affidabili e così anche il miliziano di Capa (al punto che il dibattito sull'"autenticità" della foto in questione è ormai abbastanza marginale, a favore del ragionamento sulla capacità comunicativa di quella foto, diventata appunto icona prescindere dalla sua attendibilità cronachistica).
Nel caso della foto del world press cosa succederà tra 50 anni è ovviamente molto difficile da dire oggi. Personalmente credo però che oggi funzioni in quanto registra (o meglio racconta) un evento di cronaca con indubbia forza e che tra 50 anni, nel felice caso in cui il medio oriente abbia trovato pace, potrà raccontare con altrettanta forza la capacità di indifferenza dell'essere umano, in qualsiasi contesto. Non ci sarà bisogno di sapere (per quanto sarebbe molto auspicabile) che cosa fosse il Libano 50 anni prima per "leggere" una foto in cui è successo qualcosa di grave e drammatico (il crollo di una casa lo è sempre) che è successo molto recentemente (le macerie fumano ancora) e che in contemporanea passa un'auto di gente benestante che è tuta girata dall'altra parte, tutta concentrata su di sè ostentando la propria avvenenza, la propria tecnologia, il proprio distacco/ disgusto. Il problema di questa foto, casomai, è che è troppo perfetta nel suo messaggio, da poter diventare didascalica e retorica. Ma in fondo, di fronte alla barbarie dei tempi (di tutti i tempi) un po' di sdegno per quanto didascalico e retorico (lo era Guernica, lo era Capa) ci può (ci deve?) stare.
Grazie a tutti quelli che hanno avuto la pazienda di leggere fino a qui...
Ciao
Paolo Barrera
"Sei talmente brutto che sembri un capolavoro d'arte moderna!"
Qualcuno ricorderà questa frase?!
Come avete già sottolineato le regole sono la base per poterle infrangere: l'artista Fontana (quello che tagliava le tele) prima di tagliare le tele dipingeva perfettamente bellissimi quadri girato di schiena!
Con questo non voglio dire che le tele a me piacciono così come alcune foto di grandi fotografi che a me personalmente (probabilmente per mia ignoranza) non dicono nulla!
Questione di gusti e di cultura!
Saluti Maury
Qualcuno ricorderà questa frase?!
Come avete già sottolineato le regole sono la base per poterle infrangere: l'artista Fontana (quello che tagliava le tele) prima di tagliare le tele dipingeva perfettamente bellissimi quadri girato di schiena!
Con questo non voglio dire che le tele a me piacciono così come alcune foto di grandi fotografi che a me personalmente (probabilmente per mia ignoranza) non dicono nulla!
Questione di gusti e di cultura!
Saluti Maury
Io esulerei dal fotogiornalismo, che è giornalismo, appunto; difficilmente "arte". Quest'ultima beninteso, si caratterizza per due essenziali elementi: a) applicazione di una poetica; elaborazione concettuale. Ora, il fotogiornalista sta all'artista come il cronista sta allo scrittore. Molti buoni cronisti sono stati anche eccellenti scrittori (Dino Buzzati, Indro Montanelli, Ryszard Kapuscinski, Guido Piovene, Truman Capote, forse il più grande di tutti) e qualche fotogiornalista è definibile un "artista" (l'austriaco americanizzato Arthur H. Fellig, ad esempio, meglio conosciuto come Weegee, le cui immagini possono accostarsi senza timori ad un pittore come Edward Hopper) ma il fatto è che il fotogiornalista pensa alla fotografia essenzialmente come "istantanea", come comunicazione immediata e quindi si ha un'elaborazione immediata. Se invece prendiamo, come esempio, quello di un fotogafo come Salgado (per me, uno dei più grandi), troviamo l'elaborazione, un'estetica meditata, una poetica. Quindi un'arte nel vero senso del termine. Poi, abbiamo le commistioni dei linguaggi nell'iperrealismo: la foto che diventa elaborazione pittorica, mimesi, ecc.
Carissimo Edgecrusher... che ti debbo dire.... hai proprio ragione.
Si rientra proprio nel concetto di opera d'arte.
Per me una fotografia, un quadro una statua etc, è un'opera d'arte, quando l'intento dell'artista, manifestato nel titolo, trova accettazione unanime da parte di chi l'osserva.
Se cio' prevede la conoscenza del'opera dell'artista, la sua vita, lo studio del movimento pittorico e altre fregnazzate, beh per me, dico per me.. altri possono pensarla diversamente, non è un'opera d'arte. (esempio osservo i quadri di Mirò e tranne vedere accostamento rosso/azzurro, vedo nient'altro che scarabocchi)
Si rientra proprio nel concetto di opera d'arte.
Per me una fotografia, un quadro una statua etc, è un'opera d'arte, quando l'intento dell'artista, manifestato nel titolo, trova accettazione unanime da parte di chi l'osserva.
Se cio' prevede la conoscenza del'opera dell'artista, la sua vita, lo studio del movimento pittorico e altre fregnazzate, beh per me, dico per me.. altri possono pensarla diversamente, non è un'opera d'arte. (esempio osservo i quadri di Mirò e tranne vedere accostamento rosso/azzurro, vedo nient'altro che scarabocchi)
Queste fregnazzate sono il minimo indispensabile per poter apprezzare davvero un opera d'arte, qualunque essa sia. Altrimenti si può dire solo "bello" o "brutto", "molto bello" o "molto brutto" ma ci si ferma lì. Apprezzare davvero l'opera d'arte presuppone conoscerne anche minimamente il contesto, la genesi, la storia.
Un esempio semplice semplice: per tutti la Pietà di Michelangelo è bellissima, ma il sapere che è stata scolpita quando l'artista aveva solo 23 anni, o il conoscere la spiegazione che Michelangelo stesso diede al fatto che la Vergine fosse visibilmente più giovane del Cristo permette di apprezzare in pieno l'eccezionalità di un 'impresa artistica o il messaggio che l'artista ha voluto trasmettere.
Per questo, e mi riallaccio al mio precedente intervento credo che la foto di Beirut sia eccezionale e potentissima nel veicolare un messaggio, esattamente come l'ha descritta Paolo "Qwaszx", ma solo perchè ne conosco la storia ed il contesto in cui è stata scattata.
Se così non fosse avrei grossa difficoltà ad apprezzarne il valore, poichè non risponde a particolari canoni estetici.
Un saluto
m.
Messaggio modificato da Maicolaro il Dec 7 2009, 07:16 PM
E pensare che la foto di Beirut vista così mi dà l'idea di una banda di metallari e sembra uno dei tanti fotogrammi di un videoclip di una canzone. .Poi uno puo' contestualizzarla e affermare di averla fatta a Beirut dopo un bombardamento, ma a me osservandola, quella è l'idea che mi trasmette.
Ma anche il sapere poi che è stata fatta in quel teatro di guerra, non me la fa apprezzare, anzi... il contrario... sembra che, se quello era l'intento del fotografo, abbia fallito miseramente.
Ma anche il sapere poi che è stata fatta in quel teatro di guerra, non me la fa apprezzare, anzi... il contrario... sembra che, se quello era l'intento del fotografo, abbia fallito miseramente.
Vedo che la foto di Beirut è diventata uno spunto interessante di ragionamento sulla percezione, ovvero sulla conoscenza attraverso i sensi, ovvero appunto sull'estetica (dal verbo greco αἰσθάνομαι - pronuncia aisthànomai - che significa conoscere attraverso l'uso dei sensi). Credo che questo sia proprio uno dei temi di questa discussione: come funziona la percezione soggettiva (l'estetica) di ciascuno di noi di fronte a un'opera d'arte o comunque a un "media" (strumento di comunicazione), quale è ad esempio una foto? Cambia la nostra valutazione estetica se siamo influenzati dal nome dell'autore (oggetto principale di questa discussione), dal nostro vissuto, dalle nostre conoscenze, dai nostri riferimenti? Ovviamente si. Credo anche giustamente si.
Non esiste una percezione universale, così come non esiste un linguaggio universale.
Secondo me la foto di Beirut è in grado di comunicare anche in assenza di un contesto di conoscenza.
Secondo Maicolaro solo in un contesto di conoscenza
Secondo Bergat neanche in un contesto di conoscenza
Chi ha ragione e chi torto? Secondo me tutti e nessuno. Ciascuno è libero di interpretare e fruire ciò che vede (conoscenza attraverso i sensi) nel modo a lui più congeniale, secondo i propri mezzi interpretativi e le proprie inclinazioni.
In questo senso molti autori rivendicano la paternità dell'atto creativo e della creazione in sè ma rifiutano la paternità del cosiddetto "messaggio" (anzi molti negano per principio l'esistenza di un - inteso come unico - messaggio), rivendicando anzi la più totale libertà espressiva della loro opera: in qualche modo è il pubblico (o meglio l'insieme di individui che compone il pubblico) a stabilire di volta in volta e soggettivamente l'interpretazione (relativamente) corretta.
In che naturalmente non significa che dal punto di vista soggettivo di singolo fruitore ogni interpretazione sia uguale.
Personalmente faccio fatica a vedere un che di clip metallaro nella foto di Beirut (credo che farebbero fatica a riconoscervisi anche i vari fans dal look biker dei Black Sabbath o degli Iron Maiden ) e spero che l'Urlo di Munch, pur essendo "brutto come un'opera d'arte moderna" possa trasmettere in modo abbastanza universale il sentimento di angoscia esistenziale che per molti pervade i nostri tempi non più dell'oro.
Ciao a tutti
Paolo Barrera
Non esiste una percezione universale, così come non esiste un linguaggio universale.
Secondo me la foto di Beirut è in grado di comunicare anche in assenza di un contesto di conoscenza.
Secondo Maicolaro solo in un contesto di conoscenza
... per questo, e mi riallaccio al mio precedente intervento credo che la foto di Beirut sia eccezionale e potentissima nel veicolare un messaggio, esattamente come l'ha descritta Paolo "Qwaszx", ma solo perchè ne conosco la storia ed il contesto in cui è stata scattata.
Se così non fosse avrei grossa difficoltà ad apprezzarne il valore, poichè non risponde a particolari canoni estetici...
Se così non fosse avrei grossa difficoltà ad apprezzarne il valore, poichè non risponde a particolari canoni estetici...
Secondo Bergat neanche in un contesto di conoscenza
E pensare che la foto di Beirut vista così mi dà l'idea di una banda di metallari e sembra uno dei tanti fotogrammi di un videoclip di una canzone. .Poi uno puo' contestualizzarla e affermare di averla fatta a Beirut dopo un bombardamento, ma a me osservandola, quella è l'idea che mi trasmette.
Ma anche il sapere poi che è stata fatta in quel teatro di guerra, non me la fa apprezzare, anzi... il contrario... sembra che, se quello era l'intento del fotografo, abbia fallito miseramente.
Ma anche il sapere poi che è stata fatta in quel teatro di guerra, non me la fa apprezzare, anzi... il contrario... sembra che, se quello era l'intento del fotografo, abbia fallito miseramente.
Chi ha ragione e chi torto? Secondo me tutti e nessuno. Ciascuno è libero di interpretare e fruire ciò che vede (conoscenza attraverso i sensi) nel modo a lui più congeniale, secondo i propri mezzi interpretativi e le proprie inclinazioni.
In questo senso molti autori rivendicano la paternità dell'atto creativo e della creazione in sè ma rifiutano la paternità del cosiddetto "messaggio" (anzi molti negano per principio l'esistenza di un - inteso come unico - messaggio), rivendicando anzi la più totale libertà espressiva della loro opera: in qualche modo è il pubblico (o meglio l'insieme di individui che compone il pubblico) a stabilire di volta in volta e soggettivamente l'interpretazione (relativamente) corretta.
In che naturalmente non significa che dal punto di vista soggettivo di singolo fruitore ogni interpretazione sia uguale.
Personalmente faccio fatica a vedere un che di clip metallaro nella foto di Beirut (credo che farebbero fatica a riconoscervisi anche i vari fans dal look biker dei Black Sabbath o degli Iron Maiden ) e spero che l'Urlo di Munch, pur essendo "brutto come un'opera d'arte moderna" possa trasmettere in modo abbastanza universale il sentimento di angoscia esistenziale che per molti pervade i nostri tempi non più dell'oro.
Ciao a tutti
Paolo Barrera
Dico la mia: molti grandi fotografi sono considerati tali anche perché il valore delle loro opere è riconosciuto da un vasto pubblico, che ne percepisce la forza espressiva, comunicativa, etc...
Ma non necessariamente c'è unanimità su questi giudizi.
Personalmente apprezzo tantissimo lo stile di alcuni grandi nomi (Bob Capa, ad esempio, per restare tra i "top", ma anche persone ancora al lavoro, come il grandissimo Steve McCurry oppure Joel Sartore, per citare i primi che mi vengono in mente).
Le immagini di Ansel Adams le ammiro a bocca aperta mentre invece la produzione di Bresson, pur avendo a casa diversi libri che riportano i suoi scatti, la trovo "ostica" per la mia cultura fotografica.
Analogamente sono rimasto impietrito dalla bellezza delle opere del Botticelli esposte agli Uffizi di Firenze, ma sono uscito dubbioso dalla visita ad una mostra di Kandinsky...
Ma non necessariamente c'è unanimità su questi giudizi.
Personalmente apprezzo tantissimo lo stile di alcuni grandi nomi (Bob Capa, ad esempio, per restare tra i "top", ma anche persone ancora al lavoro, come il grandissimo Steve McCurry oppure Joel Sartore, per citare i primi che mi vengono in mente).
Le immagini di Ansel Adams le ammiro a bocca aperta mentre invece la produzione di Bresson, pur avendo a casa diversi libri che riportano i suoi scatti, la trovo "ostica" per la mia cultura fotografica.
Analogamente sono rimasto impietrito dalla bellezza delle opere del Botticelli esposte agli Uffizi di Firenze, ma sono uscito dubbioso dalla visita ad una mostra di Kandinsky...