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NikonClub.it Community _ TEMI _ Gianni Giansanti

Inviato da: mmfr il Aug 3 2005, 09:41 AM

Saluti a tutti
qualche settimana fa ho acquistato un bellissimo libro fotografico "ULTIMA AFRICA" di Gianni Giansanti.
Il libro è corredato di un DVD in cui il fotografo racconta il suo reportage.
Oggi navigando in internet ho trovato queste sue parole dedicate al rigore giornalistico nel reportage...le riporto sperando di fare a voi cosa gradita
il brano è tratto dal sito http://www.toscanafotofestival.com/scheda_giansanti_g.html

marco
mmfr


"Il rigore giornalistico nel reportage" - La spettacolarizzazione delle immagini, degli avvenimenti, dei racconti, è, purtroppo, un fenomeno al quale non riusciamo a sottrarci – e a dire il vero sembra che neanche ci interessi troppo farlo. Complici i media, essa trova terreno fertile nei campi della moda, della politica, dello sport. Questo comporta, a mio avviso, una perdita del senso puramente giornalistico dell’informazione. Nel mio campo, ad esempio, che è quello del fotoreportage, a tutto tondo, non capita di rado di vedere fotografie sfocate, storte, sovraesposte o eccessivamente sottoesposte che purtroppo vengono pubblicate con il solo scopo di creare nuove tendenze nel campo del fotogiornalismo: in molti casi io questo lo giudico un fenomeno di spettacolarizzazione della fotografia – perlomeno quando questa è creata per essere reportage, che con il racconto ha molto a che fare. Se l’intento è quello giornalistico, che per me vuol dire andare a vedere e testimoniare quello che altre persone vedranno attraverso il mio obbiettivo e le mie fotografie, io ho il dovere di mostrare lucidamente e chiaramente l’avvenimento. E’ quella che si chiama informazione. L’interpretazione dell’informazione è una cosa che viene poi. Quello che vorrei sottolineare è che esiste una differenza tra fotografia come arte e fotografia come testimonianza, tra interpretazione della realtà (vera o costruita) e racconto della realtà. Che poi non vuol dire che una cosa sia più giusta, o più etica, o più importante dell’altra. Ma mischiare le due cose, confonderle, diventa pericoloso. Quella del reportage è una fotografia che deve raccontare, e dunque ha il compito di essere chiara e comprensibile per tutti.

Inviato da: __Claudio__ il Aug 3 2005, 10:29 AM

QUOTE(mmfr @ Aug 3 2005, 10:41 AM)
Saluti a tutti
qualche settimana fa ho acquistato un bellissimo libro fotografico "ULTIMA AFRICA" di Gianni Giansanti.
Il libro è corredato di un DVD in cui il fotografo racconta il suo reportage.
Oggi navigando in internet ho trovato queste sue parole dedicate al rigore giornalistico nel reportage...le riporto sperando di fare a voi cosa gradita
................................................................................
......................................Se l’intento è quello giornalistico, che per me vuol dire andare a vedere e testimoniare quello che altre persone vedranno attraverso il mio obbiettivo e le mie fotografie, io ho il dovere di mostrare lucidamente e chiaramente l’avvenimento. E’ quella che si chiama informazione. L’interpretazione dell’informazione è una cosa che viene poi. Quello che vorrei sottolineare è che esiste una differenza tra fotografia come arte e fotografia come testimonianza, tra interpretazione della realtà (vera o costruita) e racconto della realtà. Che poi non vuol dire che una cosa sia più giusta, o più etica, o più importante dell’altra. Ma mischiare le due cose, confonderle, diventa pericoloso. Quella del reportage è una fotografia che deve raccontare, e dunque ha il compito di essere chiara e comprensibile per tutti.
*



Marco, ti ringrazio veramente per questa messe di informazioni che ci proponi sempre. grazie.gif
Il problema è più che mai sul tappeto. Personalmente sono in sintonia col pernsiero di Gianni Giansanti, la mescolanza dell'interpretazione fotografica con la cruda realtà di ciò che si vede la reputo anch'io pericolosa e fuorviante. La tendenza a "metterci del tuo" non è cosa di oggi, come si ampiamente dibattuto e dimostrato anche su queste stesse pagine, certo è che il fenomeno si è allargato a dismisura complici anche il proliferare di mezzi di informazione sempre più in quantità anche se non in qualità.
Una questione comunque su cui sarebbe bella una riflessione da parte di chiunque voglia dire la sua. Pollice.gif

Inviato da: TOAD il Aug 3 2005, 10:40 AM

Ho visto il libro di Giansanti e probabilmente lo acquisterò, non ho visto il DVD.
Per me, che dire: guru.gif

Per il pensiero esposto, non posso che essere d'accordo.

Un caro saluto

Toad

Inviato da: cosimogravina@virgilio.it il Aug 3 2005, 11:35 AM

Non ho visto il libro di Giansanti, comunque sono d'accordissimo con cio che egli dice!!!
E' la realtà quotidiama Pollice.gif Pollice.gif Pollice.gif

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 3 2005, 11:51 AM

Mi dispiace che questa discussione langua un po', ma forse disegna alla grande il ritratto di questo forum...si parla poco di Fotografia.

Io, rispetto alle parole riferite, mi sento di essere in disaccordo nel senso che in nessuna foto non si può escludere l'interopretazione personale del fotografo:

QUOTE
Se l’intento è quello giornalistico, che per me vuol dire andare a vedere e testimoniare quello che altre persone vedranno attraverso il mio obbiettivo e le mie fotografie, io ho il dovere di mostrare lucidamente e chiaramente l’avvenimento


E' proprio in quegli aggettivi possessivi che si nasconde la chiave di quello che sto dicendo: attraverso il "mio" obiettivo e le "mie" fotografie...già la scelta, per esempio, dell'ottica da usare e del punto di ripresa inevitabilmente significa interpretare la realtà...

Vi vorrei porre una domanda: di fronte ad un evento da raccontare si vedranno mai 2 o più foto identiche scattate da fotografi diversi? Secondo me no, anche volendo essere il più rigorosi possibile nel documentare la relatà, ne uscirebbe, nelle diverse fotografie, comunque una realtà altra da quella che è effettivamente, una sorta di relatà "mediata" dallo sgaurdo interpretativo del fotografo.

QUOTE
Quello che vorrei sottolineare è che esiste una differenza tra fotografia come arte e fotografia come testimonianza, tra interpretazione della realtà (vera o costruita) e racconto della realtà


Sono d'accordo sul fatto che esistono differenze espressive, di modi e mezzi, tra i vari tipi di fotografia (fotografia arte/fotografia documento) legati ai vari "campi" d'azione della fotografia stessa. Ma mi sento di non poter essere d'accordo sul fatto che la fotografia è rappresentazione della realtà così come è;penso piuttosto che al massimo del rigore che si vuol dare alla documentazione è la realtà vista dal fotografo e quindi inevitabilmnente la sua interpretazione.

QUOTE
Nel mio campo, ad esempio, che è quello del fotoreportage, a tutto tondo, non capita di rado di vedere fotografie sfocate, storte, sovraesposte o eccessivamente sottoesposte che purtroppo vengono pubblicate con il solo scopo di creare nuove tendenze nel campo del fotogiornalismo: in molti casi io questo lo giudico un fenomeno di spettacolarizzazione della fotografia – perlomeno quando questa è creata per essere reportage, che con il racconto ha molto a che fare


Il "calcare la mano" da parte del fotografo nella documentazione della reltà lo trovo anche io abbastanza fuorviante e non in linea con gli intenti di documentazione del fotografo stesso. Anche io non amo molto l'abuso della tecnica fotografica nel fotoreportage, tecnica che a volte va addirittura a scapito del contenuto stesso della foto. A me personalmente è capitato parecchie volte guardando una foto di pensare più a come è stata fatta che a che cosa mi vuole dire e raccontare: è in questi casi in cui il soggetto e il contenuto vanno a farsi benedire perchè è tale il peso e la presenza dei mezzi tecnici nella foto che sono questi ultimi ad occupare il mio interesse e non il contenuto della foto stessa.

Saluti e Buone Foto
G.


Inviato da: TOAD il Aug 3 2005, 12:45 PM

Mah, Giuseppe sul fatto che la discussione stia languendo, ti ricordo che siamo al 3 di Agosto ed in questo momento quasi alle 14. Non so cosa tu stia facendo, ma non credo siano in molti quelli, come me, che non sono in vacanza e che possono utilizzare Internet dall'ufficio... ( questo è il motivo per cui non sono "visibile").

E' ovvio che la realtà è comunque, sempre, interpretata dal soggetto che la recepisce. Il "mio" obiettivo, le "mie" fotografie. Ma è logico, guai se non fosse così. E questo vale per i fotografi, per i giornalisti cartacei e verbali, per tutti coloro che devono trasmettere una documentazione.

Il punto è la coerenza e serietà mentale nel porre ciò al pubblico. Posto che credo, non lo conosco affatto, che Giansanti sia stato onesto nell'esprimere il suo concetto, va da sè che sul momento, inevitabilmente, la realtà che percepisci viene filtrata attraverso la tua sensibilità, la tua tecnica in questo caso, insomma il tuo cervello. Sta a chi lo sta usando non distorcere quanto istintivamente, che è la prima cosa che devi sentire, è stato fatto tuo.

Un caro saluto

Toad

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 3 2005, 01:16 PM

QUOTE
Giuseppe sul fatto che la discussione stia languendo, ti ricordo che siamo al 3 di Agosto ed in questo momento quasi alle 14


Ciao Toad,
per inguenità ti voglio dare ragione ma per "malizia" prova ad aprire un 3d per sapere se è meglio il 50 1.8 o 1.4 e guarda se ha lo stesso andamento di questo.... ph34r.gif

QUOTE
Il punto è la coerenza e serietà mentale nel porre ciò al pubblico. Posto che credo, non lo conosco affatto, che Giansanti sia stato onesto nell'esprimere il suo concetto, va da sè che sul momento, inevitabilmente, la realtà che percepisci viene filtrata attraverso la tua sensibilità, la tua tecnica in questo caso, insomma il tuo cervello. Sta a chi lo sta usando non distorcere quanto istintivamente, che è la prima cosa che devi sentire, è stato fatto tuo.


Giansanti ho avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo per il suo lavoro sulla vita del Papa e devo dire che mi è piaciuto e ci ho ritrovato quelle linee guida che ha proposto nelle parole quotate da Marco.

Il mio disaccordo non era una critica sull fotografo e sul suo uso/abuso dei mezzi espressivi nè tantomeno della sua libertà di manipolare o meno la reltà nè addirittura di negare la possibilità da parte del fruitore della foto di convalidare o confutare il valore della foto stessa su cui penso tutti quanti noi siamo sulla stessa linea, quanto piuttosto un discorso sui limiti "necessari" e inevitabili che la Fotografia come "mezzo" si porta dietro: da un lato una possibilità espressiva illimitata soggetta solo alle capacità del fotografo, dall'altro la sua capacità narrativa strettamente limita e soggetta alla visione di chi la scatta.
Può documentare in migliaia di modi diversi un soggetto, ma ne può raccontare uno solo per volta e con un unico e solo punto di vista. Non ha possibilità di discorso diretto nè di cambio di visuale: vediamo ciò che il fotografo, che è onniscente ci fa vedere. Ma forse sto andano un po' troppo fuori da quello che erano le intenzioni di Marco, quando ha voluto aprire la discussione.
Rimane comunque il fatto, secondo me, che è piacevole ogni tanto poter usare questo spazio in maniera un po' diversa dalle solite discussione pseudo-tecniche...ma questo è solo un mio personale punto di vista che spero venga al più presto confutato! wink.gif

Saluti e Buone Foto
G.

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 3 2005, 01:39 PM

Aggiungo solo un piccolo chiarimento: spero che il mio discorso non venga preso come una critica cieca e sterile alla fatografia: lungi da me il voler dare questa impressione; era solo una sguardo, spero il più lucido possibile, su un aspetto di solito "trascurato" della fotografia che per fortuna non si limita solo ad essere un gesto tecnico (con tutti i barbosissimi, IMHO, discorsi a ciò legati) ma rimane sempre come uno dei più alti prodotti dell'animo dell'uomo e della sua sensibilità.

Ringrazio tutti voi
Saluti e Buone Foto
G.

Inviato da: TOAD il Aug 3 2005, 01:41 PM

QUOTE
Ciao Toad,
per inguenità ti voglio dare ragione ma per "malizia" prova ad aprire un 3d per sapere se è meglio il 50 1.8 o 1.4 e guarda se ha lo stesso andamento di questo.... 



touché...!!

QUOTE
Può documentare in migliaia di modi diversi un soggetto, ma ne può raccontare uno solo per volta e con un unico e solo punto di vista.


a meno che non abbia la possibilità, nel tempo e nelle circostanze, di realizzare più immagini, cogliendo diversi aspetti, alcuni "artistici" ed alcuni "reali".

QUOTE
Non ha possibilità di discorso diretto nè di cambio di visuale: vediamo ciò che il fotografo, che è onniscente ci fa vedere


Qui torna in gioco la serietà e la coerenza della persona. Il fotografo non è onnisciente: è un uomo come gli altri con la sua sensibilità.

QUOTE
...ma questo è solo un mio personale punto di vista che spero venga al più presto confutato!


E perché mai vorresti essere confutato? Non certo da parte mia, stanne certo!

Un caro saluto

Toad

P.S: passa in Sushi..sul tuo thread

Inviato da: mmfr il Aug 3 2005, 01:52 PM

QUOTE(mmfr @ Aug 3 2005, 09:41 AM)
Quella del reportage è una fotografia che deve raccontare, e dunque ha il compito di essere chiara e comprensibile per tutti.
*


saluti a tutti

considero la fotografia un vero e proprio linguaggio.
Un linguaggio per essere compreso deve rispettare delle regole , esattamente come succede per le regole grammaticali nella scrittura.
Un reportage giornalistico dovrebbe comunicare un punto di vista o una realtà , ma il messaggio deve essere leggibile e comprensibile per tutti coloro che conoscono un certo linguaggio, la cui conoscenza nasce all'interno della propria civiltà.
Per questo sono assolutamente d'accordo con Gianni Giansanti e credo che un fotografo debba essere in grado prima di tutto di comunicare correttamente un qualsiasi messaggio attraverso delle immagini , e solo successivamente decidendo di dare un taglio NON giornalistico al proprio lavoro cercare altre,nuove tendenze.

marco
mmfr

Inviato da: TOAD il Aug 3 2005, 03:11 PM

QUOTE(Giuseppe78 @ Aug 3 2005, 02:16 PM)
[
Ciao Toad,
per inguenità ti voglio dare ragione ma per "malizia" prova ad aprire un 3d per sapere se è meglio il 50 1.8 o 1.4 e guarda se ha lo stesso andamento di questo.... ph34r.gif



Caro Giuseppe, purtroppo in brevissimo tempo devo darti ragione. Guarda cosa è successo http://www.nital.it/forum/index.php?showtopic=19784&pid=263777&st=0&#entry263777 in circa un'ora.

Io ci ho messo del mio, ma forse non è stato capito...

Un caro saluto

Toad

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 3 2005, 03:23 PM

QUOTE
Caro Giuseppe, purtroppo in brevissimo tempo devo darti ragione. Guarda cosa è successo qui in circa un'ora


Ciao Toad,
questo è un forum e come tale libero di ospitare tutte i 3d che rientrano nel suo animo e nel suo ordinamento. Non voglio passare per un guastafeste, nè per un brontolone: quello che vorrei sottolineare è che spesso sento la mancanza in questi spazi di discussioni un po' più "astratte" (diciamo così) e di diverso tipo da quelle che di solito di fanno...tutto qua!
Non nascondo come ho detto in qualche mio intervento fa il piacere che ho provato nel potermi confontare in una discussione di questo tipo e su questi argomenti. Ma per questo vanno ringraziati anche gli NPU e alcuni attori di questo forum che sono fonte inesauribile di spunti e riflessioni.

Saluti e Buone Foto
G.

Inviato da: __Claudio__ il Aug 3 2005, 05:15 PM

QUOTE(Giuseppe78 @ Aug 3 2005, 04:23 PM)
............ quello che vorrei sottolineare è che spesso sento la mancanza in questi spazi di discussioni un po' più "astratte" (diciamo così) e di diverso tipo da quelle che di solito di fanno...


La soluzione al problema c'è Giuseppe ed è quella di proporle wink.gif

Inviato da: TOAD il Aug 3 2005, 10:54 PM

E infatti mi pare che Giuseppe le proponga.
Sai qual'è il problema, Claudio, secondo me, è molto facile disquisire sulla bontà di questo o quell'obbiettivo, sulla superiorità di Nikon rispetto a... (va bè, c'è ne solo una, purtroppo). Più difficile ed impegnativo trattare e parlare di fotografia in senso lato. Richiede un impegno ed una riflessione maggiore, e la pigrizia (non l'ignoranza) mentale a volte la fa a padrona.

Questo vale, naturalmente, anche per me.


Buenas noche a todos

Toad


Inviato da: Giuseppe78 il Aug 4 2005, 07:15 AM

QUOTE
La soluzione al problema c'è Giuseppe ed è quella di proporle


Infatti Clà, la mia era anche una autocritica... wink.gif
Non nascondo che a volte ci ho pensato di aprire dei post ma il più delle volte le discussioni cadono nel dimenticatoio e muoiono dopo appena pochissimi interventi. Poche, che mi ricordi, sono state quelle che hanno avuto migliori fortune, ma forse, e in questo caso ha ragione TOAD, il perchè è dovuto ad una maggiore presenza di utenti sul forum (Agosto, le ferie ecc...ecc...) o magari più semplicemente perchè erano più "interessanti" di questa!

A volte mi prende la depressione quando sfoglio le pagine del forum...boh! magari è solo il caldo che mi fa aumentare questa sensazione... ph34r.gif

Saluti e Buone Foto
G.




Inviato da: __Claudio__ il Aug 4 2005, 01:43 PM

Mi vengono in mente alcune considerazioni su quanto scritto da Marco

QUOTE
considero la fotografia un vero e proprio linguaggio.
Un linguaggio per essere compreso deve rispettare delle regole , esattamente come succede per le regole grammaticali nella scrittura.

Su questo punto posso concordare per grandi linee anche se chiuderei le affermazioni qui fatte solo nell'ambito del reportage giornalistico con le dovute eccezioni.

QUOTE
Un reportage giornalistico dovrebbe comunicare un punto di vista o una realtà , ma il messaggio deve essere leggibile e comprensibile per tutti coloro che conoscono un certo linguaggio, la cui conoscenza nasce all'interno della propria civiltà.

Cerco di interpretare questa frase confermando che all'interno della civiltà di provenienza del reporter è forse più semplice, proprio per le basi su cui poggia, far arrivare a tutti il messaggio proposto. Mi sento però anche di dire che all'interno della stessa civiltà vi sono opinioni e modi di vedere la stessa questione sul tappeto, in modo difforme a secondo del "pregiudizio" di ognuno e, con pregiudizio, intendo; nazione, città, famiglia, scuola e persino amicizie che ognuno ha diverse e che, sicuramente, hanno condizionato, anche se inconsapevolmente, il modo di "vedere" e "giudicare" un avvenimento.

QUOTE
Per questo sono assolutamente d'accordo con Gianni Giansanti e credo che un fotografo debba essere in grado prima di tutto di comunicare correttamente un qualsiasi messaggio attraverso delle immagini ,

Sono d'accordo anch'io con Giansanti che il fine ultimo dovrebbe essere quello di comunicare "correttamente" il messaggio attraverso le immagini. Ma chi riceve il messaggio può esser certo che chi comunica lo faccia correttamente? Credo che nella peggiore delle ipotesi il fruitore finale delle immagini stesse, se non allineato al pensiero del reporter, possa pensare che il suddetto abbia ripreso solo quello che gli era utile per il "suo" fine e sarebbe arduo convincerlo del contrario. Nella migliore delle ipotesi, quella cioè di convergenza, lo stesso fruitore potrebbe pensare, credo sia possibile e anche in parte vero, che quella che sta guardando sia solo una "parte" della verità, quella cioè di cui il reporter è stato diretto testimone, non della Verità che, già di per se stessa opinabile, è anche oltremodo difficile mostrare nella sua intierezza.

Questo fermo restando tutti i limiti che la visione personale e il nostro retaggio ci consente.

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 4 2005, 02:08 PM

Claudio, più o meno siamo sulla stessa linea d'onda.
Ritengo quando si parla di fotografia non poter essere in grado di dare regole e strutture precise (al di là ovviamente di quelle a livello tecnico che non possono essere confutate). Tutto il resto è frutto e figlio dell'uomo, di quell'uomo che in quel momento preciso ha visto un'immagine attraverso l'obiettivo e ha scelto sua sponte di immortalarlo. Come tale il mondo che esce da una foto è un mondo "altro" che si avvicina ma non è la realtà e che non può assurgere al livello assoluto di Verità.

Le regole del linguaggio fotografico esistono ed esistono anche e soprattutto per essere infrante. Quelle del fotogiornalismo sono di sicuro più rigorose perchè devono soddisfare alcuni punti fondamentali su cui si basa un racconto fotografico e forse il non seguirle potrebbe comportare lacune all'interno del racconto fotografico.
Ma le regole sono, secondo me, soprattutto schemi formali all'interno dei quali la sensibilità e il gusto e lo stile del fotografo devono sentirsi liberi di esprimersi.
Un po' come un poeta che, pur rispettando il rigore imposto dalle rime e dalla metrica, crea e racconta di volta in volta mondi diversi....Ma poi chi l'ha detto che non c'è poesia anche senza metrica e rime????

Saluti e Buone Foto
G.

Inviato da: mmfr il Aug 4 2005, 02:26 PM

QUOTE(__Claudio__ @ Aug 4 2005, 01:43 PM)

Sono d'accordo anch'io con Giansanti che il fine ultimo dovrebbe essere quello di comunicare "correttamente" il messaggio attraverso le immagini. Ma chi riceve il messaggio può esser certo che chi comunica lo faccia correttamente?

Ciao Claudio
di certo non è possibile sapere a priori se il messaggio è stato riportato correttamente ed in questo caso per effettuare una critica e vericare la realtà è necessario confrontare più fonti.
Quello che è (finalmente!!!) in discussione credo che sia la modalità di scrittura del messaggio e quindi la tecnica , la sua comprensione (il messaggio in sè ,in questo momento, credo possa passare in secondo piano).

marco
mmfr





Inviato da: mmfr il Aug 4 2005, 02:41 PM

QUOTE(Giuseppe78 @ Aug 4 2005, 02:08 PM)
Ritengo quando si parla di fotografia non poter essere in grado di dare regole e strutture precise (al di là ovviamente di quelle a livello tecnico che non possono essere confutate). Tutto il resto è frutto e figlio dell'uomo, di quell'uomo che in quel momento preciso ha visto un'immagine attraverso l'obiettivo e ha scelto sua sponte di immortalarlo. Come tale il mondo che esce da una foto è un mondo "altro" che si avvicina ma non è la realtà e che non può assurgere al livello assoluto di Verità.

Le regole del linguaggio fotografico esistono ed esistono anche e soprattutto per essere infrante.

Quelle del fotogiornalismo sono di sicuro più rigorose

Ma le regole sono, secondo me, soprattutto schemi formali all'interno dei quali la sensibilità e il gusto e lo stile del fotografo devono sentirsi liberi di esprimersi.

Ciao Giuseppe , la nostra stessa civiltà è figlia dell'uomo e tutti gli schemi che ci siamo costruiti per comprenderci sono necessari.
Ciò che esce da una foto deve essere in grado di spiegare una realtà , è vero non può essere la verità , qualsiasi fonte può non essere la verità , ma uno strumento di comprensione sì.
Sono d'accordo che le regole fotografiche possano essere infrante, ma il nostro Giansanti parla in maniera specifica di fotogiornalismo e del rigore tecnico che dovrebbe accompagnare sempre questo tipo di lavoro.
Mettere da parte il gusto e lo stile del fotografo non dovrebbe essere sentita come una limitazione , bensì, in qualche caso, come un necessario servizio all'informazione....


Ad piano piano ogni sono contento che piccola esitazione partendo dopo questa discussione qualche stia modo...

...è comprensibile la frase?...credo di no eppure basta comporla correttamente seguendo le regole ed ecco cosa esce fuori...

Ad ogni modo sono contento che piano piano dopo qualche piccola esitazione questa discussione stia...partendo

...io credo che se riusciamo realmente a pensare la fotografia come un linguaggio , non ci rimane difficile provare ad imparare a scrivere e perchè no ....anche a leggere

marco
mmfr

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 4 2005, 03:01 PM

Marco,
sono assolutamente convinto come te della funzione di linguaggio che ha la fotografia ma secondo me le direttive che "regolano" questo tipo di linguaggio sono molto meno rigorose di quelle che stanno sotto altri tipi di linguaggio come per esempio quello della lingua scritta (già quella parlata è molto più libera e svincolata). Ha funzione di linguaggio perchè come un libro , un film, un racconto, un quadro ruota sulle stesse figure attive/passive che prendono parte al suo processo: c'è un cretore/mittente, un messaggio/contenuto/soggetto, un destinatario che deve raccogliere e una serie di convenzioni e ptrotocolli che devono allineare il mittente e il desinatario affinchè il messaggio riesca a viaggiare correttamente.
La fotografia, se da una parte si accomuna agli altri tipi di comunicazione, dall'altra è meno vincolata da regole perchè gode di un vantaggio enorme su tutti cioè la potenza dell'immagine. Questo secondo me è un valore aggiunto che la rende immediata e la svincola da certe "rigorosità" quali ad esempio quelle della comunicazione scritta: per esempio non ha vincoli di lingua, dialetto, idioma. Il cinema poi che è dotato anche di parola occupa un posto addirittura superiore...

Secondo me se parliamo strettamente, come dice Giansanti, di "rigore" giornalistico e di far rimanere la foto il più possibile fedele ad un evento, non mi viene altro in mente che una foto semplice sia nella sua lettura (da parte nostra che la osserviamo) che nella sua scrittura (in questo caso mi riferisco alla sua composizione). Mi viene in mente una foto su tutte: quella di Natchwey (si scrive così???) in cui si vede una donna africana di fronte china a raccogliere il corpo dio un bambino avvolto nel sudario.
Il suo valore sta proprio nella sua immediata semplicità di costruzione (soggetto al centro, in barba a tutte le regole dei terzi, sezione aurea ecc...ecc...) e contemporaneamente nella sua immediatezza di messaggio:forte, diretto, chiaro, universale, capibile da qualunque uomo sulla faccia della terra.

Parlare di regole nel fotogiornalismo, secondo me è concreto solo nella misura in cui si vuole mantenere in primo piano il soggetto (inteso come messaggio e quindi come evento raccontanto), scaricandolo da "pesantezze" tecniche che ne offuscano e disturbano l'intento.

G.

Inviato da: __Claudio__ il Aug 4 2005, 04:12 PM

QUOTE
Quello che è (finalmente!!!) in discussione credo che sia la modalità di scrittura del messaggio e quindi la tecnica , la sua comprensione ..................................

Sono d'accordo che le regole fotografiche possano essere infrante, ma il nostro Giansanti parla in maniera specifica di fotogiornalismo e del rigore tecnico che dovrebbe accompagnare sempre questo tipo di lavoro.
Mettere da parte il gusto e lo stile del fotografo non dovrebbe essere sentita come una limitazione , bensì, in qualche caso, come un necessario servizio all'informazione.........................................................


Queste due frasi Marco, sembrano sottintendere che il fotogiornalista in particolare, e più di altri, debba sottostare a delle regole di "scrittura" dell'immagine in modo che attraverso la tecnica, l'immagine stessa sia più "leggibile" e quindi fruibile da quanti più possibile. Credo che se l'interpretazione che ho dato è giusta, possa esserci sicuramente un fondamento di verità...MA biggrin.gif... sono altrettanto convinto che se l'intento del fotogiornalista è quello di mostrare ciò che ha visto e di farlo nel modo più coinvolgente possibile, possa e debba mettere in campo tutte quelle nozioni pregresse e che ormai fanno parte del suo patrimonio di sensazioni, di emozioni e di tecnica che trasporterà, inconsapevolmente, nel suo scatto. L'istinto quindi, questa impalpabile e indefinibile parte di ognuno di noi, che ci fa preferire in quell'istante di voltare la macchina verso una parte invece che verso un'altra e che ci fa riportare quel fotogramma anzichè un'altro. Metterà/metteremo in questo istante da parte il suo/nostro gusto e il suo/nostro stile? Io personalmente non credo ci si riesca, o perlomeno che ci si riesca per intero. Pronto a ricredermi ovviamente.

Inviato da: mmfr il Aug 4 2005, 04:27 PM

QUOTE(__Claudio__ @ Aug 4 2005, 04:12 PM)
..MA biggrin.gif...  sono altrettanto convinto che se l'intento del fotogiornalista è quello di mostrare ciò che ha visto e di farlo nel modo più coinvolgente possibile, possa e debba mettere in campo tutte quelle nozioni pregresse e che ormai fanno parte del suo patrimonio di sensazioni, di emozioni e di tecnica che trasporterà, inconsapevolmente, nel suo scatto. L'istinto quindi, questa impalpabile e indefinibile parte di ognuno di noi, che ci fa preferire in quell'istante di voltare la macchina verso una parte invece che verso un'altra e che ci fa riportare quel fotogramma anzichè un'altro. Metterà/metteremo in questo istante da parte il suo/nostro gusto e il suo/nostro stile? Io personalmente non credo ci si riesca, o perlomeno che ci si riesca per intero. Pronto a ricredermi ovviamente.
*


Ciao Claudio
riporto una frase estrapolata dall'articolo di Giansanti
CODE
Nel mio campo, ad esempio, che è quello del fotoreportage, a tutto tondo, non capita di rado di vedere fotografie sfocate, storte, sovraesposte o eccessivamente sottoesposte che purtroppo vengono pubblicate con il solo scopo di creare nuove tendenze nel campo del fotogiornalismo: in molti casi io questo lo giudico un fenomeno di spettacolarizzazione della fotografia

Il fotografo parla della necessità di realizzare, nel fotogiornalismo, fotografie a fuoco, dritte,esposte correttamente, senza l'idea di creare delle nuove tendenze, ma solo informazione...queste sono le tecniche di ripresa fotografica da sempre alla base della produzione di un corretto ed immediato messaggio comprensibile per tutti, e credo che da questo punto si debba partire...oserei dire dall'ABC della fotografia, può sembrare banale come concetto ma oggi , ed io le sposo volentieri alcune di queste nuove tendenze, è facile trovare qualcuno che nasconde l'incapacità di applicare l'ABC della fotografia, dietro queste nuove tendenze...ma questo è un altro discorso.

marco
mmfr

Inviato da: __Claudio__ il Aug 4 2005, 04:32 PM

Sulla frase riportata non ho proprio nulla da ridire, la abbraccio in toto. Anzi se possibile vorrei, nel mio piccolo, averla detta io. guru.gif

(Anche se qualche volta l'ho pensata... biggrin.gif )

Inviato da: mmfr il Aug 4 2005, 05:38 PM

QUOTE(__Claudio__ @ Aug 4 2005, 04:32 PM)
Sulla frase riportata non ho proprio nulla da ridire, la abbraccio in toto. Anzi se possibile vorrei, nel mio piccolo, averla detta io. guru.gif 

(Anche se qualche volta l'ho pensata... biggrin.gif )
*



....conoscendoti...non avevo alcun dubbio!!!

....ed i 70.000 dello Stadio Olimp...pardon ...del FORUM NITAL,cosa pensano di questa frase....

marco
mmfr

Inviato da: TOAD il Aug 4 2005, 06:38 PM

QUOTE
....ed i 70.000 dello Stadio Olimp...pardon ...del FORUM NITAL,cosa pensano di questa frase....


3/70000 (Tu, Claudio ed io) siamo sicuramente d'accordo. Così si vede il professionismo.
Però una cosa me la chiedo: in condizioni diciamo così "estreme" (Bob Capa, sbarco in Normandia, per citare un esempio noto a tutti) che fa il reporter? Non pubblica l'immagine perché non corretta o privilegia comunque la documentazione. Credo che, anche in questo caso, lo spartiacque sia la coscienza del fotografo.

Un caro saluto

Toad

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 4 2005, 06:51 PM

Secondo me, se si vuol rispettare il rigore del fatto, dell'evento da raccontare nella sua essenzialità non si possono prescindere le qualità tecniche della foto: ossia la foto deve essere oltre che "sensata" a livello di soggetto anche ben realizzata. Non entro nel merito dell'obiezione sul fatto che ci potrebbero essere situazioni in cui lo scatto è talmente preso al volo da non lasciare tempo al fotografo di "meditare" sulle questioni tecniche: ovvio che lo scatto, a quel punto, va oltre l'aspetto meramente tecnico, ma sono casi estremamente rari che esulano di solito da un discorso di un reportage costruito e composto da più foto, a mò di narrazione.

Sono invece propenso a pensare che nell'ambito di un reportage "corposo" ci possa essere spazio anche a "bizzarrie", diciamo così, tecniche, che però possono solo far da contorno e accompagnare un corpus di foto ben più concreto.

Ma nella scelta di pubblicazione delle foto, permettetemi il temrnine, "paracule", quanto influisce la scelta e l'opinione del fotografo e quanto quella dell'editore: magari pesa più il richiamo della vendita che il valore fotografico della foto...

Inviato da: TOAD il Aug 4 2005, 07:27 PM

QUOTE
ma sono casi estremamente rari che esulano di solito da un discorso di un reportage costruito e composto da più foto, a mò di narrazione.


Sì, è vero, il mio esempio era un po' al limite.

QUOTE
quanto influisce la scelta e l'opinione del fotografo e quanto quella dell'editore: magari pesa più il richiamo della vendita che il valore fotografico della foto...


Anche questo, purtroppo, è vero. Ma qui, forse, influisce anche la bravura e/o notorietà del fotografo, e riapriamo un vecchio discorso. Agli occhi del "fruitore" comune una foto, un quadro, una poesia, un film, sono belli in quanto tali o solo perché li hanno realizzati i vari...., non facco nomi, meglio.

Toad

Inviato da: __Claudio__ il Aug 5 2005, 08:25 AM

QUOTE(Giuseppe78 @ Aug 4 2005, 07:51 PM)
Ma nella scelta di pubblicazione delle foto, permettetemi il temrnine, "paracule", quanto influisce la scelta e l'opinione del fotografo e quanto quella dell'editore: magari pesa più il richiamo della vendita che il valore fotografico della foto...
*




QUOTE(TOAD @ Aug 4 2005, 08:27 PM)
Anche questo, purtroppo, è vero. Ma qui, forse, influisce anche la bravura e/o notorietà del fotografo, e riapriamo un vecchio discorso. Agli occhi del "fruitore" comune una foto, un quadro, una poesia, un film, sono belli in quanto tali o solo perché li hanno realizzati i vari...., non facco nomi, meglio.

Toad
*



Sono arciconvinto che, con queste due frasi, avete centrato lo stato attuale delle cose. La mia convinzione non discende da esperienza diretta (purtroppo) ma da dal vedere sempre più spesso la pubblicazione di foto, anche nel tempio delle manifestazioni che rigiardano l'argomento: il WPP, di immagini scelte e talvolta premiate, in cui ci si rende conto da subito che quel che si è inseguito, non è la testimonianza ma, e soprattutto, la voglia di stupire con effetti speciali. Certo è, come dice giustamente TOAD, che se un certo tipo di immagine viene presentata da "un nome", avrà più possibilità di pubblicazione anche a parità di validità di reportage. Certo è che, con la quantità enorme di inviati e di free-lance, presenti oggi per ogni dove, ognuno di essi cerca di fare qualcosa di "diverso" per cercare di presentare un prodotto che abbia più possibilità di essere giudicato originale e quindio più possibilità di pubblicazione. Questo è un fatto, umano se volete, ma che fa tendenza.
Questo ci riporta alla domanda iniziale: "la fruizione e la comprensione dell'immagine" da parte di chi guarda. Allo stato attuale vi è un tentativo di cambiamento che va di pari passo con l'evoluzione del gusto dominante. Se il tentativo avrà successo non so ma è certo, secondo me, che comunque il frutto del reportage dovrebbe essere quanto meno chiaro ai più.
Questa mia presa di posizione, se volete, discende dalla convinzione che comunque nel campo dell'informazione, il messaggio DEVE essere comprensibile a quanti più possibile. La criptazione dei significati la vedo più attinente ad altri tipi di fotografia.

Inviato da: TOAD il Aug 5 2005, 08:47 AM

QUOTE
Questa mia presa di posizione, se volete, discende dalla convinzione che comunque nel campo dell'informazione, il messaggio DEVE essere comprensibile a quanti più possibile


Certamente, se appunto parliamo di informazione e non esperimento o ricerca. D'altra parte mi ricordo che qualcuno diceva che il maestro deve insegnare (informare quindi) in funzione dell'ultimo della classe. Il primo ci è già arrivato da solo...

Un caro saluto

Guido

Inviato da: gciavarella il Aug 5 2005, 09:04 AM

vi ho appena letto

e mi dispiace di non averlo fatto prima

io penso che giansanti abbia ragione se ci riferiamo allo strapotere degli art director nella scelta delle immagini

ma non possiamo negare che l'occhio del fotografo esprime la sua cultura e le sue preferenze

quando per un certo periodo ho fatto qualche reportage (errore di giuìoventù) ricordo che restavo sempre perplesso sulle scelte redazionali soprattutto in campo fotografico il prevalere di foto esasperate perchè "colpivano"

il risultato (mac luhan, si scriverà così, mah) è che tutti gridano e nel rumore sentire i messaggi che contano è difficile (vedi questa discussione che non ho proprio visto)

ma un giornalista deve interpretare anche perchè è lui sulla scena non le direzioni in redazione o gli art director al tavolo luminoso

solo un po' si distingue national geographic che, oltre le foto gridate, mostra tante foto legate al testo in modo univoco

ma il problema c'è ed è innegabile

io faccio fotosub, soprattutto macro, alla fine sono belle foto che non descrivono l'ambiente e che non raccontano le sensazioni

quanti di voi riescono a cogliere il degrado ambientale nelle foto delle riviste che si occupano di ambiente, eppure il degrado c'è, la natura cambia ed in peggio ma non si vede

se è questo quello di cui parla giansanti è innegabile

ma la domanda è puo' una foto da solo raccontare tutto ciò, raccontare le impressioni e le sensazioni, a volte si ma in tanti, troppi casi è estremamente difficile se non legandola ad un testo

non so se sono stato chiaro

mettiamo che si faccia un articolo sulle balene, come manifestare che stanno diminuendo, e lo stesso sulle tigri (su national hanno risolto mostrando foto sui cacciatori di frodo e sui mercati, ma basta? guarda caso giocando sullo sfocato, il mosso, l'oscurità)

Inviato da: TOAD il Aug 5 2005, 09:16 AM

QUOTE
ma la domanda è puo' una foto da solo raccontare tutto ciò, raccontare le impressioni e le sensazioni, a volte si ma in tanti, troppi casi è estremamente difficile se non legandola ad un testo


Secondo me, sì, ma non è facile. Ti faccio un esempio che mi aveva colpito molto. Ricorderete il tragico attentato di Madrid dello scorso anno. Molti giornali, tra cui il quotidiano della mia città, misero in prima pagina una foto che riprendeva il cadavere di una ragazza (Isabel, se ricordo bene) in mezzo alle lamiere lacerate del vagone. Scelta forse discutibile, ma secondo me in quella foto c'era tutto: l'orrore, lo sgomento, la rabbia e la pietà. Ed era una foto "semplice", non certo "ad effetto". Tutti gli articoli del giornale stampati intorno a quell'immagine erano un di più. Non ricordo il nome del fotografo, ma quella foto per me è stata emblematica.

Un caro saluto.

Toad

Inviato da: gciavarella il Aug 5 2005, 09:19 AM

ho visto la foto e quel che dici è innegabile

purtroppo non sempre accade

Inviato da: __Claudio__ il Aug 5 2005, 10:19 AM

QUOTE(gciavarella @ Aug 5 2005, 10:04 AM)

ma la domanda è puo' una foto da solo raccontare tutto ciò, raccontare le impressioni e le sensazioni, a volte si ma in tanti, troppi casi è estremamente difficile se non legandola ad un testo

non so se sono stato chiaro

mettiamo che si faccia un articolo sulle balene, come manifestare che stanno diminuendo, e lo stesso sulle tigri (su national hanno risolto mostrando foto sui cacciatori di frodo e sui mercati, ma basta? guarda caso giocando sullo sfocato, il mosso, l'oscurità)
*



In verità questa domanda ci porta un po' fuori dall'argomento trattato ma valida comunque per ampliare la discussione.
La mia risposta è si, senza dubbio una foto può raccontare da sola tutta una storia. In questo caso si è in presenza del "capolavoro", parola abusatissima non solo su queste pagine ma anche dai critici fotografici, almeno secondo me.
Sto pensando a "Operaio al primo turno" di Don McCullin, o alla foto ormai divenuta icona dei "pompieri che innalzano la bandiera sulle macerie delle Torri, tanto per citarne due dai contenuti e valenze diverse.

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 5 2005, 10:26 AM

QUOTE
Sto pensando a "Operaio al primo turno" di Don McCullin


Scusatemi l'utilizzo "personale" della discussione: Claudio, puoi postare un link della foto di McCullin che non ce l'ho presente??

grazie.gif grazie.gif

Inviato da: __Claudio__ il Aug 5 2005, 10:56 AM

Prima di postare quel titolo l'ho cercato ma non sono riuscito a trovarlo unsure.gif ho la foto a casa però biggrin.gif e oggi penso di scannerizzarla e te la farò vedere. wink.gif

Inviato da: Cristiano Orlando il Aug 5 2005, 11:22 AM

Ciao a tutti,
causa poco tempo mi era sfuggita la discussione, ma stamattina sono riuscito a leggermela per intero
Sono diversi gli argomenti trattati e tutti interessanti.
L'articolo da quanto letto degli estratti gi Giansanti, mi sembra evidente che lui si lamenti della volontaria spettacolarizzazione.
Ogni messaggio "scritto" da una persona non può non contenere un messaggio parziale, ognun di noi adopera una serie di conoscenze pregresse e un proprio linguaggio per esprimere e interpretare ciò che vede, nel caso della fotografia si parlava appunto di scelte di inquadratura etc
Ciò che distingue un buon reportage da uno orientato è la coscienza dell'interpretazione, se io cioè fotografo attribuendo inconsciamente una valenza personale all'immagine oppure vado preconcetto a fotografare non quanto vedo riportandolo (come da termine) , ma ciò che voglio vedere o addirittura attribuisco valore alla mia foto con l'ausilio di ritrovati tecnici alla moda, preferendo l'effetto al messaggio. Se la foto è per necessità storta, sfocata etc, bene; se altresì l'immagine è stata spettacolarizzata si perde il valore dello scatto.Così come mi sembra che Giansanti mostri la tendenza alla scelta di foto, in base alla resa drammatica più che alla documentazione. E' quindi "colpa" degli art-director voler fare un giornale che colpisce più di qanto informa, privilegiando foto spettacolo a foto giornalistiche. Proprio l'altro giorno sentivo la descrizione di real duel di alcuni filmati amatoriali, vi avrei voluto far sentire i toni drammatici con cui descrivevano una caduta di uno sui pattini,si è privilegiato in questo caso nella lingua parlata, il contenuto spettacolare della forzata drammatizzazione al dramma reale, e questo atteggiamento c'è in tantissimi campi. Se la foto è capitata storta, nessun problema, ma se la foto è stata fatta storta o è stata scelta quella storta perchè più spettacolare a scapito di quella informativa, si è perso, a parer mio, il fine ultimo del reportage. Non è quindi tanto la mancata oggettività inconscia, quanto proprio la volontaria spettacolarizzazione che a mio parere Giansanti sottolinea. Per le altre questioni sono variamnte d'accordo con molti dei partecipanti.
Sulla questione regole-non regole, direi con una battuta che basta non fare una regola della non-regola
Cris

Inviato da: Giuseppe78 il Aug 5 2005, 11:30 AM

QUOTE
oggi penso di scannerizzarla e te la farò vedere


grazie.gif

Inviato da: gciavarella il Aug 5 2005, 11:46 AM

QUOTE(Cristiano Orlando @ Aug 5 2005, 12:22 PM)
Sulla questione regole-non regole, direi con una battuta che basta non fare una regola della non-regola
Cris
*


biggrin.gif

ti quoto in toto ma la tua regola è troppo bella rolleyes.gif

Inviato da: PAS il Aug 5 2005, 01:50 PM

Interessante 3D che colpevolmente vedo solo ora.

<<La professione di fotoreporter>>
La definizione stessa implica due abilità professionali: appunto quella di fotografare e fare reportage.
Non vorrei essere banale ma se difetta una di queste due abilità, è meglio cambiare mestiere. Detta in altre parole, l’immagine prodotta, oltre che documentare deve essere tecnicamente accettabile, visivamente leggibile, ed esente da aberrazioni intenzionali o casuali che siano.
Fatte salve condizioni operative estreme, ma di questo è già stato detto

Scendendo dal mondo ideale a quello reale una cosa è oggi evidente (almeno dal mio punto di vista): che il fotoreportage soffre ne più ne meno delle stesse distorsioni di cui soffre il giornalismo.
Con una considerazione parallela, quanti sono oggi i giornalisti che fanno realmente informazione (aggiungo non orientata) e quanti invece quelli che cercano a tutti i costi lo scoop o il sensazionalismo?
Temo che il numero dei secondi sia in deciso trend positivo, e non conta se lo stimolo sia personale o dell’editore perché il target è sempre lo stesso: il “il gusto dominante nel mercato dell’informazione”.

Con le regole dello stesso mercato deve confrontarsi anche chi fa fotoreportage.
E qui non mi trovo completamente d’accordo su quanto mi è parso di capire da alcuni vostri post precedenti:
In sintesi: “un fotoreporter deve prima dimostrare le sue due abilità peculiari e solo dopo gli si può perdonare di rompere le regole”.
No! Occorre coerenza nella professione come nella vita e chi decide di rinunciare anche solo momentaneamente ad una integrità tecnica, per seguire o tentare di costruire qualche trend di reportage sensazionalistico producendo immagini fuori dalle minime regole di una fotografia decente ha fatto una scelta: Quella di abbandonare il Fotoreportage e fare un’altra cosa.

Purtroppo questa scelta equivale spesso anche a quella di mangiare bistecche oppure cipolla.

Un caro saluto a tutti e grazie per il contributo ad un 3D tra i più interessanti.

Inviato da: __Claudio__ il Aug 5 2005, 03:34 PM

QUOTE(pas4191 @ Aug 5 2005, 02:50 PM)
................................................................................
................................ Occorre coerenza nella professione come nella vita e chi decide di rinunciare anche solo momentaneamente ad una integrità tecnica, per seguire o tentare di costruire qualche trend di reportage sensazionalistico producendo immagini fuori dalle minime regole di una fotografia decente ha fatto una scelta: Quella di abbandonare il Fotoreportage e fare un’altra cosa.

Purtroppo questa scelta equivale spesso anche a quella di mangiare bistecche oppure cipolla.

Un caro saluto a tutti e grazie per il contributo ad un 3D tra i più interessanti.
*



Non so se ho capito bene Valerio, se fosse altrimenti non tener conto di quel che sto per scrivere.
In effetti in questa discussione credo esca la convinzione di un po' tutti, che succeda esattamente il contrario e cioè che alla fine le cipolle se le mangia il reporter e le bistecche chi fa "altro" cerotto.gif

Inviato da: PAS il Aug 5 2005, 03:58 PM

QUOTE(__Claudio__ @ Aug 5 2005, 04:34 PM)
........alla fine le cipolle se le mangia il reporter e le bistecche chi fa "altro"


Certamente Claudio.
D’altronde quante volte scelte di coerenza ed integrità, fatte contro i gusti dominanti, producono anche un tornaconto economico?


Inviato da: gciavarella il Aug 5 2005, 05:43 PM

è vero ma a lungo andare non paga

vedi la fine di tante riviste patinate che continuano a perseguire falsi idoli diventando specchietti per le allodole e le cui vendite calano progressivamente

ma questo settore è abbastanza asfittico in italia. chi ricorda i mitici servizi di epoca o de il mondo (anni 70)?

Inviato da: __Claudio__ il Aug 5 2005, 06:14 PM

Purtroppo, data l'età cerotto.gif , li ricordo e anche con nostalgia. Purtroppo però proprio quelle gloriose testate hanno fatto una brutta fine proprio per la mancanza, e scusate se il mio giudizio può sembrare tranchant, per la mancanza di cultura dell'immagine di cui il nostro paese, forse più di altri, è afflitto.

Inviato da: gciavarella il Aug 5 2005, 07:02 PM

caro claudio ammettere che hai ragione è come darsi un cazzotto sai dove ma la realtà è quella che è

Inviato da: Bruno L il Aug 5 2005, 10:46 PM

QUOTE(__Claudio__ @ Aug 5 2005, 07:14 PM)
Purtroppo, data l'età cerotto.gif , li ricordo e anche con nostalgia. Purtroppo però proprio quelle gloriose testate hanno fatto una brutta fine proprio per la mancanza, e scusate se il mio giudizio può sembrare tranchant, per la mancanza di cultura dell'immagine di cui il nostro paese, forse più di altri, è afflitto.
*

A proposito di quelle testate, i reportage erano di decine di pagine, con grandi fotografie, (sempre data l'età biggrin.gif) mi sono rimasti impressi, per esempio, i servizi sui carrarmati sovietici a Praga nel '68, il Biafra, e tanti altri. Ma all'epoca il compito dell'informazione, della comunicazione spettava soprattutto alla stampa e quindi alla Fotografia. Oggi è il mezzo televisivo, internet, a riportarci gli avvenimenti di tutto il mondo in tempi reale. La mole immensa di immagini, (grazie anche alla facilità di produrle) e la velocità e quindi spesso l'approssimazione, per forza di cose, hanno modificato anche il linguaggio (spesso la qualità) non risparmiando, naturalmente, quello fotografico; ecco allora anche qui l'enfasi, la spettacolarizzazione.

un saluto e grazie per l'interessante spunto di riflessione, bella discussione! Pollice.gif

a presto
Bruno

Inviato da: PAS il Aug 6 2005, 02:23 PM

QUOTE(Bruno L @ Aug 5 2005, 11:46 PM)
......ecco allora anche qui l'enfasi, la spettacolarizzazione.


Prendo spunto dall’ultima frase di Bruno per aggiungere un aspetto sempre più evidente nei media attuali: il consumismo dell’informazione.
Notizie ed immagini vengono proposte e bruciate nel giro di breve tempo, con sempre meno possibilità di metabolizzarle e valutarle.
In questo vortice è evidente che ciò che viene proposto deve coprire il precedente e quindi competere con esso in sensazionalismo, se non superarlo.
Ecco che assistiamo all’inflazione dei termini superlativi e degli aggettivi rafforzativi: cado torrido, freddo polare, tutto esaurito,
E l’immagine, come parte integrante dell’informazione, segue ahimè lo stesso iter.



Opsss,
nota a margine:
Dal 3D sono spariti i più giovani e siamo trovati in tre: Claudio, Bruno ed il sottoscritto, quasi coetanei, a fare le stesse considerazioni.
Mio padre buonanima diceva:
c’è un momento nella vita in cui ti accorgerai di non essere più giovane, è quello nel quale proverai gusto nel ricordare il passato e criticare sempre più aspetti del presente.


Inviato da: TOAD il Aug 6 2005, 03:49 PM

QUOTE(__Claudio__ @ Aug 5 2005, 07:14 PM)
scusate se il mio giudizio può sembrare tranchant, per la mancanza di cultura dell'immagine di cui il nostro paese, forse più di altri, è afflitto.


Sarà anche tranchant, ma purtroppo, come dice gciavarella, è assolutamente vero.
Sono molti anni che frequento abbastanza la Francia, e devo dire che lì è tutta un'altra cosa. Senza toccare Parigi, in qualunque cittadina di provincia vedi atelier fotografici (non Lab...) e le vetrine delle librerie non mancano mai di qualche libro fotografico, più o meno interessante, ma tutto questo vuol dire che lì la cultura della nostra passione è ben presente.

QUOTE
Notizie ed immagini vengono proposte e bruciate nel giro di breve tempo, con sempre meno possibilità di metabolizzarle e valutarle.


Appunto perché manca la cultura, diversamente si saprebbe scegliere, metabolizzare e valutare con calma cosa che purtroppo con i ritmi di vita attuali (e non solo nelle grandi città) è molto difficile.

Faccio un esempio, riallacciandomi alla Francia e alle librerie che non credo sia O.T.
Pegaso aveva aperto in Sushi una discussione in merito alla biblioteca fotografica che ciascuno di noi possedeva o avrebbe voluto possedere. Abbiamo risposto forse in tre o quattro. Ora ritengo che con un libro fotografico puoi metabolizzare, almeno credo...
Se qualcuno invece dice che ha visto, che gli è parso , che forse tra un mese esce un nuovo obiettivo od un nuovo corpo macchina, il successo del 3D è assicurato!

Semplici constatazioni.

Un caro saluto

Toad




Inviato da: gciavarella il Aug 6 2005, 06:28 PM

non so se con i miei ormai prossimi 50 mi posso aggiungere a tanta vecchiaia tongue.gif mi piacerebbe.

io sono in una città di 150000 abitanti in cui trovare testi di fotografia se non qualche libro edulcorato è praticamente impossibile ed in cui le mostre di foto non si fanno.

il circolo fotografico locale grazie ad amici ha utilizzato un bar per pubblicizzare gli scatti.

la comprensione della fotografia si limita a quella matrimoniale

insomma un disastro e gli stessi fotografi professionisti fanno poco o niente per migliorare la situazione

ricordo che l'anno scorso a l'estartit, in spagna, l'esposizione di foto era normale, lo stesso accadeva in piccoli paesini greci e croati ignorando quello che ho visto in provenza

ci deve essere qualcosa che ci sfugge e che sfugge al nostro paese, ma vorrei evitare toni apocalittici

voglio solo ricordare che come istruttore di fotosub l'ultimo corso credo di averlo fatto nel 1998 ad un valido coetaneo unsure.gif

di sicuro occorre non demordere e perseverare. il forum a volte è come dice toad ma io ho visto altre discussioni interessanti a volte ripiegate su se stesse come quella sui metodi interpretativi in fotografia o su quali fotografi si ritenesse migliori (o si ammirasse), ricordo quello citato da toad, per cui l'interesse c'è e non può essere altrimenti. passando da word no word al life ed alla comprensione della qualità come asintoto irraggiugibile non si può non legarsi a questi temi.

poco prima di connettermi ho commentato con un amico fotosub (iscritto e non partecipante ahimè) i risultati di una gara del gran premio fipsas di fotosub in cui una delle foto premiate era chiaramente ritoccata (un lion fish in frontale con tutte le pinne dispiegate su un nero che più nero non si può) ed abbiamo commentato che quella era un'immagine non una foto ... ma questo sposterebbe l'argomento.

sicuramente ci sono art director che manipolano, spostano pali, fili e ... fino a quando è leggittimo ed è giusto non comunicarlo, non scriverlo, in altri paesi ho letto di ciò e da noi ...

Inviato da: mmfr il Aug 6 2005, 08:44 PM

Saluti a tutti
credo che il trend che prevede la spettacolarizzazione di tutto e di più , sia un fenomeno planetario o meglio, prevalentemente occidentale, purtroppo il fast food riguarda non solo l'hamburgher ma anche la stessa civiltà occidentale, in parecchie sue sfaccettature, e la fotografia, anche quando dovrebbe trattarsi di "semplice" informazione, "scarna" cronaca, ne risente...
Mi soffermerei però ,ancora una volta sull'aspetto meramente tecnico, perchè poi alla fine di quello che combina un mediaset qualunque o un rotocalco che produce spazzatura a noi poco interessa...credo che a noi interessi maggiormente avere, nel momento in cui per gioco o per...il forum o per qualunque motivo possibile, ci troviamo a scattare foto con l'idea di costruire un reportage fotogiornalistico , le idee chiare , su cosa è meglio o possibile o corretto fare.
Intanto se non è possibile "studiare" sui libri , cercare di farsi una cultura in rete, andando di tanto in tanto a visitare qualche sito che nasce con il fotogiornalismo...ad esempio il sito dell'agenzia http://www.magnumphotos.com/c/htm/TreePfTop_MAG.aspx?Stat=Menu_Photographers&E=A_29YL53DLU3P&V=Photographers

Vi invito a confrontare le immagni di Eugene Richards pubblicate nel libro http://www.magnumphotos.com/c/htm/FramerT_MAG.aspx?Stat=Portfolio_DocThumb&V=CDocT&E=2K7O3RBGPF1C&DT=ALB,con quelle di Antoine D'Agata nel libro http://www.magnumphotos.com/c/htm/FramerT_MAG.aspx?Stat=Portfolio_DocThumb&V=CDocT&E=2TYRYDACN87S&DT=ALB (attenzione ci sono delle immagini molto forti), poi date un'occhiata a Werner Bischof nel libro http://www.magnumphotos.com/c/htm/FramerT_MAG.aspx?Stat=Portfolio_DocThumb&V=CDocT&E=2TYRYD1DEOZ5&DT=ALB, infine le immagini di Steve McCurry nel libro http://www.magnumphotos.com/c/htm/FramerT_MAG.aspx?Stat=Portfolio_DocThumb&V=CDocT&E=2K7O3RBEJ1IM&DT=ALB

le differenze di stile e di impatto sono enormi , ma la sensazione di verità secondo voi dove si coglie maggiormente.... e quindi tornando al nostro piccolo mondo di fotoamatori "evoluti" (chissà che cosa avrebbe pensato Charles Darwin dell'evoluzione del fotografo smile.gif ), voi come affrontereste il tema "reportage fotogiornalistico"?

salut

marco
mmfr

Inviato da: gciavarella il Aug 7 2005, 08:10 AM

grazie dei link, pieni di fascino e di foto eccellenti, personalmente preferisco Richards, Bishof e McCurry

Bishof è un classico
Richards straordinario
McCurry dimostra che il colore non ha limiti

D'Agata, niente da dire sulle foto, ma manifestano uno stato di disagio a "prescindere", insomma sono disagio generale non so se possono raccontare una situazione, insomma sono foto che prescindono dal luogo geografico

Il topos non appare (anche in qualcuna di Richards accade), ma non è forse questo parte del racconto nel fotogiornalismo?

Per la tua domanda ... cacchio (si può dire?!) che domanda, tocca riflettere

ciao e grazie.gif

Inviato da: gciavarella il Aug 7 2005, 09:03 AM

si potrebbe fare un esperimento riguardando l'interpretazione del tema in un libro sulla grecia che ho ritrovato nel sito magnum "12 Magnum Photographers in Contemporary Greece"
qual'è il fotografo che meglio descrive la grecia contemporanea?
insomma chi dei 12 fa un fotogiornalismo descrittivo senza la sindrome segnalata da Giansanti?

ps: non riesco a trovare il libro di Giansanti ... mi date qualche dritta

Inviato da: gciavarella il Aug 7 2005, 09:08 AM

sempre in magnum girellando foto n.9 portfolio Paolo Pellegrin sulla libia, credo che sia quella che meglio interpreta il pensiero di Giansanti

Inviato da: TOAD il Aug 12 2005, 11:35 AM

QUOTE(gciavarella @ Aug 7 2005, 10:03 AM)
ps: non riesco a trovare il libro di Giansanti ... mi date qualche dritta


Dopo averlo visto e dopo questo 3D non potevo che comprarlo. Finora non l'ho trvato. Esaurito! Va bene che è agosto, ma qui a Torino di posti ce ne sono diversi aperti. Meglio così, però, da un certo punto di vista. Dovessi trovarlo ti faccio un fischio. Po vedremo come fare.

Un caro saluto

Guido

Inviato da: gciavarella il Aug 12 2005, 04:47 PM

l'ho trovato su internet .... ma non mi hanno risposto della disponibilità dry.gif

Inviato da: TOAD il Nov 17 2005, 06:34 PM

Riporto a galla questo thread, avendo letto, come tutti voi
, credo, http://www.nital.it/sguardi/36/giansanti.php.
Non commento, perché sono d'accordo quasi su tutto.

"Just to be informed" per chi non lo avesse ancora letto.

Un caro saluto

Guido


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