QUOTE(fabri67 @ Jan 29 2007, 04:46 PM)
Il tuo discorso Manovi in un certo senso è giusto, anzi non fa una piega, ma a Giorgio quello che interessa è avvicinare la visione a monitor il più fedele possibile alla stampa, sicuramente non la stampa non sarà uguale al monitor ma ci si può andare molto vicini, e da quello che ho capito a Giorgio non interessano tante teorie tecniche, ma vorrebbe cercare di vedere quello che poi otterrà in stampa.
Ciao
Vedi, il problema è che si pensa che il monitor debba essere UGUALE alla stampa (altrimenti che WYSIWYG sarebbe con il digitale?)
INVECE NO!
Il monitor serve a fornire un'immagine NEUTRA ed EQUILIBRATA ma NON PUO' fornire un'immagine uguale o simile alla stampa. Proprio perchè i media sono diversi (carta e inchiostro o carta sensibile e elementi fotoemettitori retroilluminati) e perche la modalità di visione è diversa (riflessione e retroilluminazione).
QUOTE(fabri67 @ Jan 29 2007, 04:46 PM)
Perciò per esperienza la soluzione più consona è proprio quella di stampare un file con diverse tonalità, includendo anche una scala cromatica ed effettuare una calibrazione tra monitor e stampa, cosa tra l'altro che viene fatta in tanti settori, litografie, fotolito ecc... dove si calibra monitor, prova colore o cromalin, e macchina da stampa, il tutto con l'aiuto di un densitometro e nel caso della macchina da stampa calcolando anche l'ingrossamento del punto che può variare da macchina a macchina.
Ti assicuro che funziona tutto a meraviglia
La calibrazione che tu citi è LOCALE alla singola periferica e NON serve a renderle UGUALI ma a compensare le SINGOLE discrepanze tra una periferica CAMPIONE (o una stampa campione) e l'esemplare da calibrare.
Tanto è vero che non esiste una calibrazione che COMPRENDA MONITOR e STAMPANTE "ASSIEME" ma vengono CALIBRATE SEPARATAMENTE verso uno STANDARD COMUNE (che tanto è più corrispondente tra loro quanto più la periferica è di qualità). Tra l'altro le sonde sono di tipo diverso a seconda della periferica e di quello che misurano (schermo o stampa).
Gli spazi colore riproducibili dalle diverse periferiche (scanner, monitor, stampante e anche macchina digitale) sono diversi e calibrare "per confronto diretto" servirebbe solo a limitare le capacità della singola periferica.
Il funzionamento "a meraviglia" (che è molto relativo e la proof valida è quella di stampa) è tale se le singole periferiche sono calibrate correttamente e sono di qualità. Ma non si calibra un monitor mettendoci vicino la stampa (altrimenti le sonde cosa misurerebbero?).
Ripetiamo: la stampa va verificata con una luce di prova calibrata e non usando la normale luce di casa e metttendo la stampa vicino al monitor. Se cambio stanza e/o cambio lampadina, la stampa assume una dominante diversa. Che faccio, ricalibro il monitor x stanza?
Spero di essere stato chiaro.
Saluti