Mi sono comunque già munito di spazzolino e sapone di marsiglia,
Urca, addirittura! Nel senso che prevedi brandelli di emulsione nei solchi della spirale (a proposito, usi spirali di metallo o di plastica?)

Io sarei tentato dall'acquisto di una tank con spirale in metallo (hanno, tra l'altro, un sistema di "tappo" più comodo, tipo le vecchie Paterson (non so se qualcuno le ricorda).
Buonasera, amici del 3D!
Domenica notte ho finalmente sviluppato, asciugato, ritagliato ed inserito nei pergamini i miei primi 4 rullini di Efke KB100 (formato 35 mm. - rullo da 30 mt. - emulsione n° 111015).
E' una pellicola effettivamente diversa da quelle in B&W che ho sino ad oggi utilizzato (Ilford e Kodak), a cominciare dal supporto: è molto più sottile e di colore grigio chiaro, in una certa misura difficile da maneggiare a cominciare dal caricamento nelle spirali della tank.
Alla fine, comunque, non ho incontrato problemi insormontabili, quali l'inceppamento, e sono andato avanti con il seguente WF:
- temperatura dei bagni: 20° C, come consigliato dalla casa produttrice:
- rivelatore: Kodak D-76, diluizione 1+1, tempo 10', come consigliato dalla casa produttrice;
- primo lavaggio in acqua, senza bagno di arresto, come consigliato dalla casa produttrice;
- fissaggio: Ilford Rapid Fixer, diluizione 1+4, tempo 7' & 30", come consigliato ... da me medesimo
!
- lavaggio finale in acqua corrente per 20'
- bagno in imbibente Tetenal Mirasol 2000 Antistatic, tempo 60".
Non ho usato il bagno indurente, nonostante sia vivamente consigliato dalla casa produttrice, perchè non sono riuscito a reperirlo per tempo.
Imprevisti: mentre la pellicola era sottoposta al lavaggio finale, a mia insaputa la mia signora ha acceso l'impianto di riscaldamento, servito dalla stessa caldaia del'impianto sanitario; il miscelatore ha perso quindi la temperatura, che in pochi secondi è passata da 20° a 26° e, durante i miei disperati tentativi di aggiustamento, è scesa poi a 17° per risalire infine a 20°, stabilizzandosi
Anche qui, non so se per capacità di resistenza intrinseca della pellicola o per pura fortuna, nessun danno, niente reticolatura, nemmeno osservando i fotogrammi alla lente contafili
.
Le immagini che posto per dare un'idea dei risultati che questa pellicola offre sono state tutte realizzate con:
- Nikon FM3a
- Nikkor Zoom 28-50 AIs /f. 3,5
- Gossen Profisix con aggiuntivo Profi-Lux per lettura incidente ed aggiuntivo Profi-Spot per lettura riflessa
- Filtro Cokin P003 Red (fattore +2), solo per alcune immagini
- Nikon Coolscan V ED con NikonScan 4.0
Ho volutamente ricercato sia situazioni in luce diffusa che con forti scarti di luminosità per metterne in luce pregi e difetti.
La forcella è stata realizzata mantenendo fisso il diaframma e variando i tempi di esposizione, per non introdurre ulteriori variabili determinate dalla diversa resa dell'obiettivo alle diverse aperture.
Nessuna postproduzione, salvo che per una piccola regolazione di input ed output dei bianchi e dei neri in fase di scansione.
Gerace (RC), piccolo borgo medievale della Locride
Esposizione standard (luce incidente)
Ingrandimento full detail : 143.1 KB
-1 EV
Ingrandimento full detail : 142.5 KB
+1 EV
Ingrandimento full detail : 135.9 KB
Porto di Palermo
Esposizione standard (lettura spot 1° sul "veliero in legno")
Ingrandimento full detail : 137.1 KB
-1 EV
Ingrandimento full detail : 135.1 KB
+1 EV
Ingrandimento full detail : 144.3 KB
Esposizione standard (lettura spot 1° sulla struttura in legno)
Ingrandimento full detail : 84.9 KB
-1 EV
Ingrandimento full detail : 97.4 KB
+1 EV
Ingrandimento full detail : 71 KB
Portella delle Ginestre, comune di Piana degli Albanesi (PA), tutte con filtro Cokin P003 Red
Esposizione standard (luce incidente)
Ingrandimento full detail : 188.9 KB
-1 EV
Ingrandimento full detail : 185.1 KB
+1 EV
Ingrandimento full detail : 211.1 KB
Le mie conclusioni personali:
Le vecchie formule Adox danno effettivamente l'impressione di usare un "old film", la maggiore quantità di argento c'è e si vede; è quindi molto sensibile allo sporco ed ai grani di polvere sulla lente e sul filtro (nelle immagini scattate con il Cokin P003 si vede con chiarezza che non lo avevo pulito a fondo).
In condizioni di luce diffusa, la pellicola domostra inoltre di incassare abbastanza bene sia la sottoesposizione che la sovraesposizione.
Secondo me può essere una valida e più economica alternativa ad alcune delle più note e blasonate pellicole tradizionali Ilford e Kodak, e la gamma tonale - non so se nelle immagini preparate per il post si nota, ma vi assicuro che osservandola con la lente contafili è così - è veramente estesa.
Considerata la delicatezza del supporto e dell'emulsione, è vivamente consigliato il bagno indurente, come raccomandato dalla casa produttrice.
Ciao, Rob!
Vecchio spazzolino da denti e sapone di marsiglia per pulire i solchi della spirale dai residui di oltre 25 anni di bagni chimici!
Uso spirali di plastica, che sono più soggette al deposito di residui ma sono garantite come inerti rispetto ai prodotti chimici, contrariamente a quelle di metallo.
Buona Nikon a te ed alle prossime con la Fomapan!
Vincenzo
P.S.: se per pura combinazione alcune (anche solo una) delle immagini vi sono piaciute, potete anche farmelo sapere ... non mi offendo!
Domenica notte ho finalmente sviluppato, asciugato, ritagliato ed inserito nei pergamini i miei primi 4 rullini di Efke KB100 (formato 35 mm. - rullo da 30 mt. - emulsione n° 111015).
E' una pellicola effettivamente diversa da quelle in B&W che ho sino ad oggi utilizzato (Ilford e Kodak), a cominciare dal supporto: è molto più sottile e di colore grigio chiaro, in una certa misura difficile da maneggiare a cominciare dal caricamento nelle spirali della tank.
Alla fine, comunque, non ho incontrato problemi insormontabili, quali l'inceppamento, e sono andato avanti con il seguente WF:
- temperatura dei bagni: 20° C, come consigliato dalla casa produttrice:
- rivelatore: Kodak D-76, diluizione 1+1, tempo 10', come consigliato dalla casa produttrice;
- primo lavaggio in acqua, senza bagno di arresto, come consigliato dalla casa produttrice;
- fissaggio: Ilford Rapid Fixer, diluizione 1+4, tempo 7' & 30", come consigliato ... da me medesimo

- lavaggio finale in acqua corrente per 20'
- bagno in imbibente Tetenal Mirasol 2000 Antistatic, tempo 60".
Non ho usato il bagno indurente, nonostante sia vivamente consigliato dalla casa produttrice, perchè non sono riuscito a reperirlo per tempo.
Imprevisti: mentre la pellicola era sottoposta al lavaggio finale, a mia insaputa la mia signora ha acceso l'impianto di riscaldamento, servito dalla stessa caldaia del'impianto sanitario; il miscelatore ha perso quindi la temperatura, che in pochi secondi è passata da 20° a 26° e, durante i miei disperati tentativi di aggiustamento, è scesa poi a 17° per risalire infine a 20°, stabilizzandosi

Anche qui, non so se per capacità di resistenza intrinseca della pellicola o per pura fortuna, nessun danno, niente reticolatura, nemmeno osservando i fotogrammi alla lente contafili

Le immagini che posto per dare un'idea dei risultati che questa pellicola offre sono state tutte realizzate con:
- Nikon FM3a
- Nikkor Zoom 28-50 AIs /f. 3,5
- Gossen Profisix con aggiuntivo Profi-Lux per lettura incidente ed aggiuntivo Profi-Spot per lettura riflessa
- Filtro Cokin P003 Red (fattore +2), solo per alcune immagini
- Nikon Coolscan V ED con NikonScan 4.0
Ho volutamente ricercato sia situazioni in luce diffusa che con forti scarti di luminosità per metterne in luce pregi e difetti.
La forcella è stata realizzata mantenendo fisso il diaframma e variando i tempi di esposizione, per non introdurre ulteriori variabili determinate dalla diversa resa dell'obiettivo alle diverse aperture.
Nessuna postproduzione, salvo che per una piccola regolazione di input ed output dei bianchi e dei neri in fase di scansione.
Gerace (RC), piccolo borgo medievale della Locride
Esposizione standard (luce incidente)

-1 EV

+1 EV

Porto di Palermo
Esposizione standard (lettura spot 1° sul "veliero in legno")

-1 EV

+1 EV

Esposizione standard (lettura spot 1° sulla struttura in legno)

-1 EV

+1 EV

Portella delle Ginestre, comune di Piana degli Albanesi (PA), tutte con filtro Cokin P003 Red
Esposizione standard (luce incidente)

-1 EV

+1 EV

Le mie conclusioni personali:
Le vecchie formule Adox danno effettivamente l'impressione di usare un "old film", la maggiore quantità di argento c'è e si vede; è quindi molto sensibile allo sporco ed ai grani di polvere sulla lente e sul filtro (nelle immagini scattate con il Cokin P003 si vede con chiarezza che non lo avevo pulito a fondo).
In condizioni di luce diffusa, la pellicola domostra inoltre di incassare abbastanza bene sia la sottoesposizione che la sovraesposizione.
Secondo me può essere una valida e più economica alternativa ad alcune delle più note e blasonate pellicole tradizionali Ilford e Kodak, e la gamma tonale - non so se nelle immagini preparate per il post si nota, ma vi assicuro che osservandola con la lente contafili è così - è veramente estesa.
Considerata la delicatezza del supporto e dell'emulsione, è vivamente consigliato il bagno indurente, come raccomandato dalla casa produttrice.
Urca, addirittura! Nel senso che prevedi brandelli di emulsione nei solchi della spirale (a proposito, usi spirali di metallo o di plastica?) 

Ciao, Rob!
Vecchio spazzolino da denti e sapone di marsiglia per pulire i solchi della spirale dai residui di oltre 25 anni di bagni chimici!
Uso spirali di plastica, che sono più soggette al deposito di residui ma sono garantite come inerti rispetto ai prodotti chimici, contrariamente a quelle di metallo.
Buona Nikon a te ed alle prossime con la Fomapan!
Vincenzo
P.S.: se per pura combinazione alcune (anche solo una) delle immagini vi sono piaciute, potete anche farmelo sapere ... non mi offendo!

Ottimo, Vincenzo! Grazie per questo interessantissimo post.
Credo che proprio questo sia lo spirito del 3D: mostrare e confrontare i risultati: solo così, credo, è possibile condividere un'esperienza che diventa anche scuola per tutti.
Nelle prime tre immagini, mi sono soffermato soprattutto sulla resa delle nuvole e, per il mio gusto, quelle con -1EV sono le migliori.
Nell'ultima, sono indeciso fra esposizione standard e +1EV (anche se le rocce in primo piano forse sparano un po' troppo).
Comunque il set è molto interessante e spero di vederne molti altri con pellicole e sviluppi diversi, in questa discussione.
Intanto mi procurero' il bagno indurente, poiché credo sia insispensabile anche per le Foma.
Credo che proprio questo sia lo spirito del 3D: mostrare e confrontare i risultati: solo così, credo, è possibile condividere un'esperienza che diventa anche scuola per tutti.
Nelle prime tre immagini, mi sono soffermato soprattutto sulla resa delle nuvole e, per il mio gusto, quelle con -1EV sono le migliori.
Nell'ultima, sono indeciso fra esposizione standard e +1EV (anche se le rocce in primo piano forse sparano un po' troppo).
Comunque il set è molto interessante e spero di vederne molti altri con pellicole e sviluppi diversi, in questa discussione.
Intanto mi procurero' il bagno indurente, poiché credo sia insispensabile anche per le Foma.
ripesco questo interessante thread di Roberto per proporvi una "domanda" sull'allestimento della c.o./categoria accessori fai da te
Vorrei costruire una vasca termostatata 150x50x20 ( l*l*h mis. minime) dove poter immergere a b.maria chimici e bacinelle, e lavorare in tutta tranquillità soprattutto in fase di stampa e durante gli sviluppi stand; senza dover controllare ogni minuto il termometro e saltabeccare continuamente tra lavatoio e piano di lavoro.
Scarterei l'acquisto di scaldabacinelle (costi spropositati per il nuovo, difficile reperibilità dell'usato, poca praticità) tanto più la loro costruzione (serpentine e circuiti elettrici vari, a mio avviso, non ne vale la pena), tappetini riscaldanti per terrari e quant'altro...
Torniamo alla vasca. Il progetto non è nuovo, semplice quanto (spero) efficace: il classico termostato a immersione (per acquari) che con l'aiuto di una pompa garantisce temperatura costante all'interno del "trogolo" .
Quanto alla costruzione permane il dubbio sulla scelta dei materiali:
- legno.. conseguente impermeabilizzazione con resina liquida e fogli in fibra di vetro.
- plastica.. meno lavoro, ma dove lo trovo un contenitore così grande e resistente senza spendere una follia?!
Cerco idee, consigli, conferme...
Saluti
Enrico
Messaggio modificato da DDS il Mar 10 2012, 07:12 PM
Vorrei costruire una vasca termostatata 150x50x20 ( l*l*h mis. minime) dove poter immergere a b.maria chimici e bacinelle, e lavorare in tutta tranquillità soprattutto in fase di stampa e durante gli sviluppi stand; senza dover controllare ogni minuto il termometro e saltabeccare continuamente tra lavatoio e piano di lavoro.
Scarterei l'acquisto di scaldabacinelle (costi spropositati per il nuovo, difficile reperibilità dell'usato, poca praticità) tanto più la loro costruzione (serpentine e circuiti elettrici vari, a mio avviso, non ne vale la pena), tappetini riscaldanti per terrari e quant'altro...
Torniamo alla vasca. Il progetto non è nuovo, semplice quanto (spero) efficace: il classico termostato a immersione (per acquari) che con l'aiuto di una pompa garantisce temperatura costante all'interno del "trogolo" .
Quanto alla costruzione permane il dubbio sulla scelta dei materiali:
- legno.. conseguente impermeabilizzazione con resina liquida e fogli in fibra di vetro.
- plastica.. meno lavoro, ma dove lo trovo un contenitore così grande e resistente senza spendere una follia?!
Cerco idee, consigli, conferme...
Saluti
Enrico
Messaggio modificato da DDS il Mar 10 2012, 07:12 PM
Certo che 150 cm sono tanti... a suo tempo avevo trovato delle ottime bacinelle di dimensioni piuttosto grandi, mi pare di 70/75 cm lato lungo, presso un distributore di prodotti chimici ed accessori per laboratori chimici e di analisi. E costavano molto meno delle corrispondenti per uso fotografico. A Roma uno si trovava vicino all'università (La Sapienza), ma non so se esiste ancora.
Se non risolvi con la plastica (già pronto), per l'autocostruzione puoi provare col vetro, sigillato con silicone (tipo acquario), oppure meglio con il metacrilato (plexiglass) sigillato con l'apposito collante o ancor meglio col cloroformio (difficile da trovare). Per il metacrilato tagliato a misura e insistendo un po' anche per il cloroformio puoi cercare presso qualche ditta che fabbrica insegne per negozi. Al limite te lo fai incollare direttamente da loro. Non credo che ti chiedano uno sproposito.
Spero di esserti stato utile.
Saluti
Pietro
Se non risolvi con la plastica (già pronto), per l'autocostruzione puoi provare col vetro, sigillato con silicone (tipo acquario), oppure meglio con il metacrilato (plexiglass) sigillato con l'apposito collante o ancor meglio col cloroformio (difficile da trovare). Per il metacrilato tagliato a misura e insistendo un po' anche per il cloroformio puoi cercare presso qualche ditta che fabbrica insegne per negozi. Al limite te lo fai incollare direttamente da loro. Non credo che ti chiedano uno sproposito.
Spero di esserti stato utile.
Saluti
Pietro
Certo che 150 cm sono tanti... a suo tempo avevo trovato delle ottime bacinelle di dimensioni piuttosto grandi, mi pare di 70/75 cm lato lungo, presso un distributore di prodotti chimici ed accessori per laboratori chimici e di analisi. E costavano molto meno delle corrispondenti per uso fotografico. A Roma uno si trovava vicino all'università (La Sapienza), ma non so se esiste ancora.
Se ti riferisci al negozietto all'angolo fra Via dei Ramni e Via dei Luceri (di fronte al retro del palazzo del CNR), pieno di provette, contenitori graduati e alambicchi ... esiste ancora ed è aperto tutti i giorni

Ciao,
Francesco
Tutt'ora anch'io mi arrangio con le "matrioske" vasca piccola dentro vasca grande. E' ora di fare un piccolo/grande passo verso la praticità .
Il vetro forse è troppo delicato e pesante in previsione di eventuali spostamenti.
Il plexiglass è un'ottima idea.. certo dovrei ricorrere a spessori importanti per evitare che fletta viste le dimensioni (le misure credo aumenteranno ulteriormente per ospitare almeno 4 bacinelle 40x30). O ceda del tutto.. parliamo di una portata (a pieno carico) > di 150 l. d'acqua..
Altrimenti, per evitare problemi, potrei incassarlo in una struttura in legno e, a quel punto, rimanere sui 5mm. Suona bene, magari anche estraibile, mi piace
!
A dire il vero avevo anche pensato al bitume liquido da colare direttamente sulla superficie (parliamo di legno), ma non mi convince.. oltretutto ha una finitura porosa difficile da pulire.
Dunque struttura in legno+plexiglass oppure legno+vetroresina. Sempre in alternativa a soluzioni pronto uso.
Quanto al negozio... buono, anzi ottimo a sapersi. Ho già dato un'occhiata al sito.
Un saluto Pietro, ciao Francesco! Grazie!
Enrico
Il vetro forse è troppo delicato e pesante in previsione di eventuali spostamenti.
Il plexiglass è un'ottima idea.. certo dovrei ricorrere a spessori importanti per evitare che fletta viste le dimensioni (le misure credo aumenteranno ulteriormente per ospitare almeno 4 bacinelle 40x30). O ceda del tutto.. parliamo di una portata (a pieno carico) > di 150 l. d'acqua..
Altrimenti, per evitare problemi, potrei incassarlo in una struttura in legno e, a quel punto, rimanere sui 5mm. Suona bene, magari anche estraibile, mi piace

A dire il vero avevo anche pensato al bitume liquido da colare direttamente sulla superficie (parliamo di legno), ma non mi convince.. oltretutto ha una finitura porosa difficile da pulire.
Dunque struttura in legno+plexiglass oppure legno+vetroresina. Sempre in alternativa a soluzioni pronto uso.
Quanto al negozio... buono, anzi ottimo a sapersi. Ho già dato un'occhiata al sito.
Un saluto Pietro, ciao Francesco! Grazie!

Enrico
Se ti riferisci al negozietto all'angolo fra Via dei Ramni e Via dei Luceri (di fronte al retro del palazzo del CNR), pieno di provette, contenitori graduati e alambicchi ... esiste ancora ed è aperto tutti i giorni
Ciao,
Francesco

Ciao,
Francesco
Si, si ... è proprio quello !

Ci avevo comprato anche provette e bricchi graduati per preparare sviluppi per pellicole e carte... E poi i termometri e tutto ad un costo molto inferiore a quelli dei negozi specializzati per foto.
@ DDS: con quelle dimensioni sicuramente serve anche una struttura di supporto... Anche l'idea della vetroresina è buona, ma personalmente non l'ho mai usata... Il plexiglass si, ma solo per cose un bel po' più piccole.
Saluti
Pietro
Dovrebbero esistere taniche tipo i classici bidoni del petrolio ma a sezione rettangolare invece che tonda, da tagliare esattamente in due lungo l'asse maggiore: con le misure dovremmo esserci, più o meno.
Sono contenitori per il trasporto di sostanze chimiche varie: il problema può essere l'acquisto di un'unica unità.
Prova a chiedere in un grosso rivenditore di materie plastiche.
Ingrandimento full detail : 7.8 KB
Sono contenitori per il trasporto di sostanze chimiche varie: il problema può essere l'acquisto di un'unica unità.
Prova a chiedere in un grosso rivenditore di materie plastiche.

Ecco, sì, sto facendo un giro on-line alla ricerca di grossi rivenditori che abbiano in catalogo quante più tipologie di contenitori in plastica (dalle cassette, alle cisterne passando per i taniconi giganti e fusti di stoccaggio). Questa ad esempio potrebbe andare, da usare in coppia (sviluppo/arresto | fissaggiox2). Se non dovessi trovare nulla a prezzi vantaggiosi mi farò un giro quì intorno per discariche a cercare un serbatoio da segare, utile perchè tra l'altro ha già di suo il rubinetto di scolo.
Ciao Roberto, grazie del passaggio.
Buona domenica a tutti!
Messaggio modificato da DDS il Mar 11 2012, 10:39 AM
Ciao Roberto, grazie del passaggio.
Buona domenica a tutti!
Messaggio modificato da DDS il Mar 11 2012, 10:39 AM
Buonsasera a tutti,
avete valutato una vaschetta da bagno per bimbi?
Non sono rettangolari ma costano poco e sono facili da reperire.
Saluti
Marco
avete valutato una vaschetta da bagno per bimbi?
Non sono rettangolari ma costano poco e sono facili da reperire.
Saluti
Marco
Io volevo condividere con voi il successo del mio primo sviluppo di diapositiva a colore, con kit tetenal 3Bagni procedimento E6 in patterson tank
La pellicola è una AgfaCT 100 , qui rifotografata con D700 e 105mm micro.
La cosa critica è appunto la temperatura, ma usando un termometro digitale a sonda (10 euro sulla baia) e una grande tanica d'acqua come bagno termostatico... in 20 minuti è venuta fuori!
Ingrandimento full detail : 235.5 KB
La pellicola è una AgfaCT 100 , qui rifotografata con D700 e 105mm micro.
La cosa critica è appunto la temperatura, ma usando un termometro digitale a sonda (10 euro sulla baia) e una grande tanica d'acqua come bagno termostatico... in 20 minuti è venuta fuori!
