Ieri ho scattato alcune foto, chissà perchè mi è venuta in mente che alcune sarebbero state bene elaborate con pellicola fotomeccanica.
Quella pellicola era usata nella grafica ed aveva la particolarità di essere ad altissimo contrasto per cui, con un paio di passaggi, si riusciva ad ottenere delle foto con praticamente solo bianchi e neri insomma, una sorta di effetto grafico.
Ho preso quella immagine e ho aumentato man mano i contrasti nei mezzi toni, prima in ACR e poi in CS4, alla fine ho convertito tutto in BN.
Il risultato è stato questo

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Messaggio modificato da Gian Carlo F il Nov 17 2012, 01:44 PM
Quella pellicola era usata nella grafica ed aveva la particolarità di essere ad altissimo contrasto per cui, con un paio di passaggi, si riusciva ad ottenere delle foto con praticamente solo bianchi e neri insomma, una sorta di effetto grafico.
Ho preso quella immagine e ho aumentato man mano i contrasti nei mezzi toni, prima in ACR e poi in CS4, alla fine ho convertito tutto in BN.
Il risultato è stato questo

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Messaggio modificato da Gian Carlo F il Nov 17 2012, 01:44 PM
Certo che me la ricordo! e tu sei stato bravo ad ottenere questo risultato
ecco un'altra immagine, la tecnica pian piano si affina......

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per arrivare a questo risultato ho saturato molto i colori, usato moltissimo le curve in Cs4, la conversione in BN la ho fatta alla fine. L'immagine a colori prima della conversione si presentava più o meno così.

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Messaggio modificato da Gian Carlo F il Nov 18 2012, 08:44 AM


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per arrivare a questo risultato ho saturato molto i colori, usato moltissimo le curve in Cs4, la conversione in BN la ho fatta alla fine. L'immagine a colori prima della conversione si presentava più o meno così.

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Messaggio modificato da Gian Carlo F il Nov 18 2012, 08:44 AM
La seconda è indubbiamente più gradevole.

Gian Carlo, per un attimo ho risentito l'odore della pellicola.
Bravo....... ti ricopierò e proverò
Ciao
Bravo....... ti ricopierò e proverò
Ciao
La seconda è indubbiamente più gradevole. 

Grazie per il parere, anche a me piace di pù
Gian Carlo, per un attimo ho risentito l'odore della pellicola.
Bravo....... ti ricopierò e proverò
Ciao
Bravo....... ti ricopierò e proverò
Ciao
Grazie!
L'odore della pellicola e degli acidi... e chi se li scorda

Son molto ignorante, mi dici in modo piu preciso come e dove veniva usata questa pellicola? Era usata nella preparazione dei processi litografici?
Son molto ignorante, mi dici in modo piu preciso come e dove veniva usata questa pellicola? Era usata nella preparazione dei processi litografici?
Credo di si, era pellicola piana (in fogli) che si trovava nei negozi di fotografia ben forniti.
Aveva la caratteristica di essere molto contrastata ed ortocromatica (non era sensibile alla luce rossa o giallo-verde della camera oscura).
In pratica ne ritagliavi un pezzetto poco più grande del fotogramma e, la esponevi a contatto col tuo negativo, cioè facevi un sandwich
sotto la fotomeccanica
sopra il tuo negativo
ancora sopra un vetrino per schiacciare le due pellicole.
Sviluppavi e fissavi, ottenevi così una bella diapositiva in BN ben contrastata....
Dopo l'asciugatura ripetevi il processo con quella dia + nuova pellicola fotomeccanica e, in genere, era sufficiente ad avere un nuovo negativo ad altissimo contrasto, praticamente di soli bianchi e neri, con quello poi stampavi la foto.
Praticamente ci volevano 3 giorni

Io la usavo per la produzione (amatoriale) di circuiti stampati, con esposizione a contatto da base disegnata con trasferibili e pennarello nero su lucido, oppure con ingranditore per basi fotocopiate/fotografate da riviste specializzate. Il rame ricoperto da una sottile pellicola fotosensibile veniva sciolto solo in determinate zone (sensibilizzate o meno dalla luce): secondo il tipo di fotosensibilizzazione (positiva o negativa) si doveva procedere ad invertire il master fotografico con nuova esposizione (stavolta per contatto, era già delle dimensioni effettive).
Non so quanto sia stata chiara la mia esposizione, ho fatto fatica a rileggermi ....
Non so quanto sia stata chiara la mia esposizione, ho fatto fatica a rileggermi ....

Io la usavo per la produzione (amatoriale) di circuiti stampati, con esposizione a contatto da base disegnata con trasferibili e pennarello nero su lucido, oppure con ingranditore per basi fotocopiate/fotografate da riviste specializzate. Il rame ricoperto da una sottile pellicola fotosensibile veniva sciolto solo in determinate zone (sensibilizzate o meno dalla luce): secondo il tipo di fotosensibilizzazione (positiva o negativa) si doveva procedere ad invertire il master fotografico con nuova esposizione (stavolta per contatto, era già delle dimensioni effettive).
Non so quanto sia stata chiara la mia esposizione, ho fatto fatica a rileggermi ....
Non so quanto sia stata chiara la mia esposizione, ho fatto fatica a rileggermi ....

chiarissima, non conoscevo questo utilizzo, grazie del contributo

ciao, l'ho usata per 30 anni in litografia era la pellicola base per tutto e anche in seguito la carta con le stesse caratteristiche. certo l'odore degli acidi può essere romantico, ma ti assicuro che a dopo tanto tempo non li rimpiango
ciao
ciao
ciao, l'ho usata per 30 anni in litografia era la pellicola base per tutto e anche in seguito la carta con le stesse caratteristiche. certo l'odore degli acidi può essere romantico, ma ti assicuro che a dopo tanto tempo non li rimpiango
ciao
ciao
Ti credo!!
Mi fai venire in mente altri odori, quello dell'ammoniaca quando portavi i disegni tecnici (lucidi) a farne delle copie....
Quando si stampa una volta ogni 15gg, o al mese, allora si possono rimpiangere, ma conviverci in 30 anni di lavoro penso proprio di no

QUOTE
Mi fai venire in mente altri odori, quello dell'ammoniaca quando portavi i disegni tecnici (lucidi) a farne delle copie....
....di quelli li ne ho fatti centinaia ........una schifezza.......
....di quelli li ne ho fatti centinaia ........una schifezza.......
A Genova c'era un laboratorio al Largo Zecca, proprio vicino al cinema.....
Ps:
quì a fianco alla mia scrivania, ho un bellissimo tecnigrafo Zucor degli anni '50 (lo usava mio padre e poi, un po' anche io), guai a chi me lo tocca!
L'ho usata varie volte per realizzare "disegni a tratto": stampavo un negativo b/n su pellicola fotomeccanica (tipicamente 13x18) e poi ne facevo una copia a contatto; in tal modo ottenevo un positivo+negativo identici (più o meno) che mettevo a registro e interponendo una pellicola completamente trasparente (sviluppata senza averla esposta) realizzavo un sandwich che rendevo solidale (scotch). A questo punto, illuminando radialmente il sandwich, ottenevo l'immagine del solo contorno di quanto fotografato (il tutto direttamente su carta oppure su pellicola sempre 13x18 per successive stampe, anche di grande formato!).
Bei ricordi ...
Saluti a tutti
Diego
Bei ricordi ...
Saluti a tutti
Diego
L'ho usata varie volte per realizzare "disegni a tratto": stampavo un negativo b/n su pellicola fotomeccanica (tipicamente 13x18) e poi ne facevo una copia a contatto; in tal modo ottenevo un positivo+negativo identici (più o meno) che mettevo a registro e interponendo una pellicola completamente trasparente (sviluppata senza averla esposta) realizzavo un sandwich che rendevo solidale (scotch). A questo punto, illuminando radialmente il sandwich, ottenevo l'immagine del solo contorno di quanto fotografato (il tutto direttamente su carta oppure su pellicola sempre 13x18 per successive stampe, anche di grande formato!).
Bei ricordi ...
Saluti a tutti
Diego
Bei ricordi ...
Saluti a tutti
Diego
ora che descrivi questa tecnica, ricordo di aver letto qualcosa al riguardo! Complimenti!!